Viaggio in Egitto alla scoperta delle mastabe, le tombe che hanno dato origine alle piramidi

Tutti conoscono le piramidi per la loro misteriosa storia e monumentalità, ma in Egitto esiste qualcosa di ancora più antico e particolare: le mastabe. Queste tombe, riservate inizialmente a faraoni minori (anche se raramente) e alti funzionari tra la III e la VI dinastia (circa 2700-2300 a.C.), hanno forma rettangolare, tetti piatti e pareti inclinate. Costruite con mattoni di fango o blocchi di pietra calcarea, rappresentano il primo tentativo concreto di garantire una sepoltura duratura ai defunti e ai loro tesori.

Nel deserto si presentano come blocchi geometrici isolati sulla sabbia, con aperture basse e strette che conducono alle camere funerarie interne. Le pareti conservano ancora i segni degli attrezzi dei costruttori, testimonianza della fatica e della precisione necessarie per edifici pensati per durare millenni. Osservandole, si percepisce chiaramente come dalle prime strutture semplici sia nata l’idea che, secoli dopo, avrebbe portato alle piramidi.

Qual è la differenza tra una mastaba e una piramide?

Nel vasto deserto d’Egitto, due tipi di tombe raccontano due epoche e due ambizioni diverse. Le mastabe, edifici bassi e compatti, nacquero all’inizio dell’Antico Regno e il loro scopo era quello di proteggere il corpo del defunto e gli oggetti per l’aldilà, mentre le incisioni sulle pareti indicavano il nome, il ruolo e la posizione sociale del sepolto. La loro presenza nel paesaggio era discreta, segnalando concretamente il posto della memoria senza dominare l’orizzonte.

Le piramidi, comparse qualche secolo dopo (ad eccezione della piramide a gradoni di Djoser), trasformarono quell’idea in una costruzione monumentale. Altezza, precisione geometrica e complessità interna le rendevano visibili a chilometri di distanza. Oltre a custodire il defunto, simboleggiavano il potere assoluto del faraone. Dove la mastaba era sobria e funzionale, la piramide divenne spettacolare e simbolica, con corridoi, camere multiple e materiali pensati per durare millenni.

In sintesi, la mastaba è la forma concreta e pratica della sepoltura, mentre la piramide ne rappresenta l’evoluzione monumentale e visibile, concepita per imprimere l’immortalità del potere reale.

A cosa serviva la falsa porta nelle mastaba?

All’interno delle mastabe si trovava una struttura molto particolare: la falsa porta. Nonostante il nome, non era una porta ma un elemento scolpito nella pietra o nei mattoni della tomba e inserito nella parete che generalmente dava verso l’esterno della camera funeraria. La sua funzione, infatti, era rituale in quanto attraverso di essa lo spirito del defunto, il ka, poteva uscire per ricevere le offerte portate dai vivi e poi ritornare all’interno della tomba.

La superficie era spesso decorata con incisioni che riportavano nomi, titoli e scene della vita del defunto, così che lo spirito fosse sempre riconosciuto e nutrito. Osservarla oggi significa percepire la precisione del lavoro artigianale, ma anche la concretezza di un’idea millenaria: trasformare la pietra in un canale tra mondo dei vivi e mondo dei morti.

Dove vedere le mastabe più belle d’Egitto

Le mastabe più belle d’Egitto si trovano principalmente nella zona di Saqqara, un cimitero che è stato testimone dei primi esperimenti degli Egizi nell’arte della sepoltura monumentale. Queste tombe riflettono la gerarchia sociale, le credenze religiose e le tecniche costruttive dell’epoca, ma rigorosamente raccontando ognuna una storia diversa, dai funzionari di corte ai nobili che supervisionavano il lavoro agricolo e religioso.

Mastaba di Ti

Edificata durante la V dinastia, la Mastaba di Ti presenta rilievi che mostrano attività quotidiane come la pesca nel Nilo, la lavorazione del pane e la raccolta dei campi. Le incisioni conservano dettagli dei vestiti, degli strumenti e degli animali, offrendo informazioni precise sulle pratiche economiche e sociali di quel tempo. La falsa porta è decorata con il nome e i titoli di Ti, consentendo al suo ka di ricevere le offerte. L’uso di blocchi di pietra calcarea dura garantì una stabilità che ha permesso di conservare le iscrizioni fino ai giorni nostri.

Mastaba di Mereruka

La Mastaba di Mereruka è stata costruita alla fine della VI dinastia e apparteneva a uno dei più potenti visir del faraone Teti. Le camere interne e i corridoi si articolano in modo complesso, con sale decorate con scene di rituali religiosi, banchetti e processioni di servitori. L’attenzione al dettaglio nella rappresentazione di strumenti, mobili e animali fornisce un quadro chiaro della vita aristocratica e del funzionamento della corte. I mattoni di fango originari sono ancora visibili in alcune sezioni, con segni degli strumenti dei costruttori.

Mastaba di Kagemni

Kagemni, visir della VI dinastia, scelse una costruzione più sobria rispetto a Mereruka, ma la qualità delle incisioni rimane elevata. Scene scolpite illustrano il bestiame, le offerte e i rituali religiosi, insieme a iscrizioni dei titoli ufficiali. La struttura è più compatta e lineare, ma la scelta dei rilievi e delle decorazioni rivela l’importanza del defunto e l’attenzione alle pratiche funerarie che garantivano la sopravvivenza del suo spirito.

Mastaba di Ptahhotep

Costruita durante la V dinastia, la Mastaba di Ptahhotep apparteneva a un visir di grande prestigio e influenza. La struttura rettangolare, con tetto piatto e pareti leggermente inclinate, ospita camere interne riccamente decorate con rilievi che raffigurano scene della vita quotidiana. Non manca la falsa porta, scolpita con grande cura, che riporta il nome e i titoli di Ptahhotep.

Mastaba della regina Meresankh III

La Mastaba di Meresankh III, moglie del faraone Khafre (Chefren), si trova a Giza, vicino alle famose piramidi. Essa si distingue per le sue dimensioni imponenti e per la raffinatezza dei rilievi interni, che celebrano la vita e il rango della regina. Le pareti delle camere funerarie sono decorate con scene di cerimonie religiose, offerte rituali e rappresentazioni di servitori e animali.

Mastaba della regina Meresankh III, Egitto
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La meravigliosa Mastaba della regina Meresankh III

Perché visitarle

Osservare le mastabe di Saqqara consente di poter toccare davvero con mano la storia. Ogni blocco di pietra, ogni incisione e ogni spazio interno racconta la vita dei defunti, dei costruttori e dei sacerdoti che li custodivano. Anche senza l’imponenza delle piramidi, queste tombe mantengono un fascino concreto e tangibile: mostrano l’ingegno degli Egizi e la loro ossessione per l’immortalità.

Guardandole nel deserto, tra sabbia e vento, si comprende la continuità tra le prime sepolture monumentali e i simboli eterni del potere che seguirono. Le mastabe, sobrie e precise, restano una testimonianza diretta di un mondo antico che ha lasciato tracce visibili ancora oggi.

Autore
SiViaggia.it

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