Violentata a 12 anni da un amico di famiglia, la consigliera Francesca Ghio ha fatto al giudice il nome del suo stupratore
- Postato il 18 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Ha passato la notte in consiglio comunale per la lunghissima e non ancora terminata maratona sul bilancio. Ma questa mattina, come aveva annunciato, la consigliera comunale di Avs Francesca Ghio ha fatto al giudice Matteo Buffoni il nome dell’uomo che l’ha stuprata tra il 2005 e il 2006, quando aveva 12 anni.
Il caso era proprio deflagrato nella sala consigliare di palazzo Tursi un anno fa quando Ghio aveva raccontato pubblicamente, per la prima volta, di quegli abusi. La procura di Genova aveva aperto un’inchiesta ma ritenendo i fatti prescritti da tempo, non aveva ritenuto di sentirla come persona offesa. Lei non aveva voluto presentare una propria denuncia ma aveva fatto, insieme al suo legale, Michele Ispodamia, opposizione a quella richiesta di archiviazione.
Il giudice si è riservato e la decisione è attesa per i prossimi giorni.
“Oggi la consigliera Ghio ha dettagliato all’autorità giudiziaria, il nominativo della persona da cui ha subito violenze, il periodo in cui ha subito le violenze, le modalità in cui le violenze si sono realizzate, i luoghi in cui le violenze si sono realizzate e ovviamente anche il materiale probatorio che ha offerto all’autorità giudiziaria allora ritenesse di continuare con questa indagine anche se ritengo che effettivamente i fatti siano prescritti” ha commentato dopo l’udienza l’avvocato Ispodamia.
“Per la dottoressa Ghio era però fondamentale circostanziare, spiegare come si sono svolti i fatti e soprattutto – ha chiarito l’avvocato – fornire all’autorità giudiziaria il nome di questa persona proprio nella convinzione che certi reati sono comportamenti che si ripetono e quindi c’è la possibilità che presso questo tribunale o presso altri tribunali italiani ci sia un procedimento per gli stessi reati a carico di questa persona. L’intento con l’opposizione alla decisione della Procura tendeva esclusivamente a fornire queste dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Ora la Procura della Repubblica di Genova e il Tribunale di Genova hanno queste dichiarazioni e potranno utilizzarle come ritengono”.