Via alla Champions League, per il calcio italiano poche speranze

  • Postato il 16 settembre 2025
  • Di Panorama
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Primo appunto da prendere: non alziamo la coppa delle grandi orecchie (fu Coppa dei Campioni, ora Champions League) da tre lustri: 22 maggio 2010 l’ultima volta. Sono seguite quattro delusioni in finale equamente ripartite tra Juventus e Inter e la sensazione è che se esiste un momento per rompere il soffitto di cristallo che tiene imprigionato il calcio italiano alla memoria del tempo che è andata, ebbene quel momento non è oggi.

Non solo perché il super computer che ha analizzato migliaia di combinazioni taglia fuori Napoli, Inter, Atalanta e Juventus dalle chance di conquista della Champions League che si concluderà il prossimo 30 maggio a Budapest. A dire che molto difficilmente un’italiana spezzerà l’incantesimo del 2010 è l’analisi del momento delle nostre squadre confrontato con le ambizioni delle altre, inglesi e non solo.

Champions League, Italia al via con poche speranze

La Serie A schiera ai nastri di partenza della fase a girone unico quattro rappresentanti. Tre di queste sono in fase di travaglio e, per una ragione o per l’altra, non al culmine di un ciclo in cui l’obiettivo di andare fino in fondo in Europa può essere ragionevolmente messo in conto. L’altra (il Napoli) ha la continuità dalla sua, ma è anche a livello europeo quella con il pedigree inferiore e lo stesso vale per il suo allenatore: meraviglioso quando si tratta di affrontare campionati, meno alla prova dei tornei brevi.

Dunque, l’Italia sarà costretta a inseguire le altre sperando di non doverle guardare troppo da lontano. Fuori dai nostri confini, infatti, il livello delle ambizioni e delle spese cambia. Per dire, il Liverpool ha gettato sul tavolo del mercato estivo poco meno di mezzo miliardo di euro per dare corpo al sogno di tornare a dominare in Europa, il Manchester City si è permesso il lusso di portare a casa il portiere top (Donnarumma) in chiusura di sessione, l’Arsenal ha consolidato la sua crescita e il Chelsea porta il carico del titolo mondiale per club conquistato a luglio negli Stati Uniti.

Oppure il Psg di Luis Enrique per provare a ripetersi, le grandi di Spagna che vogliono rialzare la testa dopo l’ultima stagione diversamente deludente e il solito Bayern Monaco che si allena in Germania per dare noie a tutti in Champions League e che ha possibilità economiche inarrivabili per le nostre. Questo è il quadro. Poi arrivano le italiane, che negli ultimi anni sono state capaci di andare oltre i propri limiti vendendo cara la pelle ma che in questo autunno 2025 presentano panni dismessi.

Napoli, Inter, Atalanta e Juventus: ecco i veri obiettivi

Detto che il nuovo format, scoperto la scorsa stagione, è qualcosa che prosciuga le energie e rende alcuni pronostici estremamente aleatori e pericolosi, alcuni obiettivi realistici per le squadre italiane si possono porre, facendo leva anche sulla breve esperienza passata. La premessa è che il sorteggio di Nyon di fine agosto non è stato benevolo.

Partendo dal Napoli, i campioni d’Italia rientrano in Champions League dopo l’assenza dovuta ai disastri della stagione post scudetto con Spalletti. Conte ha voglia di cancellare l’immagine di allenatore non adatto alle coppe europee e De Laurentiis gli ha messo a disposizione una rosa profonda e qualitativa, formata anche da calciatori che hanno esperienza internazionale. Livello delle avversarie della prima fase: medio tendente all’alto, ma giocabile per chi ha ambizioni. Gli sforzi di ADL suggeriscono che l’obiettivo possano essere i quarti di finale, soprattutto se il gioco ad incastri a gennaio e febbraio non dovesse risultare penalizzante.

L’Inter di Inzaghi è arrivata alla finale per due volte nelle ultime tre stagioni, quella di Chivu farà molta più fatica a restare ad alti livelli. La prima fase è difficile tendente al molto, cosicché diventa ragionevole immaginare un passaggio oltre non nelle prime otto ma attraverso la porta di servizio dei playoff. Dove può accadere di pescare il Brest oppure… il Liverpool. In assoluto, però, un progetto sportivo a cavallo tra un ciclo che si chiude e uno che apre sembra calibrato per gli ottavi di finale o poco oltre.

La Juventus un anno fa fu buttata fuori dal Psv in un playoff in cui entrava con tutti i favori del pronostico. Al netto degli errori compiuti nella doppia sfida con gli olandesi, però, fu tutta la Champions League bianconera a deludere. Tudor ha una squadra più compatta e migliore in difesa e attacco rispetto a quella di Thiago Motta, però a centrocampo la qualità non è sufficiente per competere al massimo livello. La prima fase è abbastanza semplice e può anche far puntare ai 16-17 punti necessari per sbarcare negli ottavi di finale. L’obiettivo da dichiarare, però, arriva al massimo ai quarti e non più in là.

Per chiudere l’Atalanta dell’Anno Uno dopo Gasperini. Inutile girarci intorno, le incognite sono superiori alla considerazione di una squadra che ha certamente ancora buoni valori, ma deve essere reinventata dal nuovo allenatore. Il paradosso è che Juric ha pescato una prima fase più semplice rispetto alle altre italiane. Nonostante questo, la visione è quella di un passaggio ai playoff sperando che la sorte sia poi benevola. Potrebbe anche essere l’obiettivo massimo.

Autore
Panorama

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