Violentata dall’ex mentre dorme con la figlia di due anni: 29enne condannato a 4 anni e mezzo

  • Postato il 12 ottobre 2024
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Genova. Ha violentato la sua ex compagna mentre lei, la sera della vigilia di Natale, stava dormendo con la figlia di due anni. Poi le ha intimato di darle il pin del telefono insultandola e minacciando di violentarla di nuovo. Per questo un 29enne ecuadoriano è stato condannato dal tribunale di Genova a 4 anni e mezzo di carcere. E’ stato condannato anche a pagare 8mila euro di provvisionale mentre il restante risarcimento del danno potrà essere quantificato in un procedimento civile.

La vittima lo aveva lasciato sei mesi prima, dopo un solo mese di convivenza perché non ce la faceva più a vivere con la gelosia di lui che le controllava il telefono e si infuriava se non rispondeva immediatamente. Ma lei voleva che lui continuasse a mantenere un rapporto con la figlia, che continuasse a fare il padre e per questo il 29enne era spesso invitato a casa dei genitori della donna, dove lei era a tornata a vivere con la bimba.

E lo stesso era successo anche la sera della vigilia di Natale. A cena l’uomo aveva bevuto parecchio e dopo che la donna era andata a dormire nel letto con la bambina lui ne ha approfittato e l’ha violentata senza darle tempo di difendersi. Poi le ha preso il telefono scarico e le ha detto che doveva caricarlo e darle il pin sennò l’avrebbe nuovamente violentata. Il tutto condito da minacce e insulti.

La donna era andata a raccontare tutto alla madre rifugiandosi nella stanza accanto: lui le aveva sottratto il cellulare ma lei ha chiesto aiuto a due amiche attraverso il pc e si è fatta accompagnare al pronto soccorso dell’ospedale San Martino, dove ha passato, tra visite e psicologi, tutto il giorno di Natale. 

Su consiglio dei medici si è poi affidata al Centro antiviolenza del Mascherona. Ci ha messo quasi tre anni a trovare il coraggio di denunciarlo perché “era il padre di mia figlia – ha detto – e mi dispiaceva allontanarla ancora più da lui che ne nel frattempo si era trasferito in un’altra città”. E poi, più passava il tempo più aveva paure di non essere creduta. Ha trovato il coraggio solo dopo averlo rivisto all’udienza civile per la potestà genitoriale della bambina: “Quando l’ho visto lì che si comportava come se nulla fosse successo ho deciso di denunciarlo”. E così ha fatto, assistita dall’avvocata Nadia Calafato.

A confermare il racconto della donna davanti ai giudici le testimonianze dei famigliari, delle amiche con cui si era confidata oltre che degli psicologi e dei volontari del centro antiviolenza Mascherona che l’hanno supportata in questi anni. Il tribunale ha condannato l’imputato anche all’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e al pagamento delle spese processuali.

Autore
Genova24

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