Violenza contro le donne: in Francia una vittima ogni sette ore. Lo scorso anno 107 femminicidi (da parte di mariti o ex partner)
- Postato il 21 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Ogni sette ore, due minuti e 23 secondi una donna è vittima di femminicidio o di un tentativo di femminicidio da parte del partner o del suo ex in Francia. Ovvero, più di tre donne ogni giorno. Ecco i numeri per il 2024 pubblicati ieri dal Miprof, la Missione interministeriale per la protezione delle donne: 107 le donne uccise ( (contro 96 nel 2023), 207 quelle che sono sfuggite alla morte, 906 le donne vittime di molestie tali da essere spinte al suicidio (+17% rispetto al 2023). In tutto, indica il Miprof nel suo rapporto annuo, “1.283 donne nel 2024 sono state vittime di femminicidio diretto o indiretto o di tentativo di femminicidio coniugale, contro 1.196 nel 2023”. Emergono anche altri due dati. Un terzo delle 107 donne uccise (37) aveva già sporto denuncia o segnalato alla polizia le violenze subito dal partner o dall’ex. Inoltre la presenza dei figli non cambia nulla: 11 bambini erano presenti sul luogo del femminicidio e 12 hanno visto un genitore morire. In quattro casi, è stato il bambino stesso a dare l’allarme. In tutto, 94 bambini sono diventati orfani nel 2024 (di madre ma anche di padre, si registrano infatti anche 27 casi di donne che hanno ucciso il partner, dopo aver segnalato violenze subite in passato).
Tutti i numeri sono dunque drammaticamente in aumento. I dati raccolti dalle associazioni femministe, riunite nel collettivo Inter Orga Féminicide, sono anche più gravi: 141 sono i casi contati nel 2024, in cui sono inclusi “tutti gli omicidi o i suicidi forzati di una donna legati al genere”, indipendentemente quindi dalle circostanze, e non solo all’interno della coppia. Per il 2025 il bilancio si aggraverà ulteriormente poiché le associazioni, che tengono il conto in tempo reale basandosi sui casi riportati dalla stampa locale, dall’inizio dell’anno ad oggi ne hanno già registrati 144. Sul suo sito l’associazione Nous Toutes aggiorna tutti i giorni il “mur de femmage”, ricordando i nomi delle donne uccise perché donne.
Il collettivo Grève Féministe, che riunisce associazioni femministe e sindacali, ha lanciato un appello a mobilitarsi domani, in vista della Giornata contro la violenza sulle donne del 25, denunciando il divario tra i discorsi e le promesse dei governi e la realtà dei fatti. Nel 2017, appena eletto all’Eliseo, Emmanuel Macron aveva fatto della lotta alle violenze sulle donne e dell’uguaglianza tra uomini e donne la sua “grande causa nazionale”. Lo aveva ripetuto anche nel 2022, una volta rieletto. Nel 2023 il governo ha creato un “sostegno finanziario d’emergenza” per le persone vittime di violenze coniugali ed aiutarle ad allontanarsi dal partner violento. Per ottenerlo bisogna poter dimostrare le violenze subite con un documento (ricetta medica o denuncia alla polizia) di meno di dodici mesi. Al dicembre 2024, 11.271 alloggi d’emergenza erano messi a disposizione delle donne vittime di violenze coniugali. Le francesi aspettano ancora invece la “legge integrale contro le violenze sulle donne”, promessa già diversi mesi fa da Aurore Bergé, ministra per l’Uguaglianza uomo-donna, alle associazioni che chiedono di mettere ordine in una “legislazione frammentaria e incompleta”, ma continuamente rinviata e rallentata. Il testo dovrebbe ormai essere presentato a giorni in Parlamento.
I collettivi femministi protestano anche contro il taglio dei finanziamenti statali (-15% nel 2025) al mondo associativo che accompagna le donne vittime di violenza. Stando alla Fondation des Femmes, servono 31,6 milioni di euro per permettere alle associazioni di sopravvivere. In particolare in contesto rurale, dove il 72% delle associazioni è costretto a chiudere o a ridurre le aperture al pubblico, mentre è proprio qui che si verifica il 50% dei femminicidi. Solo nella giornata di ieri, proprio mentre il Miprof pubblicava il suo rapporto annuo, quattro donne sono state uccise in Francia dal partner o dall’ex, a Besançon, Sedan, Libourne, Beaucaire, secondo quanto riportato da BFMtv. Tutte e quattro sono state ritrovate morte in casa o vicino casa.
“Oggi sono quattro. Quattro donne che sono state uccise. E sono quattro gli uomini che le hanno uccise. Melina, Laure, Élodie, Béatrice sono morte perché volevano essere libere. Scegliere la propria vita. Il proprio destino. Separarsi”, ha scritto sui social Aurore Bergé in un post di ieri sera. La ministra ha promesso “di intensificare le politiche pubbliche per porre fine a alla violenza contro le donne”.
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