Violenza sulle donne, Roccella: “Lieve calo, ma l’educazione non c’entra”. E Nordio: “Dna dei maschi non accetta parità”
- Postato il 21 novembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
Gli interventi e le dichiarazioni rilasciate dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, in occasione della Conferenza internazionale di alto livello contro il femminicidio che si è tenuta a Roma, hanno riacceso il dibattito sul tema della violenza contro le donne e in particolare sul ruolo dell’educazione sessuale e affettiva, suscitando immediate reazioni da parte delle opposizioni.
“Mi sono sempre chiesto, da modesto studioso anche di storia, come mai siamo arrivati a questa prevaricazione continua, ininterrotta, secolare, millenaria, dell’uomo nei confronti della donna: è una risposta se vogliamo un po’ darwiniana della legge del più forte”, ha detto il Guardasigilli. “Nei primordi il solo criterio di superiorità era quello della forza fisica, muscolare, di cui la natura ha dotato i maschietti in misura maggiore rispetto alle femminucce”. Condizione che avrebbe portato a una “sedimentazione anche nella mentalità dell’uomo, intendo proprio del maschio, che è difficile da rimuovere”. Nonostante l’uomo oggi debba accettare “questa assoluta parità formale e sostanziale nei confronti della donna, nel suo subconscio, nel suo codice genetico trova sempre una certa resistenza”. Per Nordio serve intervenire “con le leggi, con la repressione, con la prevenzione. Ma è soprattutto sull’educazione, cercare di rimuovere dalla mentalità del maschio questa sedimentazione millenaria di superiorità che si è tradotta e continua a tradursi in atti di violenza”. Ha però precisato che “è necessaria l’educazione in famiglia, fatta con l’esempio, prima ancora che con le belle parole: serve un’educazione che cominci dall’infanzia e dalla famiglia”.
A mettere più nettamente in discussione l’educazione sessuo-affettiva, a partire da quella di cui potrebbero occuparsi le scuole, è stata invece la ministra Roccella, per cui è possibile “parlare di educazione sessuo-affettiva, ma lateralmente” ha detto a margine della conferenza. “Se vediamo i Paesi dove da molti anni è un fatto assodato, come per esempio la Svezia, notiamo che non c’è correlazione con la diminuzione di femminicidi. La Svezia ha più violenze e più femminicidi”. Ha quindi concluso che “non c’è una correlazione fra l’educazione sessuale nella scuola e una diminuzione delle violenze contro le donne”. E invitato a concentrarsi su “strumenti veramente efficaci se non vogliamo essere ideologici nei confronti della violenza contro le donne”, per la quale, ha detto la ministra, “c’è stata una piccola diminuzione”, indice che la strada intrapresa dal governo “è quella giusta”.
“Imbarazzanti. Solo così si possono definire le parole di Nordio e Roccella. Il ministro della Giustizia, che parla della violenza contro le donne come di una ‘tarà maschile, e la ministra per le Pari opportunità, che sostiene che l’educazione non serva a contrastare i femminicidi, stanno insultando tutte donne che ogni giorno chiedono rispetto e pari opportunità”, ha dichiarato la presidente dei deputati di Italia Viva, Maria Elena Boschi. “Il governo Meloni? Benvenuti nel Medioevo! Questi sono i ministri che governano l’Italia. Da chi (Nordio, ndr) difende Gelli, capo della loggia massonica eversiva P2 che proponeva la separazione delle carriere, alla ministra Roccella che non vuole educare i giovani a scuola. E se non lo fa la scuola, chi dovrebbe farlo? La strada?”, ha dichiarato Angelo Bonelli di AVS e co-portavoce di Europa Verde. Per il M5s è “gravissimo che Nordio riduca la violenza di genere alla sedimentazione genetica: è invece frutto di scelte tollerate”, hanno scritto in una nota le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino. Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd, ha contestato Roccella, giudicando le sue dichiarazioni “fuorvianti e non supportate da un’analisi seria dei dati”. Manzi ha ribadito che i percorsi di educazione al rispetto e al consenso sono “una parte essenziale delle strategie di prevenzione, non certo un orpello marginale”. Concludendo che “è sbagliato rappresentare l’educazione sessuo-affettiva come un’operazione ideologica”.
Sempre alla Conferenza di Roma, sulle iniziative legislative è intervenuta la ministra per le Riforme Istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Insieme al ministro Roccella e al presidente Semenzato stiamo lavorando a un testo unico sulla prevenzione e violenza di genere, per raccogliere in un documento di immediata accessibilità tutte le norme esistenti a tutela delle donne”. Casellati ha insistito poi sulla necessità di cambiare l’approccio comunicativo dei media sui casi di violenza: “Parlare di ‘amore malato‘ è un errore gravissimo, un’attenuante linguistica che diventa quasi una forma di resa culturale. Non possiamo più permetterla. Non c’è amore dove c’è dominio”.
L'articolo Violenza sulle donne, Roccella: “Lieve calo, ma l’educazione non c’entra”. E Nordio: “Dna dei maschi non accetta parità” proviene da Il Fatto Quotidiano.