“Violenze e minacce di morte fin da piccole”, le figlie confermano le accuse all’ex consigliere comunale di Brescia

Violenza sistematica fin da piccole. Lo hanno confermato in sede di incidente probatorio le figlie di Balwinder Singh, l’ex consigliere comunale di Brescia indagato insieme alla moglie per per maltrattamenti con divieto di avvicinamento. Stando a quanto riportato da Il Giorno sui colloqui, le giovani – di 17 e 24 anni – hanno ribadito al gip Andrea Guerrerio tutte le accuse contenute nel fascicolo del pm Marica Brucci, ricostruendo i fatti in modo “genuino, pienamente credibile e privo di contraddizioni”.

Negli atti, dove risultano anche gli audio registrati dalla minore, si parla infatti di un clima familiare violento: oltre al padre, anche la mamma era spesso parte attiva, così come il fratello maggiore, arrestato nell’ambito della stessa indagine e finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale nei confronti della sorella maggiore. Fatti sempre confermati dalla più grande che ha ribadito di essere stata abusata dal fratello con cui divideva la stanza sin da quando aveva 9-10 anni e di aver trovato la forza di scappare da casa solo nel luglio 2022 per andare a vivere con il fidanzato.

Stando alla testimonianza delle giovani, anche i gesti più banali rischiavano di scatenare le dure reazioni. Tra questi, ad esempio, indossare una maglia attillata, messaggiare sui social, sciogliersi i capelli, non aver sistemato la casa, non aver vinto un concorso religioso, non aver pronunciato correttamente in italiano una parola. “Mio padre – ha ammesso la 24enne – mi ha appoggiato un coltello alla gola dicendomi che mi avrebbe ammazzata se non avessi rispettato le regole di casa”. Un episodio in linea con un altro fatto contestato a Singh, ovvero quello di aver esaltato davanti alle figlie l’omicidio di Saman Abbas, la giovane uccisa dai familiari a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, definendo quell’atto “doveroso per preservare la reputazione sociale”.

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