Viaggio nel triangolo della boxe di New York, dove mito e leggenda si mescolano tra storie di campioni e scene da film

  • Postato il 5 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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All’angolo della strada di Brooklyn in cui sorge la Gleason’s Gym i turisti vengono a scattare la foto del ponte di Manhattan che sbuca dai palazzi del quartiere Dumbo. Sembra di essere nel film C’era una volta in America, questa inquadratura infatti è sulla locandina del capolavoro di Sergio Leone. La Gleason è la più storica palestra di New York, fondata nel lontano 1937 dall’italoamericano (Peter Robert) Gagliardi, cognome poi trasformatosi appunto in Gleason. Allora la palestra era nel Bronx, avrebbe poi cambiato sede nel 1974 a Manhattan, per poi trasferirsi qui a Brooklyn nel 1987. In questi ottantotto anni sono passati alla Gleason Muhammad Ali, allora Cassius Clay, Jake La Motta, Roberto Duran, Vito Antuofermo, Julio Cesar Chavez, Mike Tyson, Sugar Ray Leonard, George Foreman. Insomma per un allenamento, uno sparring o un camp prematch tutti i migliori: in totale 136 campioni del mondo si sono allenati tra queste sacre mura della boxe.

Sia quando era a Manatthan che oggi a Water Street, la palestra è sempre stata legata al mondo del cinema, come location di film (Toro Scatenato e Million Dollar Baby) e perché qui si sono allenati attori come Robert De Niro e Wesley Snipes. Bruce Silverglade, laureato al Gettysburg College nel 1968 in Economia, ne è il proprietario dalla metà degli anni ’80, è riuscito in questi decenni a tenere in vita una palestra del genere sapendo mescolare la boxe professionistica, quella dei dilettanti e quella dei tantissimi amatori che la frequentano. Tutti i giorni Silverglade alle cinque apre le porte del locale e a metà mattina lo spazio si è riempito già di gente, i vari ring all’interno sono tutti impegnati. Poco prima di pranzo lo si trova nel suo ufficio, pieno di foto e cinture mondiali appese al muro, a far di conto.

“Sono molto mattiniero – racconta a ilfattoquotidiano.it Silverglade – e alle 4 e 45 sono già in palestra. La maggior parte dei pugili professionisti di successo non si allena più a New York, ma ha lasciato la città. Io però ho ancora due pugili che quest’anno potrebbero contendersi un titolo mondiale: Elton Dharry e Khalid Twaiti. La Gleason’s Gym è il filo conduttore di New York City. Siamo un riflesso della città. Qui è un melting pot, abbiamo persone da tutto il mondo. Gli italoamericani continuano a dominare e la stragrande maggioranza dei miei visitatori sono turisti del vostro Paese”. Tra i tanti, chi è stato il suo pugile preferito ad essersi allenato qui? “Roberto Duran è stato quello che più mi ha emozionato vedere nel nostro ring. Mentre per quanto riguarda il cinema, dico Hillary Swank, Million Dollar Baby è stato il mio film preferito tra i 26 girati alla Gleason’s Gym“.

Da Brooklyn ci spostiamo a Midtown Manatthan, costruito sopra alla Penn Station c’è dal 1968 il Madison Square Garden. È la sua quarta edizione perché prima era in luoghi diversi, il primo del 1879 era situato tra la 26esima strada e la Madison Avenue, ecco perché il nome che si porta ancora appresso. Nella prima riunione di boxe dell’attuale Madison c’era in programma anche la sfida tra Nino Benvenuti e Emile Griffith che ha visto vincere il nostro grande campione. Quella sera combattevano anche Bruno Arcari e Joe Frazier, entrambi vittoriosi. I due Ali-Frazier, Duran-Buchanan, Tyso-Green sono solo alcuni match storici disputatisi da allora.

Tra basket, hockey su ghiaccio, concerti e altre serate oggi non si combatte così spesso. Il prossimo grande evento è la sfida dell’11 luglio tra Katie Taylor e Amanda Serrano con tutti i titoli mondiali in palio. Volendo un turista può fare un tour dell’arena per capire meglio cos’è, ma non risulta così interessante, soprattutto se paragonato ad un evento live. All’interno della stessa struttura c’è anche il Madison Square Garden Theater, più piccolo del principale, e qui qualche riunione in più si organizza, a giugno per esempio c’è il mondiale IBF tra George Kambosos Jr e Richard Hitchins. Recentemente è stata organizzata una serata di pugilato a Time Square, che probabilmente rimarrà un evento unico o almeno non replicabile a breve. Sennò qualcosa di grosso si fa al Barclays Center (a Brooklyn) e di più piccolo alla Sony Hall, un locale di Manatthan.

Rimaniamo nella Grande Mela. Per percorrere tutto il perimetro di questo triangolo della boxe newyorkese, dalla Gleason, passando per il Madison, arriviamo al Jimmy’s Corner, un bar a due passi da Time Square. Aperto nel 1971 da Jimmy Glenn, una figura leggendaria nel mondo della boxe per essere stato protagonista come pugile, allenatore e cutman, l’atmosfera del Jimmy’s Corner è quella di un vero “dive bar” newyorkese: un corridoio stretto, con luci basse e un juke-box a fare da colonna sonora. La birra è economica, soprattutto se si pensa a dove si trova il posto. Frequentato da newyorkesi e da turisti, se appassionati di boxe ancora meglio perché i muri del locale pieni di poster trasudano pugilato. Jimmy Glenn, fino alla sua scomparsa nel 2020, era spesso presente, pronto a raccontare storie e aneddoti sulla Noble Art. Oggi è suo figlio Adam a portare avanti l’attività. Jimmy’s Corner si vede anche nel film Toro Scatenato di Martin Scorsese. Solo poche settimane fa è stata registrata la presenza al bar di Roberto Duran. Ma chi erano i pugili preferiti di suo padre? “Joe Louis e Sugar Ray Robinson – dice Adam a ilfattoquotidiano.it – ma in realtà l’atleta preferito di Glenn è stato un giocatore di baseball, il grande Jackie Robinson“.

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Il Fatto Quotidiano

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