Via a South H2: il ponte di idrogeno tra Nord Africa ed Europa entro il 2030

  • Postato il 22 gennaio 2025
  • Di Panorama
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Via a South H2: il ponte di idrogeno tra Nord Africa ed Europa entro il 2030



Nel 2030 ci sarà un ponte di idrogeno tra Nord Africa ed Europa. Accelera il progetto South H2. Ieri a Roma la firma di una dichiarazione di intenti tra cinque Paesi coinvolti nel Corridoio meridionale dell'idrogeno. 3300 chilometri per trasportare idrogeno rinnovabile dal Nord Africa al Vecchio Continente. “L’idrogeno è fondamentale per l’industria pesante in vista della decarbonizzazione e per la creazione di sistemi di accumulo di lunga durata. E lo scenario più realistico per l’Italia (ma anche per l’Europa) è lavorare sulla produzione in casa, ma anche sull’importazione”, spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club e direttore scientifico di QualEnergia.

La domanda globale di idrogeno ha sfiorato i 100 milioni di tonnellate nel 2024. “Ci sono una serie di utilizzi dell’idrogeno che hanno dimostrato di non essere validi. Non serve per la mobilità (la Germania ha abbandonato per esempio i progetti dei treni e il Giappone le auto a idrogeno) e per l’edilizia civile. Ma per le industrie che hanno grandi difficoltà a decarbonizzarsi è una necessità”. Gli obiettivi europei da qui al 2030 sono ambiziosi. “L’Italia punta ad avere 3 gigawatt di elettrolizzatori (impianti per fare idrogeno) alimentati da rinnovabili. Ancora più ambiziosi altri Paesi. La Spagna mira a 11 gigawatt, la Germania a 10 e la Francia a 12. E produrre tutto l’idrogeno in casa è complicato, per questo l’importazione è cautelativamente utile”, continua Silvestrini.

Si parla di un gasdotto capace di trasportare idrogeno rinnovabile dal Nord Africa (Algeria e Tunisia) fino a Germania e Austria, passando attraverso l'Italia, che fungerà da "gateway energetico" per l'Europa. La condotta collegherà Mazara del Vallo a Tarvisio, coprendo 2.300 chilometri in territorio italiano, con una capacità di trasporto annuale stimata in 4 milioni di tonnellate di idrogeno verde. Guidato da un consorzio internazionale composto da Snam (Italia), Tag e Gca (Austria) e Bayernets (Germania), il South H2 Corridor utilizzerà per circa il 70% infrastrutture già esistenti, adattate al trasporto dell'idrogeno. L'infrastruttura dovrebbe essere attiva entro gennaio 2030, in linea con gli obiettivi del piano europeo REPowerEU, contribuendo per il 40% al raggiungimento dei target di decarbonizzazione.

“Il corridoio serve perché l’Italia (e gli altri Paesi europei) che sono già in difficoltà a raggiungere gli obiettivi delle rinnovabili fissati per il 2030 dovrebbero aggiungere anche una quota di rinnovabili destinata all’idrogeno. Produrre solo in casa significherebbe dover aumentare di un terzo la potenza installata di rinnovabili, oltre a quella che serve già per il 2030”, continua il Professore.

La domanda di idrogeno ha sfiorato i 100 milioni di tonnellate nel 2024 (Global Hydrogen Review 2024) dai 97 milioni di tonnellate nel 2023. “Sul lungo periodo l’idrogeno verde (prodotto con fonti rinnovabili) ha più possibilità di sviluppo rispetto a quello blu (viene da combustibili fossili come il gas naturale). Ma significa avere moltissime fonti di rinnovabili a disposizione. Questa è la questione sul tavolo”, conclude Silvestrini.

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