Venezia, teatro La Fenice: presentata la nuova stagione lirica

  • Postato il 13 giugno 2025
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Venezia, teatro La Fenice: presentata la nuova stagione lirica

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Venezia, teatro La Fenice: il calendario della nuova stagione lirica e di balletto. Undici titoli d’opera, quattro spettacoli di danza, due nuove produzioni Education.


VENEZIA — Si alza il sipario sulla nuova stagione lirica e di balletto del Teatro La Fenice, e lo fa con uno slancio che travolge, conquista, promette emozioni forti. Undici titoli d’opera, quattro spettacoli di danza, due nuove produzioni Education e una sfida ambiziosa: rimanere un faro della lirica mondiale mentre si rinnovano le sue fondamenta tecniche. Mentre il cuore scenico della Fenice si prepara a un intervento strutturale da 2 milioni di euro, la programmazione guarda avanti, più viva e intensa che mai. Da febbraio a ottobre 2026 parte della stagione migrerà momentaneamente tra il Teatro Malibran e il Teatro Goldoni. È la forza della Fenice: anche quando si sposta, incendia i palcoscenici. Perché La Fenice non è solo un teatro: è una dichiarazione d’amore alla musica e alla sua capacità di rinascere, sempre.

La presentazione ufficiale della nuova stagione è avvenuta ieri (12 giugno), con il sovrintendente e direttore artistico Nicola Colabianchi, il responsabile delle attività di danza Franco Bolletta e il direttore generale Andrea Erri. Il calendario 2025-2026 si muoverà tra sogno e necessità. La grande stagione prende vita mentre il teatro affronta un’importante operazione di restauro tecnologico, che coinvolgerà la macchina scenica superiore, con lavori suddivisi in due fasi tra febbraio e ottobre 2026.

Venezia, la nuova stagione lirica e di balletto del teatro La Fenice

Sarà La clemenza di Tito di Mozart a spalancare le porte della stagione, in un nuovo allestimento firmato Paul Curran, diretto da Ivor Bolton: un’opera di fuoco e perdono, per accendere subito la miccia. Un’opera che coniuga il classicismo più puro con un’intensa tensione emotiva. Poi arriva l’uragano verdiano: Simon Boccanegra, con la regia di Luca Micheletti e la direzione musicale di Renato Palumbo, seguito dalla sempre attesa Traviata, nel leggendario allestimento di Robert Carsen che segnò la rinascita della Fenice nel 2004 – e che torna oggi come un rito collettivo di bellezza e memoria.

L’anima barocca di Venezia risorgerà con Ottone in Villa di Vivaldi. Il respiro epico di Wagner dominerà con un maestoso Lohengrin, coprodotto con l’Opera di Roma e il Palau de les Arts di Valencia: un evento destinato a lasciare il segno. Ed ecco il ritorno esplosivo della Carmen di Calixto Bieito, vera scossa di energia teatrale, seguito dalla rarità donizettiana Enrico di Borgogna. E ancora, la lirica rarefatta e perturbante di Venere e Adone di Salvatore Sciarrino, viaggio ipnotico nel suono contemporaneo; L’elisir d’amore, dolce e ironico come un sorriso d’amore improvviso; Pagliacci, grido disperato e sublime.

Venezia, La Fenice: il gran finale

Il gran finale? Una doppietta americana che promette scintille: The Telephone di Gian Carlo Menotti e Trouble in Tahiti di Leonard Bernstein. Regia di Gianmaria Aliverta e direzione di Francesco Lanzillotta. Un dittico moderno, frizzante, beffardo e struggente, perfetto per chiudere la stagione con un colpo di teatro.

Danza, Education, sinfonica: La Fenice è più che opera

La Stagione 2025-2026 non è solo lirica: è un’esplosione di linguaggi artistici. I quattro spettacoli di danza – selezionati da Franco Bolletta per sorprendere, commuovere, scuotere– mescolano eleganza classica e sperimentazione. Le due produzioni Education rafforzano il legame con i giovani, le scuole, il futuro e ribadiscono l’impegno della Fenice nel formare il pubblico di domani.. E la Stagione Sinfonica, anch’essa annunciata oggi, completa un programma che non concede tregua all’anima e all’immaginazione.

La Fenice vola alto, anche tra le impalcature

Cosa rende davvero unica questa stagione? Il coraggio. Il coraggio di non fermarsi davanti a cantieri, impalcature, bilanci. Il coraggio di continuare a creare grande arte, anche quando lo spazio cambia, anche quando il tempo impone manutenzione. La Fenice – proprio come l’uccello leggendario da cui prende il nome – rinasce, si trasforma, arde e si rialza. Con Mozart e Bernstein, con Vivaldi e Wagner, con Donizetti, Verdi, Bizet. Ogni titolo è una fiammata, ogni spettacolo una promessa: la Fenice non è solo un teatro. È un cuore che batte per Venezia, per la musica, per tutti noi. E quest’anno, batterà più forte che mai.

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