Voto di scambio per favorire la lista Toti: chiesto il rinvio a giudizio per Matteo Cozzani e altri 16 imputati
- Postato il 11 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. La procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone accusate di voto di scambio nel secondo filone della maxi inchiesta su corruzione e voto di scambio deflagrata il 7 maggio 2024.
Dopo i patteggiamenti per corruzione di Giovanni Toti, Aldo Spinelli, Paolo Signorini e quelli successivi degli imprenditori Alberto Amico, Francesco Moncada e Mauro Vianello nell’ambito del primo filone, il procuratore aggiunto Federico Manotti e il sostituto procuratore Luca Monteverde avevano chiuso le indagini per tutti gli altri. Dei 19 indagati solo uno ha chiesto la messa alla prova che dovrà essere ora validata dal giudice. E’ probabile che altri facciano la stessa scelta o chiedano comunque altri riti alternativi (patteggiamento o abbreviato) in sede di udienza preliminare, che non è ancora stata fissata ma si terrà presumibilmente a febbraio davanti al giudice Giorgio Morando.
Le accuse
Secondo la Procura Matteo Cozzani, che nel 2020 era coordinatore della campagna elettorale per le regionali per la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, aveva intessuto rapporti con alcune figure legate alla comunità siciliana dei riesini a Genova finalizzati a portare centinaia di voti agli ‘arancioni’ della lista di Toti in cambio di promesse di posti di lavoro e l’assegnazione di case popolari. Per alcuni degli indagati (lo stesso Cozzani e i gemelli Arturo e Angelo Testa e l’ex sindacalista Venanzio Maurici) i pm contestano la corruzione elettorale aggravata dal fatto di aver agevolato Cosa Nostra (articolo 416 bis).
Tra gli imputati ci sono l’ex consigliere regionale Stefano Anzalone e l’ex consigliere comunale Umberto Lo Grasso, quest’ultimo accusato di favoreggiamento in quanto avrebbe avvertito la “cricca degli amici” (cosi si chiamano tra di loro) del rischio di essere intercettati.
Tra gli elementi chiave, emersi dalle carte della procura di Genova, l’organizzazione di una cena per il sostegno di Toti da 250 persone al ristorante Punta Vagno, in corso Italia, il 12 settembre 2020, pochi giorni prima delle elezioni. A quella cena partecipò anche il governatore ligure, oltre ad altri candidati poi eletti, ma anche lo stesso Cozzani e Alessandro Sorte, ex parlamentare di Noi Moderati, che non è indagato. Era stato lui, secondo le intercettazioni, a presentare i gemelli Testa a Cozzani e in particolare a proporre al braccio destro di Toti Arturo Angelo Testa come candidato alle regionali in Liguria. Secondo l’ex deputato Testa, nonostante fosse residente in Lombardia, avrebbe portato alla lista Toti i voti della folta comunità riesina e di tutti i siciliani.
Sui gemelli Testa la testimonianza ai pm della deputata Cavo: “Volevo denunciarli”
A quella cena non aveva partecipato Ilaria Cavo che nell’inchiesta è entrata come testimone chiave perché i gemelli Testa li aveva conosciuti e incontrati e non gli erano piaciuti per niente. “Mi fu chiesto in maniera esplicita che loro – aveva raccontato Cavo al pm Manotti – per effettuare la campagna elettorale a Genova, avevano necessità di essere spesati con il pagamento di vitto alloggio per un certo periodo di giorni a Genova. Inoltre mi fecero intendere che a fronte di un importante sostegno quantificabile, secondo loro, in circa 400 voti sarebbe stato possibile, successivamente alle elezioni, che richiedessero dei posti di lavoro” per qualcuno della loro comunità a Genova. “Il ragionamento non mi piacque – aveva spiegato detto Cavo – e neppure i “toni impositivi” con cui si erano rapportati con lei. Lei avrebbe voluto denunciarli, ma il suo avvocato Pietro Bogliolo le aveva detto che era sufficiente che si tenessero lontano da quelle persone, e così ha fatto.
Cozzani indagato anche per la corruzione di Toti perché non ha patteggiato
A Matteo Cozzani sono mossi non solo gli addebiti relativi al voto di scambio ma anche quelli relativi alla corruzione per cui hanno già patteggiato Toti, Moncada e l’imprenditore Amico. Si tratta da un lato della velocizzazione di alcune pratiche relative all’apertura di un nuovo supermercato Esselunga a Sestri Ponente e degli spot elettorali per la lista Toti candidata alle comunali con Marco Bucci nel 2022. Dall’altro, sempre in cambio di agevolazioni per le sue aziende, dei versamenti alla lista Toti per 175mila euro. Per questi fatti l’ex governatore ligure ha patteggiato due anni e tre mesi convertiti in circa 1700 ore di lavori socialmente utili, Francesco Moncada ha patteggiato ex membro del consiglio di amministrazione di Esselunga, ha chiuso l’accordo con una pena di un anno convertita in una pena pecuniaria di 200mila euro oltre alla restituzione di 10mila euro e al risarcimento di 50mila euro alla Regione come danno di immagine mentre Luigi Alberto Amico ha concordato un anno e due mesi, oltre a un risarcimento del danno di immagine di 100mila euro alla Regione e la restituzione di circa 90mila euro.
Al segretario del porto Piacenza contestata l’omessa denuncia
Oltre ai 17 imputati per il voto di scambio i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio per omessa denuncia anche per l’attuale segretario generale del porto Paolo Piacenza, che è stato anche commissario del porto di Genova e Savona dopo le dimissioni di Signorini. Piacenza era indagato anche per abuso d’ufficio ma il reato è stato cancellato. L’omessa denuncia è relativa all’occupazione abusiva delle aree dell’ex carbonile di Levante da parte di Aldo Spinelli.
Gli imputati sono difesi fra gli altri dagli avvocati Massimo Ceresa Gastaldo, Maurizio Mascia, Gennaro Velle, Maurizio Barabino, Celeste Pallini, Pietro Bogliolo, Fabiana Cilio, Giulia Liberti, Mario Iavicoli ed Emanuele Olcese.