Via libera all’AI nelle scuole. Presidi ed esperti: “Valutazione positiva delle linee guida, allineate a quelle Unesco”

  • Postato il 15 settembre 2025
  • Scuola
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’intelligenza artificiale entra nella scuola italiana in maniera ufficiale da quest’anno. A sancire il via all’uso dell’IA per fare didattica è stato il ministero dell’Istruzione e del Merito con delle apposite linee guida che recepiscono i documenti programmatici di respiro internazionale, europeo e nazionale. L’intento degli uffici di viale Trastevere è quello di sostenere e promuovere questa trasformazione in modo ordinato e nel pieno rispetto dei principi normativi, etici e pedagogici offrendo una struttura chiara e operativa e proponendo un approccio graduale che tiene conto delle specificità di ciascuna istituzione scolastica per integrare l’IA in modo tale che possa effettivamente supportare l’inclusione, migliorare l’efficienza e accrescere la qualità dell’offerta formativa.

Un testo che è stato approvato a pieni voti dai dirigenti più esperti di nuove tecnologie in Italia e che da anni stanno lavorando con il loro corpo docente sul tema. Restano i dubbi, invece, di chi non conosce bene l’AI (genitori compresi). Secondo un sondaggio svolto con SWG da Gilda c’è una chiusura all’uso della nuova tecnologia tra i genitori di figli ai primi gradi di istruzione e tra i ceti più vulnerabili ma per oltre un italiano su due si tratta di uno strumento a servizio dei docenti, che potrebbe potenziarne il ruolo (44%) se non addirittura aumentarne la domanda (9%).

L’aspettativa è alta ma anche colma di dubbi. A sostenere il processo di inserimento dell’IA sono libri come “Il manuale sull’intelligenza artificiale” scritto da Giacomo Spallacci Stenia con “Editoriale Scienza”. Resta il fatto che le Linee guida sono state apprezzate da chi se ne intende.

La prima ad approvare la novità è la numero uno del liceo “Newton” di Roma e presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, Cristina Costarelli: “Un testo importante che deriva da una normativa più amplia. Questo documento è da utilizzare e declinare queste linee nelle realtà delle singole scuole: vanno adattate all’ordine e all’indirizzo. È un atto necessario perché siamo di fronte ad un cambio epocale”.

Ad aver analizzato quanto emanato dal ministero è anche il dirigente dell’istituto comprensivo di Lozzo Atestino (Padova), Alfonso D’Ambrosio, un fisico da sempre impegnato sul tema della tecnologia: “Vanno nella direzione giusta: un’adozione antropocentrica, graduale e responsabile, con grande attenzione a inclusione, qualità didattica, tutela dei dati e trasparenza. Non è un “tutto e subito”, ma un percorso da governare bene: privacy by design, informative chiare, valutazioni d’impatto quando servono, e soprattutto niente scorciatoie su ambiti delicati come valutazione automatizzata, proctoring (cioè la supervisione e il monitoraggio a distanza degli esami) o – peggio – riconoscimento delle emozioni: a scuola non devono entrare”.

Le resistenze che i presidi vedono nascono spesso dalla paura e da conoscenze superficiali. La via d’uscita è una formazione mirata: far vedere cos’è davvero l’IA, dalla storia agli usi concreti.

“Oggi – spiega D’Ambrosio – moltissimi docenti la utilizzano già per preparare materiali, verifiche, mappe; altri rimangono scettici, ed è comprensibile. La mia linea è chiara: l’IA funziona quando resta uno strumento al servizio dell’apprendimento, non quando sostituisce il docente. Per questo, ad esempio, non affiderei la scrittura integrale dei libri di testo a sistemi generativi: sanno comporre, ma non “comprendono” e possono commettere errori grossolani. L’autenticità della relazione educativa è insostituibile”. Sul chi fa cosa, le Linee guida inquadrano bene la scuola come deployer, cioè di operatore che declina l’uso dell’AI in base ai suoi scopi: responsabilità differenziate in base al rischio e forte supervisione umana. Il 13 novembre a Lozzo dedicheranno la giornata a una scuola che riflette su sé stessa: lezioni fino alle 12 e, nel pomeriggio, un tavolo di pedagogia aperto a docenti da tutta Italia per scambio di buone pratiche di IA e percorsi di autoformazione. Per D’Ambrosio l’IA è utile anche agli aspetti organizzativi della scuola.

“Per un dirigente scolastico e per le segreterie – dice D’Ambrosio a “Il Fatto Quotidiano.it – l’IA è già oggi un alleato concreto: aiuta a preparare bozze (circolari, verbali, relazioni), a fare triage delle richieste, a mantenere la memoria istituzionale dei processi e a ridurre gli errori ripetitivi. Personalmente, nel pieno rispetto della privacy, lavoro da tempo su grandi moli di dati: soprattutto gli Invalsi della scuola che dirigo, che analizzo longitudinalmente per intercettare pattern, varianze tra classi, traiettorie di coorte e scenari di miglioramento; li incrocio con questionari e indicatori interni per costruire mappe decisionali utili a Ptof (Piano Triennale dell’Offerta Formativa, documento fondamentale che delinea l’identità culturale e il progetto educativo di ogni scuola, ndr) e PdM (Piano di Miglioramento: è un documento operativo che le scuole sviluppano per attuare le priorità emerse dal proprio Rapporto di Autovalutazione, ndr). Da noi l’IA si usa da almeno due anni; nell’ultimo, con i miei collaboratori abbiamo introdotto anche la generativa come strumento di confronto: ci parliamo “con” l’IA, discutiamo e ragioniamo in staff, lasciandole il compito di aiutarci a stilare scenari organizzativi e pedagogici – non di decidere al posto nostro. In fondo è questo il punto: l’IA non sostituisce l’autorevolezza di una firma; ci restituisce il tempo per meritare quella firma”.

Il lavoro del ministero è promosso anche da Daniele Barca, dell’IC3 “Mattarella” di Modena. Secondo il preside le Linee guida sono state fatte da chi ne capisce del tema e sono allineate con quelle dell’Unesco. Nella nostra scuola da cinque anni facciamo in orario curricolare “Lucy” che è il percorso multidisciplinare con valutazione di IA per under 14.

Da Modena a Brindisi dove a lavorare con l’intelligenza artificiale c’è Salvatore Giuliano, già sottosegretario all’Istruzione. Per lui il lavoro fatto dal MIM è ottimo. D’altro canto alla sua scuola da anni si va in questa direzione e ora il progetto Book in Progress diventa Book in Progress AI lanciando una piattaforma che unisce l’intelligenza artificiale ai contenuti certificati dai docenti, creando percorsi personalizzati e sicuri per ogni studente.

“Questo sistema – ha spiegato Giuliano quando ha illustrato la novità – non si limita a fornire risposte, ma costruisce un percorso didattico personalizzato per ciascuno studente. Utilizziamo i contenuti del Book in Progress e quelli che si andranno a creare. Questi materiali, con l’ausilio dei sistemi di intelligenza artificiale, consentiranno la personalizzazione degli apprendimenti. Se uno studente predilige lo stile visivo, riceverà contenuti multimediali. Se preferisce il testo, saranno disponibili materiali testuali. Tutto ciò accade in modo trasparente e sicuro. Ogni informazione rimane nei server italiani. Ma sarà sempre l’insegnante a valutare l’alunno: l’IA non darà voti”.

Grazie al Book in Progress AI, non solo gli studenti potranno ricevere una formazione su misura, ma anche i docenti avranno strumenti utili per comprendere come aiutarli meglio.

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