“Volevo tornare a casa, in un luogo caloroso per condividere i sogni e la solitudine”: Rkomi felice come un bimbo cambia le carte in tavola a teatro e spiazza

  • Postato il 18 ottobre 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Felice come un bambino. Saltella, canta, coinvolge il pubblico, attraversa la sala del Teatro degli Arcimboldi di Milano e come una vera rockstar si affaccia dalla prima balconata. Ieri sera venerdì 17 ottobre, Rkomi ha raggiunto la “pace dei sensi” e ha sparigliato le carte del suo percorso artistico, offrendo uno spettacolo dal vivo teatrale notevole con “Mirko nei teatri”. Dimenticate le versioni acustiche o altro, come ci si aspetterebbe da un artista che spazia dal pop al rap.

Qui la band c’è e suona molto bene (Marco Spaggiari: direzione musicale, tastiere, chitarra, Lorenzo Pisoni: basso, Elia Pastori: batteria, Eugenio Cattini – Chitarra, Daniele Raimondi: tromba, sax, Micol Touadi e Marika Palluzzi ai cori) soprattutto gli arrangiamenti sono stati ripensati per scaldare l’atmosfera della casa, la nuova casa di Rkomi.

Un live potente, diviso in due atti con l’intervallo (proprio come fosse una opera teatrale) e la presenza anche di due attori che in mezzo allo show (cambiano di città in città e sono scelti dalle scuole locali) che raccontano della nostalgia, della vita e della morte. Citando Recalcati, ma anche pensieri di Rkomi stesso. Ospiti sul palco gli amici e colleghi Lazza, Bresh e Sayf.

“Ci tenevo tanto a portare la mia musica qui – ha esordito Rkomi – perché ho sentito la necessità di trovare un luogo che mi restituisse un po’ di calore, esattamente come quando lasciai il piccolo appartamento di mia madre e mi ritrovai a condividerne un altro con tre grandissimi amici’. Eravamo ugualmente in spazi stretti, ma nonostante ciò ho trovato per la prima volta un senso di appartenenza perché condividevamo lo stesso sogno, la stessa fame, la stessa solitudine. Cosa mi manca di quei tempi? Forse un po’ l’incoscienza, la voglia di creare cose random…”.

“Questo spettacolo era assolutamente quello di cui avevo bisogno. – ha raccontato in un incontro poco dopo lo show – Parlare per me è molto importante, specialmente in questo momento della mia carriera. Al di là della musica, mi sento cresciuto e maturato con tante cose da dire. Quindi la primissima cosa che volevo trovare in questo concerto era una sensazione di casa, di letto, di ispirazione. Solo guardandoci indietro, capiamo cosa è successo e troviamo anche la strada di oggi. Alla fine c’è anche un pizzico di nostalgia. Nei due atti del concerto torno indietro per poi guardare avanti. Perciò in questo momento della mia carriera ho pensato ai teatri, perché accorciamo le distanze con il pubblico”.

Sul palco ci sono due elementi molto evidenti, che sono le scale e poi la gabbia nella seconda parte: “La scala è la scala che si riallaccia a quando eravamo ragazzini, quando iniziavamo a credere nei nostri sogni, rinchiusi nella nostra stanzetta in camera. Andare su e giù per le scale rappresentano i successi, i momenti più difficili, le risalite e le discese, così come la vita è. La gabbia, invece, è la scatola in cui ci sentiamo chiusi un po’ tutti i giorni, tutti noi essere umani con la propria esistenza, con il proprio lavoro, con le proprie relazioni. È il senso di chiusura in un momento dove tutti possono dire la propria, quando nessuno ti ascolta davvero”. Ma a teatro quando parla Rkomi cala il silenzio per ascoltare parola dopo parola i suoi pensieri.

Il tour riprenderà il 3 novembre da Napoli per poi concludersi il 12 dicembre a Cremona.

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Il Fatto Quotidiano

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