Vertice Nato, Meloni sconfessa la Lega: “L’obiettivo del 5% è sostenibile, c’è una flessibilità totale”
- Postato il 25 giugno 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dall’inviato a L’Aja
Al termine del vertice della Nato in cui sono stati approvati i nuovi target di spesa del 5% per la Difesa entro il 2035, Giorgia Meloni rivendica la “necessità” e la “sostenibilità” degli investimenti sconfessando la Lega di Matteo Salvini che mercoledì mattina, per voce del responsabile economico Albergo Bagnai, aveva sostenuto che i nuovi obiettivi fossero “insostenibili”. Durante il punto stampa con i giornalisti al termine del summit Nato all’Aja, Meloni ha anche fatto capire di voler rispettare gli impegni in tema di spese militari pur considerando la trattativa sui dazi come “due facce della stessa medaglia” del rapporto tra Italia e Stati Uniti.
A proposito delle spese militari e dei nuovi target che comporterebbero una spesa di ulteriori 70 miliardi all’anno per la Difesa da qui al 2035, la presidente del Consiglio ha spiegato che nemmeno “un euro” sarà “distolto” dalle priorità degli italiani. A chi le ha chiesto, come hanno fatto le opposizioni, se l’Italia non avrebbe dovuto seguire la Spagna in una richiesta di maggiore flessibilità, Meloni ha risposto: “Abbiamo fatto come loro, abbiamo firmato lo stesso documento. Non ho visto interventi particolarmente polemici…”.
La premier italiana però ha anche contraddetto gli alleati della Lega sul 5% per le spese militari. Mercoledì mattina il responsabile economia del Carroccio Alberto Bagnai, parlando a Coffee Break su La7, aveva definito quello del 5% un obiettivo “al momento irraggiungibile e insostenibile socialmente”. A domanda specifica, la premier italiana ha spiegato di essere arrivata all’Aja “con una risoluzione votata da tutta la maggioranza: è una decisione che noi abbiamo preso con cognizione di causa, facendo le nostre valutazioni, col ministro dell’Economia (il leghista Giancarlo Giorgetti, ndr)”.
Al contrario della Lega, Meloni ha aggiunto di essere convinta che il nuovo target “sia sostenibile per l’ampiezza delle spese, per il fatto che noi parliamo di un impegno a 10 anni, per il fatto che parliamo di un impegno che nel 2029 si deve in ogni caso ridiscutere, per il fatto che non ci sono incrementi obbligati annuali per gli Stati membri e questo consente anche di fare le scelte in base all’andamento della situazione in quel particolare momento. Quindi, c’è una flessibilità totale”, ha spiegato la presidente del Consiglio.
La premier italiana ha anche aperto alla possibilità di arrivare a un accordo con l’Unione Europea sui dazi. In particolare, prima di partire per il Consiglio Europeo di Bruxelles, ha parlato di un patto con Washington sul 10% sui dazi: “Io sono abbastanza d’accordo – ha aggiunto Meloni – perché non sarebbe particolarmente impattante”. Non tutti i Paesi a Bruxelles sono d’accordo.
Dopo il consiglio atlantico, Meloni ha partecipato a una riunione del formato E5 (Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Italia) con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e nel pomeriggio partirà per Bruxelles per prendere parte al Consiglio Europeo di giovedì e venerdì. Martedì sera invece la premier ha cenato a fianco del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un tavolo ristretto con i reali d’Olanda, il segretario generale della Nato Mark Rutte e il presidente turco Recep Tayip Erdogan. I due hanno avuto un lungo colloquio sulla situazione in Medio-Oriente, hanno fatto sapere fonti di Palazzo Chigi.
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