Verona, uno scudetto irripetibile. Quarant’anni fa il trionfo storico
- Postato il 16 maggio 2025
- Di Panorama
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Quarant’anni fa, un’altra Italia, un’ altro calcio. E un’impresa straordinaria realizzata dal Verona guidato da Osvaldo Bagnoli, un padre per quei ragazzi che scalarono tutte le vette fino ad arrivare in cima. Le parate di Garella, la classe di Di Gennaro, la potenza di Briegel e Elkjaer, la velocità di Fanna, l’istitnto del gol di Galderisi. Un mix ben assortito che portò al primo e unico scudetto conquistato dal Verona.
Antonio Di Gennaro era il regista di quel Verona. Che stagione fu?
Quel Verona era fortissimo, ma allo scudetto non pensavamo. Noi ogni anno avevamo in mente la salvezza, ma piano piano la società costruì una squadra fortissima e il resto lo fece Bagnoli con la sua semplicità: ognuno al suo posto e ciascuno dava il massimo. Tutti parlano di miracolo, ma noi dopo la promozione della B avevamo fatto due quarti posti e due finali di Coppa Italia purtroppo perse. Una squadra già forte che venne completate dagli stranieri che si integrarono subito nel gruppo.
Tanta qualità in quel Verona.
Briegel fu un intuizione di Bagnoli, lui giocava terzino nella nazionale tedesca e Bagnoli lo mise mediano e lo mandò a marcare Maradona e Briegel fece anche nove gol senza rigori. Bagnoli giocava sempre con due punte, gli piaceva attaccare e poi gli esterni Fanna e Marangon che attaccavano sempre. Una mentalità che il mister ha plasmato e poi coi due stranieri siamo decollati.
Che uomo era Bagnoli?
Se rendevi in campo a lui non interessava altro, ti lasciava libero. Io mi separai dalla mia prima moglie e andai a parlare con lui, gli disse del mio problema e lui mi aiutò apprezzando la persona che si confidava. Qualcosa di più dell’allenatore, lui diceva che ognuno deve giocare come sa fare senza preparare tante cose.
Società come una famiglia, e Ciccio Mascetti era l’architetto.
Il nostro fratello maggiore, grande calciatore e grande uomo. Da dirigente era fantastico, si completava con Bagnoli, gli dava anche lo spazio giusto a livello di comunicazione.
C’è stato un momento decisivo della stagione?
Tre momenti: la vittoria a Torino contro i granata con Garella che fece delle parate eccezionali e poi a Udine contro l’Udinese, andiamo avanti 3-1 poi ci fanno il 3-3 e con Fontolan ci guardammo negli occhi pensando di aver perso lo scudetto, poi vincemmo 5-3. E poi il pareggio a Torino contro la Juve, che poteva rientrare nel giro scudetto e noi la bloccammo.
Adesso sarebbe più difficile ripetere quell’impresa per un club piccolo?
Dopo di noi vinse lo scudetto la Sampdoria di Mantovani che però aveva grandi capitali. Adesso ci sono squadre come l’Atalanta che stanno benissimo nel calcio e che hanno fatto un percorso eccezionale vincendo l’Europa League, ma soprattutto ripetendo risultati importanti ogni anno. Percassi e Gasperini hanno fatto qualcosa di eccezionale. Insomma è difficile ma facendo le cose con serietà si può fare tutto.
Domenica gran festa al Bentegodi e Verona quasi salvo.
Si, è stato bellissimo ritrovare i vecchi compagni e fare festa con la gente allo stadio. Il nuovo Verona ha idee importanti con la nuova proprietà; il nuovo stadio e il centro sportivo che sono passaggi fondamentali. Il Verona dei prossimi anni spero possa crescere ancora e scalare un po’ la classifica.