Vertice Nato approva l’aumento di spesa per la difesa al 5 per cento del Pil. La Spagna si sfila, Trump: “Terribile, pagherà il doppio dei dazi”

  • Postato il 26 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Al vertice Nato dell’Aja in Olanda, Donald Trump ha ottenuto quello che voleva: l’aumento delle spese al 5 per cento del Pil. L’accordo che prevede la famosa divisione del 3,5+1,5 per cento è stato approvato dai leader, confermando così l’intesa raggiunta già nei giorni scorsi. Il testo della dichiarazione finale prevede che gli “alleati stanzieranno almeno il 3,5 per cento del Pil annuo, entro il 2035, per finanziare i requisiti fondamentali della difesa e per soddisfare gli obiettivi di capacità della Nato”.

La menzione dei target permette al premier spagnolo Pedro Sanchez di cantare vittoria, perché ritiene di poter espletare i suoi obblighi col 2,1 per cento, così come calcolato (dice) dai militari. Trump ha replicato alla Spagna che nei fatti si è sfilata, mettendola nel mirino: “È terribile, non vuole pagare la sua quota, le applicheremo dazi doppi”. Non si è fatta attendere la risposta di Madrid: “I negoziati sui dazi si fanno con l’Unione europea”.

Nel comunicato finale ci sono solo 5 paragrafi su cui appaiono tutte le richieste Usa. La Russia viene definita sì “una minaccia di lungo termine” ma non ci sono riferimenti alla guerra di aggressione in Ucraina proprio per non disturbare il processo di pace immaginato da Trump. Gli alleati poi “ribadiscono il loro impegno sovrano a fornire sostegno” a Kiev. Il principio del “percorso irreversibile” verso la Nato scompare del tutto proprio come chiesto dagli Usa.

Trump e Rutte
Vertice Nato approva l’aumento di spesa per la difesa al 5 per cento del Pil. La Spagna si sfila, Trump: “Terribile, pagherà il doppio dei dazi” (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Rutte e il premier britannico Keir Starmer, malgrado il documento approvato, sull’Ucraina hanno però assicurato che le promesse fatte a Kiev in passato “restano valide”. Volodymyr Zelensky, ha rimarcato, può essere “sicuro del nostro sostegno, qui è tra amici”.

Il presidente ucraino, dal canto suo, al contrario di quanto accaduto al G7 è riuscito a incontrare Trump a quattr’occhi e si è detto soddisfatto: “È stato un confronto lungo e significativo, abbiamo affrontato tutte le questioni veramente importanti”. Trump lo ha confermato: “Non avrebbe potuto andare meglio, Zelensky vuole vedere la fine del conflitto”. Vladimir Putin, nella nuova narrazione, viene infatti bollato come “mal consigliato”.

Il tycoon ha persino aperto alla possibilità di fornire nuove batterie di Patriot a Kiev. “Vediamo cosa riusciamo a fare, sono molto difficili da ottenere”, ha detto in una conferenza stampa fiume in cui ha spaziato dall’Iran al conflitto tra Congo e Ruanda, dal suo rapporto con Rutte – c’è chi storce il naso per le sue continue adulazioni, ma non certo Trump – a Gaza.

Zelensky, infine, ha avuto un mini vertice con i Paesi dell’E5 (Francia, Germania, Polonia, Regno Unito e Italia, in pratica il direttorio dei volenterosi), in cui ha incassato la promessa di “nuove sanzioni alla Russia”. Tutto considerato, insomma, è il massimo che si poteva ottenere. Soprattutto, sia nel comunicato finale che nelle affermazioni di Trump, viene riaffermato il principio sacro dell’uno per tutti e tutti per uno, ovvero l’articolo 5, che sta alla base della Nato.

“Ho visto l’amore che i leader hanno per i loro Paesi, li vogliono proteggere e senza gli Usa non sarebbe lo stesso”, ha concesso Trump dicendosi al tempo stesso “entusiasta” per i risultati del summit che finalmente solleverà gli Usa da “un peso ingiusto”. “Ed è merito mio”, ha concluso.

Sanchez ha invece rivendicato il diritto ad avere un percorso diverso, che premi “la Spagna e il welfare”. “Con Madrid tratteremo direttamente”, ha tagliato corto il presidente Usa, interessato chiaramente ad incassare il “successo monumentale” del summit dell’Aja. Nel comunicato finale vengono messi sullo stesso piano il 3,5 per cento e il raggiungimento degli obiettivi di capacità Nato, e questo vale per tutti. L’Alleanza sostiene che appunto ci vorrà il 3,5 per cento, mentre Madrid si discosta con “una scelta sovrana”, optando per lo scontro con gli Usa.

Ebbene, ora inizia il lavoro vero. Perché, come ha ricordato Rutte, adesso bisogna “attuare le decisioni” e i politici dovranno compiere “scelte dure” per trovare i quattrini. A regime si tratta di 1.000 miliardi di dollari in più all’anno.

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Blitz

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