Via dei Filtri, dopo lo stop al progetto la protesta dell’opposizione in Media Valbisagno: “Non farla è una vergogna”
- Postato il 13 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. “La strada dei filtri la chiedono i cittadini, non farla è una vergogna“. Questa la scritta dello striscione di protesta portato questo pomeriggio sotto la sede del Municipio IV Media Valbisagno da parte degli esponenti dell’opposizione, capitanati dall’ex presidente Maurizio Uremassi e il consigliere Giuseppe Bazzurro.
Il riferimento è alla decisione della giunta comunale di stoppare il progetto, previsto nello scorso ciclo amministrativo, di collegare via Trossarelli, strada collinare di Prato, a via Struppa, attraverso il prolungamento di via dei Filtri per snellire la viabilità della zona e dare una valvola di sfogo alla strada che porta sulle alture della Val Bisagno.
“Siamo qua a protestare perché quest’opera la vogliamo fortemente – spiega Bazzurro – e sono sei anni che ci stiamo lavorando. La scorsa giunta aveva stanziato già 3 milioni di euro, che oggi invece sono sappiamo dove finiranno. Stanno sistematicamente disfando quello che è stato fatto negli anni scorsi. Chiaramente il progetto è complesso, ma per superare le difficoltà serve la volontà politica che oggi non c’è più”.
La decisione della giunta
Nelle scorse settimane il progetto è passato in Sala Rossa, durante il question time in Consiglio comunale. Dalla risposta dell’assessore Ferrante erano emerse nuove significative criticità che avrebbero fatto lievitare enormemente i costi, già stimati oltre i 3 milioni di euro.
L’assessore aveva riferito che, sebbene sia stato affidato il progetto di fattibilità tecnica ed economica (PFTE), le prime indagini geognostiche hanno fatto emergere una serie di ostacoli complessi. Il primo, come prevedibile, legato al rischio di dissesto idrogeologico: parte del possibile tracciato stradale ricade in aree ad alta suscettività al dissesto. Sarà necessaria la preventiva realizzazione di opere di bonifica e sistemazione del movimento franoso, tra cui cordoli in micropali e una rete di regimazione delle acque superficiali, con l’obiettivo di eliminare la causa principale dei dissesti rilevati sulle abitazioni esistenti.
Ma non solo: il tracciato interferisce con il Rio Ruinà (classificato come primario), che non è stato indagato idraulicamente. Ciò renderebbe necessario uno studio idraulico “complesso ed oneroso” per escludere l’area dalla fascia di pericolosità P3, sebbene questa necessità potrebbe ridursi a una semplice delimitazione della fascia di inedificabilità assoluta se la Regione Liguria pubblicasse la cartografia relativa ai corsi d’acqua a morfologia incassata.