Vladimir Putin detta le sue condizioni per la pace con l’Ucraina
- Postato il 22 agosto 2025
- Di Panorama
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Dopo le ripetute dichiarazioni di rifiuto, arrivate dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in merito al dispiegamento di truppe occidentali in Ucraina, ecco che le condizioni di pace del Cremlino sembrano finalmente delinearsi nella loro totalità. A darne conto è l’agenzia stampa Reuters, che cita anonimi funzionari russi.
In sostanza, Vladimir Putin avrebbe ammorbidito le sue richieste territoriali, enunciate l’estate dello scorso anno, quando il Presidente russo chiedeva il ritiro delle truppe ucraine da tutte e quattro le regioni occupate parzialmente da Mosca (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zhaporozhia). Ora il leader russo si limita a richiedere il ritiro delle truppe di Kiev dal Donbass, ovvero dalla parte della regione di Donetsk ancora controllata dall’esercito ucraino; in cambio, il Cremlino sarebbe disposto a ritirare le sue truppe dalle parti di territorio occupate in altre regioni dell’Ucraina (Kharkov, Sumy e Dnipropetrovsk). Sarebbe questo in fin dei conti lo “scambio di territori” a cui ha fatto riferimento il Presidente americano Trump sia nel summit in Alaska con Putin che in quello di Washington con Zelensky e i leader europei.
No all’ingresso nella Nato
Se la posizione russa in merito ai territori si è dunque ammorbidita, così non è per quanto riguarda l’entrata di Kiev nell’Alleanza Atlantica. Putin sta infatti mantenendo le sue precedenti richieste riguardanti il divieto formale per Kiev di aderire alla Nato. E rimane anche il desiderio che l’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti si impegni legalmente a non espandersi ulteriormente verso est. Un vincolo legale che difficilmente Washington accetterà.
Infine, Mosca vorrebbe limitare l’esercito ucraino e garantire (anche qui legalmente) che nessun soldato occidentale sarà schierato sul territorio ucraino come parte di una forza di pace, secondo quanto riferito dalle fonti. Ieri Lavrov ha ribadito che la Russia giudica «assolutamente inaccettabile» l’eventuale schieramento di truppe europee in Ucraina, che perorato da Regno Unito, Germania e soprattutto dal Presidente francese Emmanuel Macron. Un modo per «cercare di attirare l’attenzione su di sé», secondo il capo della diplomazia russa, che non può essere accolto non solo da Mosca, bensì da «tutte le forze politiche di buon senso in Europa».
Due settimane di tempo
Il Cremlino, ha sottolineato Lavrov, sostiene l’opzione per le garanzie di sicurezza all’Ucraina discussa nei negoziati di Istanbul nel 2022, quando fu ipotizzato il ruolo dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu e di altri Paesi, un’ipotesi rigettata da Kiev. Forse una soluzione potrebbe essere la proposta della premier italiana Giorgia Meloni, che consiste nel fornire garanzie a Kiev stile «articolo 5» della Nato, senza tuttavia dispiegare truppe sul territorio.
La partita diplomatica rimane aperta, ma non sarà così indefinitamente, come affermato dal presidente americano Donald Trump, secondo il quale si potrà continuare ad aspettare ancora per «due settimane, dopodiché forse dovremo cambiare tattica».