Verzino, chiesti 30 anni per l’uomo che uccise il genero e sparò ai nipoti
- Postato il 17 luglio 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 4 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Verzino, chiesti 30 anni per l’uomo che uccise il genero e sparò ai nipoti
Il pm chiede 30 anni per l’uomo di Verzino che uccise il genero e tentò di uccidere i nipoti e 16 anni per suo figlio
VERZINO – Il pm Pasquale Festa ha chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per Vito Avenoso, il taglialegna 67enne che nel dicembre 2022 uccise a fucilate il genero Luigi Greco e tentò di uccidere anche i nipoti Francesco, ferito gravemente alla testa, e Raoul, che riuscì a schivare la traiettoria dei colpi. Il pm ha chiesto, invece, 16 anni per il figlio di Vito, Antonino, che avrebbe concorso col padre nel grave fatto di sangue. Il processo si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro. Vito Avenoso è reo confesso, come si ricorderà. Ha sostenuto di aver trovato casualmente di notte, in campagna, in un sacchetto, insieme alle munizioni, il fucile con cui ha prima teso un agguato nei boschi alla vittima, sfuggita perché era a bordo di un camion e riuscita a ripararsi dietro il mezzo e poi a scappare.
LEGGI ANCHE: Il delitto di Verzino, l’omicida: «Non volevo uccidere i miei nipoti» – Il Quotidiano del Sud
LA VICENDA DELL’UOMO DI VERZINO CHE UCCIDE IL GENERO E SPARO’ AI NIPOTI
Avenoso avrebbe prelevato l’arma e sparato al genero, a suo dire, temendo che questi potesse ucciderlo. È l’arma, caricata a pallini, con cui Avenoso è stato visto da testimoni oculari mentre si dirigeva verso casa dei Greco, e poi trovata all’interno dell’abitazione con canna e sottocalcio separati. Ma è una versione inattendibile, secondo gli inquirenti, perché Avenoso ha mostrato dimestichezza nell’uso dell’arma avendo ammesso di aver ricaricato il fucile durante l’azione. Una teste asserisce peraltro di averlo visto smontare il fucile, il cui utilizzo non poteva, pertanto, essere improvvisato.
Si sono costituiti parte civile i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Mariano Salerno, Marilena Aloe, Giovanni Panuzzo, Mario Germinara, che si sono associati alle richieste del pm. La moglie dell’imputato non si è costituita parte civile.
IL MOVENTE
Il movente? I carabinieri intervenuti nell’immediatezza del fatto sentirono Vito Avenoso pronunciare una simile frase mentre si rivolgeva a sua figlia Antonella: «L’ho fatto per te perché così la finiamo con questa storia». Il riferimento sarebbe ai dissidi con Greco, nei cui confronti pendeva un processo per maltrattamenti ai danni della moglie. Vito Avenoso venne fermato subito dopo il fattaccio. Antonino Avenoso venne arrestato alcuni mesi dopo a Bamberg, in Germania, dove lavorava come operaio.
Alla prossima udienza la parola alla difesa, rappresentata dagli avvocati Peppino Mariano, Vito Savaro e Gregorio Viscomi.
Il Quotidiano del Sud.
Verzino, chiesti 30 anni per l’uomo che uccise il genero e sparò ai nipoti