"Vogliamo migliori condizioni igieniche", in corteo i migranti del Cara di Bari

  • Postato il 5 novembre 2024
  • Di Agi.it
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"Vogliamo migliori condizioni igieniche", in corteo i migranti del Cara di Bari

AGI - Un centinaio di migranti questa mattina si sono mossi dal Cara di Bari-Palese per un corteo spontaneo su viale Europa. Chiedono a gran voce migliori condizioni igienico-sanitarie e più assistenza all'interno della struttura. Sul posto, per accompagnarli nel corteo ed evitare disordini, ci sono gli agenti della questura di Bari. Prima dell'arrivo dei poliziotti i migranti, per arrivare in viale Europa, hanno invaso gli spazi militari adiacenti dell'Aeronautica.

 

Il corteo di questa mattina, segue la protesta avvenuta nel pomeriggio di lunedì 4 novembre, quando per circa tre ore gli ospiti hanno messo a soqquadro la struttura: si sono registrati danni nella mensa e uno degli addetti sarebbe stato chiuso in uno spogliatoio per diverse ore. A causare la rivolta, da quanto si apprende, sarebbe stata la morte di un migrante 33enne avvenuta all'ospedale San Paolo di Bari: l'uomo, il 3 novembre scorso, avrebbe iniziato a sentirsi male e sarebbe stato curato con una compressa. Il giorno successivo sarebbe stato trasferito al 'San Paolo', dov'è morto.

 

 

A quanto sembra l'uomo avrebbe ingoiato delle pile, e questa sarebbe la causa scatenante del suo malore. Il decesso è avvenuto per arresto cardiaco, probabilmente a seguito dell'ingestione di materiale metallico. E' stata disposta l'autopsia per accertare la causa di morte. La rabbia degli ospiti al Cara sarebbe esplosa dopo che agli amici è stata negata la possibilità di vedere il corpo dell'uomo. Secondo quanto si apprende la situazione è tornata sotto controllo alle 20 con l'intervento della polizia.

 

Appello al prefetto, "trattati come animali"

"Vogliamo parlare con il prefetto per trovare delle soluzioni adeguate alle condizioni socioeconomiche di chi vive nel Cara di Bari-Palese”. Sono le parole di Afana Docteur, un rappresentante dei migranti che questa mattina sono usciti in corteo, fuori dalla struttura, per protestare e far valere i loro diritti, a cominciare da quelli igienico-sanitari. A seguire il centinaio di migranti su viale Europa, nel quartiere San Paolo di Bari, fino all'Aeroporto, ci sono stati gli agenti della questura di Bari. “Li tengono in prigione, in una zona militare protetta. Cosa sono banditi, mafiosi? – dice ai giornalisti – Non possono entrare e uscire liberamente ed è la prima cosa che bisogna cambiare: è un bunker”. E racconta: “Le condizioni di vita sono sgradevoli. Dentro un container ci sono 10 persone, quando ce ne dovrebbero essere quattro”.

 

Gli orari d'entrata e uscita sono un problema per i migranti: “Molti di loro devono stare in campagna, nel circondario tra Bitonto, Palo, Bitritto, alle 5:30 del mattino, dal Cara si può uscire solo dalle 7. Cosa succede? Devono scavalcare muri di sei metri con filo spinato, abbiamo documentato di gente che si è fratturata le braccia. Se si torna dal lavoro dopo le 21, non puoi più entrare e dormi fuori. La ‘prigione' si chiude alle 20.30. Pensate sia un piacere scavalcare? Uscire così d'inverno, sotto la pioggia? Ma il prefetto e la politica lo sanno”. I braccianti “vengono pagati a nero, senza contratto, solo per guadagnare qualcosa, senza chiedere nulla allo Stato, senza vivere con la ‘carta laica'". 

 

Quando viene chiesto come funziona, risponde: “È una specie di pocket money, con quattro euro da poter cambiare nei negozi del centro, spesso si è costretti a ‘svenderlo' nei negozietti di proprietà dei bengalesi”. Per Afana “è un cane che si morde la coda: ci dicono che servono i documenti per lavorare, ma non danno i documenti, né una residenza. Come facciamo? Rendete le persone autonome e per farlo servono i documenti, la libertà di poter entrare e uscire, delle condizioni umane migliori”.

 

Così secondo il rappresentante, “si incentiva la malavita, la criminalità organizzata. Qui è peggio della Tunisia: si è trattati come sacchi di patate e nessuno è al sicuro. La sicurezza si misura con l'accesso ai diritti. Invece qui si lucra sull'immigrazione, lo fanno le cooperative, le associazioni. Ma ora basta, vogliamo solo parlare col prefetto e trovare soluzioni”. E conclude: “Conosco la sofferenza che queste persone vivono lì. Io mi vergogno perché non sono riuscito a fare niente. In giro ci sono solo politicanti, propagandisti, destra o sinistra sono la stessa cosa: se dovessi andare in tv, smonterei entrambi. Ma ai migranti non viene data la possibilità di intervenire nei talkshow".

 

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Agi.it

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