Vuelta, Ciccone beffato da Vingegaard che si prende tappa e maglia: "Ho fatto un errore e l'ho pagato caro"

  • Postato il 24 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Neppure una caduta ha frenato Jonas Vingegaard. Il danese ha confermato di essere l’uomo da battere in questa edizione della Vuelta, vista anche l’assenza del “Cannibale” Tadej Pogacar, e si è preso (quasi) subito la Maglia Rossa di leader, vincendo la seconda tappa di Limone Piemonte in cui ha piegato allo sprint proprio un italiano, Giulio Ciccone. Tanti rimpianti per l’abruzzese, che a un certo punto sembrava sul punto di conquistare la tappa: potrà riprovarci lunedì, nella terza tappa interamente compresa in territorio piemontese, da San Maurizio Canavese a Ceres.

Vuelta, la caduta di Vingegaard e il rientro

Ritorno al successo a sei mesi di distanza dall’ultima volta, una crono vinta alla Parigi-Nizza, per Vingegaard che ha approfittato delle caratteristiche della tappa, primo arrivo in salita (anche se non troppo impegnativa) della Vuelta, per prendersi la maglia di leader. Tappa segnata, dopo la maxi-caduta che ha coinvolto proprio Jonas, poi rientrato grazie alla spinta della Visma, dal tentativo di fuga di Slock, che ha tentato l’allungo ma è stato raggiunto ad appena cinque chilometri dal traguardo. Poi il gran finale.

Seconda tappa Vuelta: Vingegaard batte Ciccone

A lanciare lo sprint finale, al termine dello strappetto con pendenze non proibitive che ha segnato il finale di frazione, è stato Pidcock, ma poi a contendersi il successo sono rimasti in due: Ciccone e Vingegaard. Proprio quando il ciclista abruzzese sembrava sul punto di trionfare, è arrivato il colpo di reni del danese che è riuscito a spuntarla proprioin extremis. Terzo il francese Gaudu. Note negative da Antonio Tiberi, che è stato staccato dai migliori e ha chiuso con un distacco di 21 secondi. Un segnale preoccupante non tanto per il gap rimediato, ma in ottica futura.

L’amarezza di Ciccone: “Rapporto troppo duro”

Al termine della corsa, ai microfoni di Eurosport, Ciccone non ha nascosto il proprio disappunto facendo mea culpa e ammettendo di aver commesso un errore decisivo. “Sono rimasto chiuso da Ayuso e ho perso l’attimo, poi però quando sono partito il rapporto era troppo duro e l’ho pagato caro. Gli ultimi 50 metri si sono rivelati fatali”. Un pizzico di amarezza ma anche una bella carica per Ciccone, che ora sembra aver maggiore fiducia anche in ottica generale: “La gamba è veramente buona ed è un peccato non aver preso questa Maglia Rossa, ma ci riproveremo“.

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Virgilio.it

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