Vienna, cuore Berrettini: batte Norrie dopo una maratona e manda segnali incoraggianti per la Davis
- Postato il 23 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Trequarti d’ora in più sulla tabella di marcia, ma è tutto allenamento da consegnare all’ultima parte di stagione: insomma, Matteo Berrettini può sorridere due volte dopo la maratona che l’ha visto prevalere su Cameron Norrie, restio a morire dopo aver salvato una palla match nel tiebreak del secondo set, ma alla fine comunque uscito sconfitto dal campo al termine di un match dalle mille emozioni. La sfida più “allenante” possibile per Berrettini, che a questo punto dimostra davvero di essere entrato perfettamente nella lunga volata che lo porterà a guidare l’Italia nelle finali di Davis Cup di Bologna.
Matteo il maratoneta: da aprile non vinceva due partite di fila
Giusto per rendere meglio l’idea: due partite di fila Berrettini non le vinceva addirittura da 6 mesi, da quando sulla terra di Monte Carlo si spinse fino agli ottavi di finale, superando prima Navone e poi Zverev (si sarebbe fermato soltanto davanti a Musetti, col quale a Bologna dovrà fare squadra per far si che l’insalatiera rimanga in Italia).
Una sorta di incantesimo rotto, ma quanta paura ripensando a quel che ha raccontato un secondo set decisamente complicato, dove Matteo è andato vicinissimo a chiudere i conti, ma dove s’è fatto tradire da un po’ di frenesia nel momento di far quadrare tutto l’occorrente. Poco male: la vittoria al terzo vale forse di più, anche perché era Norrie che ha cominciato a servire nel parziale, e di solito in casi come questi l’inerzia (anche e soprattutto a livello mentale) passa tutta dalla parte di chi s’è salvato per il rotto della cuffia.
Decisivo il break ottenuto nel nono gioco, quando due errori del britannico hanno permesso al romano di collezionare due opportunità per andare a servire per il match: la prima Norrie l’ha salvata con il servizio, sulla seconda con un gioco di prestigio Matteo ha respinto la stop volley del rivale e ha ottenuto il punto, andando poi a chiudere con autorità e senza patemi dopo tre ore e 20 minuti di pura battaglia.