Verde urbano, Aster testa le tecniche di sfalcio differenziato nel parco della Gavoglio

  • Postato il 18 settembre 2024
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Inaugurazione completa Parco Gavoglio

Genova. La partecipata comunale Aster, che si occupa anche di gestione del verde pubblico, sta sperimentando in uno dei parchi cittadini, interno all’area dell’ex caserma Gavoglio, al Lagaccio, una nuova tecnica di sfalcio, denominata sfalcio differenziato.

“Negli ultimi decenni, il concetto di sfalcio differenziato è emerso come strategia innovativa per la gestione del verde urbano per il suo impatto positivo sulla biodiversità e sul mantenimento degli ecosistemi urbani – spiegano i tecnici agronomi di Aster – questo approccio, basato su studi scientifici e pratiche ecologiche, rappresenta una delle risposte più efficaci alla crescente necessità di coniugare l’intervento umano con la tutela dell’ambiente”.

Lo sfalcio differenziato consiste nel variare la frequenza e l’intensità del taglio della vegetazione in base alle caratteristiche ecologiche, topografiche e funzionali di ciascuna area. In altre parole, mentre alcune zone, come quelle ad alta frequentazione umana (parchi pubblici, giardini, bordi stradali), sono tagliate più spesso per mantenere un aspetto curato e accessibile, altre, soprattutto quelle a bassa fruizione o di particolare interesse naturalistico, vengono lasciate crescere in modo più naturale.

Questa metodologia è supportata da studi volti a dimostrare come una gestione più “naturale” del verde possa favorire la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e del suolo e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Aster sta promuovendo, a questo proposito, un questionario realizzato dall’Università di Genova, parte di una ricerca che vuole valutare la percezione dei cittadini rispetto alle cosiddette “nature based solution”, ovvero interventi che utilizzano la natura per migliorare la qualità ambientale e la qualità della vita nelle città. A questo link si può partecipare al sondaggio.

“Abbiamo iniziato un’interessantissima operazione in collaborazione con il Dipartimento per lo studio del territorio e delle sue risorse dell’Università di Genova – spiegano da Aster – individuando e realizzando aree a sfalcio differenziato negli spazi del Parco Urbano dell’ex Caserma Gavoglio. un monitoraggio costante che sta iniziando a produrre dati interessanti e che saremo lietissimi di condividere in eventi dedicati, di prossimo lancio”.

“La sfida principale – proseguono dalla partecipata – resta quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e spiegare che una gestione ‘meno ordinata’ non è sinonimo di trascuratezza, ma di una maggiore attenzione alla salute dell’ambiente e degli ecosistemi urbani. Con un approccio scientificamente supportato, lo sfalcio differenziato potrebbe diventare la norma in tutte le città che aspirano a diventare più sostenibili e resilienti.

Il ruolo della biodiversità nello sfalcio differenziato

Uno degli aspetti chiave dello sfalcio differenziato è la sua capacità di promuovere e proteggere la biodiversità. Numerosi studi scientifici dimostrano che la gestione intensiva e uniforme delle aree verdi urbane può avere effetti negativi sulla fauna e la flora locali, riducendo la varietà delle specie presenti e frammentando gli habitat naturali. Al contrario, mantenere alcune aree con una crescita vegetativa più libera e meno controllata può offrire rifugi, fonti di cibo e siti di nidificazione per un’ampia gamma di specie.

Flora
Piante spontanee, molte delle quali sono considerate “erbacce” nella gestione tradizionale, possono prosperare in aree meno soggette a sfalcio frequente. Queste piante svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio degli ecosistemi locali, poiché forniscono cibo e habitat per insetti impollinatori, come api e farfalle, i cui numeri sono in declino a livello globale. Studi dimostrano che aree non sfalciate favoriscono anche la ricomparsa di specie vegetali autoctone, che sono spesso soffocate dalle pratiche di taglio uniforme.

Fauna
Lo sfalcio differenziato favorisce la conservazione degli habitat per piccoli mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, che utilizzano le zone con vegetazione alta per nascondersi dai predatori, riprodursi e nutrirsi. In particolare, per gli insetti impollinatori, che stanno affrontando un declino critico, queste aree possono rappresentare un salvavita. Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology (Martínez‐Ferrier, P., et al. (2019). Management of Urban Green Spaces: Implications for Biodiversity. Journal of Applied Ecology, 56(9), 2062-2071.) ha rilevato che la riduzione della frequenza di taglio in aree urbane può aumentare significativamente la densità di insetti impollinatori e migliorare la loro capacità di trovare habitat adatti.

Sfalcio differenziato e servizi ecosistemici

Oltre ai benefici per la biodiversità, lo sfalcio differenziato contribuisce anche al miglioramento dei cosiddetti servizi ecosistemici, ovvero i benefici che gli esseri umani traggono dagli ecosistemi naturali. I servizi ecosistemici più rilevanti legati a questa pratica includono regolazione climatica, conservazione del suolo e ciclo dei nutrienti.

Come lo sfalcio differenziato riduce l’impatto ambientale

Uno degli aspetti meno discussi ma altrettanto importanti dello sfalcio differenziato è la sua capacità di ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di manutenzione. I tagliaerba e gli altri strumenti utilizzati per la gestione intensiva delle aree verdi consumano carburante fossile e contribuiscono all’inquinamento dell’aria e delle acque.

Un approccio differenziato, che riduce la frequenza dei tagli in alcune aree, si traduce in una diminuzione delle emissioni di CO2 e nell’uso di macchinari. Uno studio condotto in Germania ha rilevato che riducendo del 30% la frequenza di taglio in parchi e aree verdi, le emissioni di anidride carbonica legate alla manutenzione del verde sono diminuite del 50%, grazie alla minore dipendenza da macchinari alimentati a benzina.

Un futuro sostenibile per le città

Il passaggio a uno sfalcio differenziato è già in atto in molte città europee. In Italia, comuni come Milano, Bologna e Firenze hanno avviato progetti pilota per implementare questa pratica, e i risultati iniziali sono estremamente incoraggianti. Non solo la biodiversità urbana è aumentata, ma i cittadini stessi hanno accolto positivamente le nuove aree verdi più naturali, spesso utilizzate anche per attività didattiche ed educative.

Autore
Genova24

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