Violenza sulle donne, in Basilicata 25 denunce in 10 mesi
- Postato il 22 novembre 2025
- Casinopinco
- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Violenza sulle donne, in Basilicata 25 denunce in 10 mesi

Il bilancio del Centro antiviolenza “Telefono Donna” di Potenza per i primi 10 mesi del 2025: 25 denunce di violenza sulle donne in Basilicata, 17 solo da Potenza
Venticinque denunce dall’1 gennaio al 31 ottobre. È il bilancio del Centro antiviolenza “Telefono Donna” di Potenza per i primi 10 mesi del 2025. Venticinque, come il giorno di novembre nel quale ricade la Giornata contro la violenza sulle donne, appuntamento di fondamentale riflessione che, tuttavia, arriva ogni anno con il fardello dei nuovi numeri. Dati che indicano come, nonostante la ferma e costante attività di sensibilizzazione e i tentativi di adeguamento legislativi, la problematica sia ancora fortemente diffusa nel nostro Paese.
«Alle schede aperte ex novo – ha spiegato la presidentessa dell’associazione, Cinzia Mazzoccoli, presentando i dati alla stampa – si aggiungono anche 26 contatti presi nel 2024, per un totale di 130 “casi”. Di queste 25 (17 provenienti da Potenza, sei dal Potentino e 2 dal Materano), in larga parte di età compresa tra i 42 e i 49 anni, sono 19 coloro che hanno denunciato maltrattamenti e quattro stalking». La violenza, domestica e non, può quindi manifestarsi sotto forme diverse. Il che, implica in primis la necessità di un ascolto adeguato e di riferimenti costanti sul territorio, al fine di fornire quell’assistenza primaria che, molto spesso, può salvare da silenzi e invisibilità.
LA RETE DI SUPPORTO
A sottolineare l’importanza dell’ascolto, i 299 colloqui effettuati dal Centro antiviolenza di Potenza, tra quelli puramente personali ad altri di natura psicologica e legale. Significativo, inoltre, il fatto che molte donne di origine straniera tra quelle avvicinatesi a “Telefono Donna”, «hanno compagni di nazionalità italiana e questa è una tendenza differente rispetto al passato, quando generalmente le straniere subivano maltrattamenti da compagni della stessa nazionalità».
A queste donne, come a tutte le altre vittime di violenza o maltrattamenti (non solo fisici), l’associazione ha messo a disposizione una rete di supporto che include anche una casa rifugio che, tra gennaio e ottobre, ha accolto già 9 persone, tra le quali due minori. Il fattore sostegno è quindi imprescindibile, tanto quanto lo è la prevenzione. Perché il trend nazionale, al netto dei tentativi, non sembra intaccato dai sentimenti di indignazione che accompagnano gli episodi di abusi o violenza nei confronti delle donne. Secondo l’Istat, infatti, circa 6 milioni e 400 mila donne italiane, circa il 32%, hanno subito almeno una violenza, fisica o sessuale, nella propria vita. Laddove con “violenza” se ne intende di ogni natura, da quella fisica (18,8%) a quella sessuale (23,4%).
L’INDAGINE SVOLTA
L’indagine “La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia”, ha permesso di appurare come, in molti casi, sia proprio l’ambiente domestico a tradire la sua stessa natura di affetto e convivialità. Anzi, proprio partner ed ex sono tra i responsabili più frequenti degli episodi di violenza fisica, con numeri superiori al 50%. Inquietante il fatto che quasi il 64% degli stupri venga messo in atto dai compagni, perlopiù ex (59,1% contro 4,7%). Accade, però, anche con amici (10,9%) e conoscenti (19,4%), mentre “solo” il 6,9% è a opera di estranei.
In ogni caso, restando ai numeri nazionali, supera il 26% la quota di donne che hanno subito violenza, sessuale o fisica, da un uomo (partner, conoscente o sconosciuto), il 12,6% delle quali nell’ambito della coppia. Non solo: è sempre in ambito domestico che, spesso, vengono operate forme di maltrattamenti occulti, come la violenza psicologica (17,9%) o quella economica (6,6%). Percentuali decisamente preoccupanti, specie considerando quanto ancora si celi sotto apparenti superfici di normalità. I livelli di denuncia, infatti, continuano a essere piuttosto bassi e in maggior modo concentrate contro ex partner (286 mila circa, ossia il 19,1%), mentre quelle contro i compagni attuali si attestano appena al 3,8%.
LA TUTELA DELLA DONNA E DELLA FAMIGLIA E LA CAMPAGNA DELLA POLIZIA DI STATO
In gioco, chiaramente, non c’è solo la tutela della donna ma, non di rado, quella della famiglia. O, per meglio dire, dei figli presenti, non di rado testimoni diretti delle violenze subite dalle madri. Per questo, accanto alla rete di ascolto, occorre predisporre una più attenta vigilanza, affinché i sentimenti di paura o vergogna (o di scarsa fiducia nelle autorità) non si trasformino in mancate denunce. Un tema sul quale è alta l’attenzione della Polizia di Stato, con la campagna permanente “…questo NON è Amore”, realizzata dalla Direzione centrale anticrimine e portata avanti con attività di sensibilizzazione sui territori, durante i quali «viene divulgato un opuscolo informativo (a
livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta.
Nell’opuscolo si ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora».
Una sensibilizzazione mirata, tanto verso quelle donne strette nel limbo della paura quanto a una società che, ancora oggi, ha forte bisogno di strumenti di conoscenza chiari. Anche per individuare, meglio e più in fretta, quei comportamenti potenzialmente precursori di un futuro di violenza. E intervenire tempestivamente, per salvare o per aiutare a salvare sé stesse attraverso lo strumento della denuncia.
Il Quotidiano del Sud.
Violenza sulle donne, in Basilicata 25 denunce in 10 mesi