Victoria Beckham: cinque rivelazioni shock dal documentario Netflix

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Per anni Victoria Beckham è stata una delle donne più fotografate al mondo. Eppure, nonostante la sua presenza costante sui red carpet, nelle riviste patinate e nell’immaginario collettivo della cultura pop, è riuscita a mantenere un’aura di controllo e riservatezza attorno alla propria vita privata. Una disciplina costruita con precisione stilistica e una certa dose di ironia inglese. Due qualità che oggi tornano protagoniste nel nuovo documentario Victoria Beckham, disponibile su Netflix.

La serie, articolata in tre episodi, alterna presente e passato, portando lo spettatore dietro le quinte della preparazione della collezione primavera/estate 2025 del suo marchio omonimo e ripercorrendo tre decenni di trasformazioni personali e professionali. Più che un racconto biografico, Victoria Beckham è un ritratto di evoluzione e tenacia: dall’adolescente dell’Hertfordshire che sognava la musica al fenomeno globale delle Spice Girls, fino alla donna d’affari che ha costruito un impero nel mondo della moda. Tra momenti di vulnerabilità e riflessioni sui fallimenti — come la brusca fine delle Spice Girls o le difficoltà economiche del suo brand — emerge una figura complessa, consapevole e finalmente disposta a raccontarsi.

Victoria Beckham: cinque rivelazioni shock dal documentario Netflix
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Il motivo per cui non sorride mai

Nel documentario, la stilista rivela che la sua celebre espressione seria sul red carpet non è dovuta al carattere, ma a una questione di angolazioni e abitudine. Come spiega lei stessa, David si posiziona sempre alla sua sinistra, quindi i fotografi la riprendono quasi sempre dal lato destro — quello che, ammette, non considera il suo migliore. «Non mi ero mai resa conto che quando sorrido — e lo faccio, eccome — lo faccio dal lato sinistro, perché se sorrido dal destro sembro malata», racconta. «Di conseguenza, sorrido dentro di me, ma nessuno lo vede mai. Ed è per questo che sembro sempre così seria».

Victoria ha lottato contro un disturbo alimentare a causa delle critiche incessanti

Nel documentario, Victoria Beckham affronta uno dei capitoli più difficili della sua vita: il rapporto con il corpo e le conseguenze delle pressioni mediatiche. «Non avevo alcun controllo su ciò che veniva scritto su di me, sulle foto che venivano scattate», racconta nel secondo episodio. «Credo di aver cercato di riprendere il controllo a modo mio: potevo controllarlo con i vestiti, potevo controllare il mio peso — e lo stavo facendo in un modo estremamente malsano».

Beckham ammette di avere attraversato un periodo di grande fragilità psicologica, legato soprattutto alle aspettative irrealistiche imposte dai media. «Quando soffri di un disturbo alimentare, diventi bravissima a mentire», confessa. «Non ne avevo mai parlato pubblicamente. Ma quando ti ripetono di continuo che non sei abbastanza, finisci per crederci davvero».

Quando si sono conosciuti, Victoria era più ricca di David

Lo stesso David lo racconta con una certa ironia davanti alle telecamere: «Quando ci siamo conosciuti, lei era molto più ricca di me. In realtà è stata Victoria a comprare la nostra prima casa a Hertfordshire, quella che poi è stata soprannominata Beckingham Palace». All’epoca l’abitazione costava circa 2,5 milioni di sterline.

Quando però, nel 2010, il brand Victoria Beckham aveva accumulato debiti per decine di milioni di sterline, fu grazie al sostegno di David che riuscì a restare a galla. «Quella conversazione mi spezzò il cuore», ammette l’ex calciatore. «Victoria è una donna orgogliosa. Per lei, dover venire da me e dire “Abbiamo bisogno di più soldi, l’azienda ha bisogno di aiuto” fu durissimo. Per entrambi lo fu».

Le Spice Girls hanno accresciuto la sua autostima

«Le Spice Girls mi hanno insegnato ad accettare chi sono, cosa sono e come appaio», racconta Victoria nel documentario. «È stata la prima volta in cui mi sono sentita parte di qualcosa. All’improvviso ero popolare. La mia vita sarebbe completamente diversa se non avessi incontrato quelle quattro ragazze».

Il documentario ripercorre l’euforia di quegli anni: i fan in delirio, i tour da tutto esaurito, l’ascesa inarrestabile di cinque ragazze che, con energia e spirito di squadra, hanno ridefinito il concetto stesso di pop star. È in questo contesto che nasce “Posh Spice”, l’alter ego sofisticato e glamour che avrebbe gettato le basi per la futura stilista.

La canzone che la portò al provino per entrare nella band? Mein Herr da Cabaret. «Forse sono più eccentrica di quanto pensassi», ha confidato.

Alla premiere del documentario, tenutasi a Londra, erano presenti anche le altre Spice Girls — Melanie Chisholm, Emma Bunton e Geri Halliwell — a testimoniare il legame ancora vivo tra loro e l’affetto reciproco che resiste al tempo.

«Ho seppellito il mio seno finto a Baden-Baden»

L’estate dei Mondiali del 2006 non è rimasta nella storia solo per i risultati calcistici, ma per lo stile sfavillante — e spesso eccessivo — delle WAGs, le mogli e fidanzate dei calciatori. A Baden-Baden, la cittadina tedesca che ospitava il ritiro della nazionale inglese, Victoria Beckham era ovunque: capelli lunghissimi e cotonati, abbronzatura artificiale, occhiali oversize e top decisamente troppo stretti.

«Avevo un seno enorme, avevo capelli enormi», racconta oggi, con una risata, davanti alle telecamere. «Noi donne andavamo a fare shopping, ci divertivamo e ci sentivamo al comando. Ricordo una moglie che aveva comprato così tanti abiti firmati e borse che non riusciva nemmeno a entrare nelle porte girevoli dell’hotel».

Ma quando la carriera nella moda iniziò a chiamarla, Victoria capì che era tempo di cambiare. Roland Mouret, che divenne suo mentore, non le fece sconti: fu «molto, molto onesto e davvero severo» con lei riguardo al suo desiderio di entrare in un settore così competitivo. «Mi disse che i veri nemici erano la paura e la mancanza di autostima», ricorda. «Per trasformare il sogno in realtà, dovevamo uccidere la WAG».

Da quel processo di metamorfosi nacque la Victoria di oggi. «Mi sono trasformata in una versione più semplice ed elegante di me stessa».

Autore
Panorama

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