Villa Pamphili, il medico legale conferma: “Anche Anastasia Trofimova è stata soffocata”
- Postato il 11 agosto 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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Non solo la figlia Andromeda. Anche la mamma Anastasia Trofimova è stata uccisa. La 28enne russa, trovata morta a Villa Pamphili a Roma il 7 giugno scorso – poco distante al cadavere della figlia di 11 mesi – sarebbe stata soffocata. È quanto emergedalla relazione del dottor Vincenzo Arena, specialista in Anatomia Patologica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma medico legale, che integra la consulenza medico forense del dottor Gerardo De Masi. Verifiche che trasformano l’accusa in duplice omicidio per Francis Kaufmann, il 46enne americano – alias Rexal Ford – in carcere per i delitti avvenuti nell’area verde della Capitale nei primi giorni di giugno.
Gli esami istologici hanno messo in luce, spiega il consulte nella relazione, ematomi nei tessuti molli del collo, in particolare nelle regioni peri-ioidea e tiroidea. Tali segni sono coerenti con una compressione esterna sul collo, tipica nei casi di strangolamento. Non sono stati rilevati indizi compatibili con un decesso per cause naturali. Gli approfondimenti condotti, infatti, “escludono altre ipotesi cliniche”.
Elementi che confermano quindi la ricostruzione dell’accusa: Kaufmann avrebbe soffocato Trofimova, nascondendola tra gli arbusti di Villa Pamphili sotto un sacco nero. Alcuni giorni dopo, verosimilmente il 4 o 5 giugno, avrebbe poi ucciso, strangolandola, la figlioletta. Poco dopo l’uomo ha comprato un biglietto aereo per la Grecia. Una fuga terminata il 13 giugno quando l’americano è stato arrestato nell’isola di Skiathos. Estradato in Italia un mese dopo, l’uomo continua a non rispondere ai giudici, creando anche diversi problemi in carcere e rifiutando l’avvocato d’ufficio.
Intanto le indagini scientifiche proseguono anche sul piano genetico, sul materiale biologico sequestrato sulla scena del crimine. Tre tracce di liquido seminale sono state rinvenute su un sacco a pelo che copriva il corpo della donna. Una delle tracce è stata attribuita a un soggetto maschile denominato “Uomo 1”, noto e identificato come Francis Kaufmann. Questo dato rafforza il quadro accusatorio nei confronti dell’uomo, già coinvolto in altri procedimenti. Ulteriori tracce genetiche sono state ricavate da indumenti ritrovati sul posto. Sul reggiseno color carne, verosimilmente appartenuto alla donna, e su un paio di pantaloncini rosa della bambina, sono state trovate cinque tracce di sangue. Tali reperti sono ora oggetto di analisi di laboratorio per identificare i profili genetici coinvolti.
L’indagine, infatti, potrebbe complicarsi con il ritrovamento di tracce di Dna appartenenti a soggetti ignoti non ancora identificati. Su un paio di boxer blu è stata rilevata una “miscela genetica complessa”, associata ad almeno due persone diverse, entrambe sconosciute. Gli esperti forensi, incaricati dalla Procura, hanno escluso che tali tracce possano appartenere a Kaufmann, alla vittima Anastasia, o alla figlia Andromeda. Un altro elemento rilevante arriva dall’analisi di un pantaloncino maschile verde etichettato come reperto n.18. Da questo capo d’abbigliamento sono state isolate almeno cinque tracce genetiche, riconducibili a un altro individuo di sesso maschile, chiamato dagli investigatori “Uomo 2”. Anche questo soggetto non è ancora stato identificato. Infine, su un cappellino bianco con visiera è stata rilevata la presenza di profili genetici attribuibili a tre persone differenti, anche loro per il momento senza identità. Gli investigatori stanno cercando di confrontare questi profili con le banche dati nazionali e internazionali per risalire all’identità. La Procura continua a lavorare in stretta collaborazione con esperti forensi e biologici per ricostruire con precisione gli ultimi momenti di vita delle due vittime. L’ipotesi più accreditata è quella di un’aggressione premeditata, avvenuta in un luogo isolato del parco, probabilmente nella notte tra il 6 e il 7 giugno. Le indagini puntano ora a chiarire il coinvolgimento di eventuali complici.
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