Verso le Quilter Nations Series, l’ex capitano azzurro Bigi: “Nazionale che cresce, matura di partita in partita”
- Postato il 6 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Ad una manciata di giorni dal debutto dell’Italia nelle Quilter Nations Series, a Udine contro l’Australia, anche il campionato di Serie A Elite Maschile va in pausa, e ci va con il Valorugby Emilia in testa alla classifica. Nella rosa della squadra allenata dall’ex Azzurro Marcello Violi, anche Luca Bigi. Il tallonatole, in passato in forza alla Benetton e alle Zebre, ed ex capitano della Nazionale, ha fatto il punto sul campionato che vede i reggiani al momento in testa, ma anche sulle possibilità che i ragazzi di Quesada avranno nelle sfide con i Wallabies, gli Springboks e i Condores cileni.
Luca, partiamo da Reggio Emilia. Come ti stai trovando in questa nuova avventura e quanto siete soddisfatti del primato alla pausa?
“A Reggio mi sto trovando davvero molto bene. Sono entusiasta dell’ambiente, delle persone e della struttura che ho trovato: un club con una visione a lungo termine, ambizioso ma saldo nei valori, radicato sul territorio e con una cultura forte. Quest’anno celebriamo gli 80 anni del rugby reggiano e tutto il club sta lavorando per rendere questa ricorrenza un momento di crescita e partecipazione. Dal punto di vista sportivo siamo partiti bene: la preparazione è stata importante, il gruppo è ampio e giovane ma di qualità, sia umana che tecnica. Il club è molto attento anche alla responsabilità sociale e alla doppia carriera, quindi è un ambiente completo. Per me, che sono tornato nel club della mia città, quello dove ho iniziato a giocare, è un motivo di orgoglio. Ora arriva la pausa, ma abbiamo tre partite di Coppa Italia fondamentali: vogliamo affrontarle al massimo per restare in alto anche in quella classifica e proseguire il nostro percorso con continuità e consapevolezza”.
Dal punto di vista tecnico, com’è stato inserirsi in un nuovo gruppo dopo tanti anni alle Zebre?
“Il mio primo obiettivo è stato quello di guadagnarmi il rispetto dei compagni, entrando in punta di piedi in un gruppo già consolidato. Mi sono posto con rispetto verso le figure di riferimento dello spogliatoio, cercando di dare subito il mio contributo attraverso le azioni quotidiane. Fisicamente sto bene, e questo mi ha aiutato a essere subito dentro al progetto. Il gruppo mi ha accolto a braccia aperte: c’è molta coesione e una grande sintonia tra squadra e staff. Le linee guida del management sportivo sono chiare e condivise, e questo crea un ambiente trasparente. Certo, c’è sempre da migliorare, ma la cosa più bella è vedere il coinvolgimento di tutti i giocatori, a 360 gradi, nella vita del club: è un segno di cultura di squadra, e quest’anno vogliamo farla crescere ancora”.
Una curiosità: com’è ritrovarsi ad avere come allenatore un compagno di tanti anni, come Marcello Violi?
“Avevo già vissuto una situazione simile l’anno scorso con Dave Sisi alle Zebre, ma con Marcello è diverso: lui è entrato pienamente nel ruolo di allenatore, pur restando se stesso. Sa quando serve una battuta o un sorriso, ma anche quando bisogna essere esigenti e dire le cose come stanno. È molto attento alla squadra, senza distinzioni: che tu sia il capitano, un veterano o un giovane appena salito dalla cadetta, pretende sempre il massimo. Apprezzo molto la sua integrità, perché sono convinto che i progetti vincenti nascano prima di tutto dalle persone. Marcello gode della fiducia del club, dello staff e del gruppo, e sta facendo davvero un ottimo lavoro. Fuori dal campo ogni tanto ci scappa la battuta tra vecchi compagni, ma io rispetto totalmente la sua posizione da allenatore, come lui rispetta la mia da giocatore: fa parte di un equilibrio sano”.
Passando alla Nazionale: da ex capitano azzurro, come vedi oggi l’Italia e che tipo di partite ti aspetti da questa finestra internazionale?
“Dopo la tournée estiva ho parlato con diversi ragazzi e ho visto Gonzalo Quesada alla presentazione della stagione a Parma: sono rimasto colpito dalla solidità e dalla competitività che la squadra sta costruendo. È un gruppo che matura di partita in partita. L’Australia, che affronteremo per prima, arriva da un periodo di crescita e sarà un test tosto, ma l’Italia gioca in casa e ha ormai una struttura consolidata, con molti giocatori che stanno facendo esperienza all’estero e si stanno affermando ai massimi livelli. Mi aspetto tre partite di altissimo livello, perché la Nazionale sta trovando continuità e identità”.
Ti sembra che il percorso di crescita della squadra sia ancora condiviso e in pieno sviluppo?
“Sì, assolutamente. È chiaro, condiviso e in continua conferma. Non riguarda solo la Nazionale, ma tutto il movimento di alto livello: le Zebre sono partite bene, Treviso è sempre più solida, e stanno emergendo tanti giovani interessanti. Penso a Belloni, a Opoku, a Todaro: sono segnali che il percorso funziona, che si sta lavorando nella direzione giusta. La crescita non è più solo teorica, si vede nelle prestazioni, nelle mini-competizioni interne durante l’anno, dal Sei Nazioni ai test estivi. Mi aspetto tre partite intense, con un’Italia solida in mischia, ruvida in difesa e capace di esprimere un gioco efficace quando l’attacco gira. Per vincere servirà giocare al 100%, senza lasciare nulla sul campo, ma sono convinto che vedremo una squadra capace di divertirsi e far divertire”.