Venezia 82, Carlo Rambaldi in 3D «per le nuove generazioni»

  • Postato il 9 settembre 2025
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Venezia 82, Carlo Rambaldi in 3D «per le nuove generazioni»

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La nipote di Carlo Rambaldi, Cristina, parla di “Alien Perspective” a Venezia 82: un’esperienza di realtà virtuale diretta da Jung Ah Suh e da lei prodotta


Il mondo conosce Carlo Rambaldi come il tre volte vincitore del premio Oscar per gli effetti speciali (Alien, E.T., King Kong), per essere il padre della meccatronica, e soprattutto, come molti critici hanno riconosciuto, per essere riuscito a ricavare poesia dall’incontro tra arte e tecnologia.
Tra i progetti portati a Venice Immersive, la sezione di Extended Reality (XR) dell’82esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il mondo di Rambaldi sarà presente a Venezia 82, fino al 6 settembre, con “Alien Perspective”, un’esperienza di Realtà virtuale diretta da Jung Ah Suh e prodotta dalla nipote dell’artista, l’attrice Cristina Rambaldi, con il supporto della Fondazione culturale Carlo Rambaldi.

«Si può entrare letteralmente in uno dei suoi dipinti e nella sua collezione, è un viaggio dentro il suo processo creativo e in qualche modo dentro la sua mente e la sua storia, perché ci sono tanti riferimenti personali», così la nipote Cristina racconta la mostra dedicata a Rambaldi e ora a Venezia 82. E aggiunge come per lei è importante che non si tratti di un semplice «omaggio nostalgico, ma un invito a guardare al futuro che diventi una sorta di ponte generazionale».

Com’è nata l’idea di portare al pubblico questa “esperienza” di Rambaldi?

«Nel 1993, con l’avvento di Jurassic Park, arriva la Cgi e il contributo di Rambaldi a Hollywood inizia a diminuire. È allora che è tornato alle sue origini di pittore e scultore – lui nasce come artista visivo (aveva studiato all’Accademia di Belle arti di Bologna) – e lo fa portando con sé quel bagaglio immaginifico preso negli anni del cinema con il suo carico di visioni spaziali e aliene. Negli ultimi anni della sua vita crea la collezione “Atmosfere spaziali”, uno degli aspetti meno conosciuti di Rambaldi. Noi siamo partiti da lì e ci siamo chiesti come fare a tradurre l’eredità visionaria e futuristica di questo artista in un linguaggio che possa essere accessibile, comprensibile e intrattenere una nuova generazione».

Proprio con le nuove generazioni Carlo Rambaldi era molto generoso, anche con la sua presenza nelle scuole calabresi.

«Certamente, lui ha anche insegnato a Terni per parecchi anni in un’Accademia di cinema. E, come dice bene, si è molto speso con i ragazzi perché credeva molto nelle generazioni a venire; che poi è anche una parte fondamentale della nostra missione come Fondazione. Io ho fatto le medie a Lamezia Terme, quando nonno viveva già in Calabria, e spesso veniva anche nella mia scuola».

Che rapporto aveva suo nonno con la Calabria?

«Nonno amava la Calabria, proprio perché vedeva le possibilità di questa terra. Qualche giorno fa ne parlavo qui a Venezia con alcune persone della Calabria Film Commission e mi hanno ricordato come lui dicesse che questa regione gli ricordava la Silicon Valley perché c’erano pezzi di panorama che fisicamente gliela rammentavano. Poi c’era una cosa che diceva sempre della Calabria, che qui “si può girare qualsiasi film perché non manca nulla”. Era molto affascinato dalla Calabria. E anche noi siamo rimasti qui con la Fondazione. Io coltivo il mio rapporto con questa terra, che è anche quella che ha scelto mia madre, tornandoci spesso».

Qual è la destinazione del progetto “Alien Perspective”? La porterete anche in Calabria?

«Venezia 82 è il nostro primo festival, dopo faremo un giro di festival abbastanza importante in giro per il mondo e certamente lo porteremo in Calabria. Per il centenario dalla nascita, poi, ci sarà una retrospettiva a Los Angeles che inizierà il prossimo 30 ottobre e l’anno prossimo Carlo Rambaldi riceverà nella cerimonia ufficiale la propria stella sulla Hollywood Walk of fame».

Oggi, secondo lei, Rambaldi come considererebbe l’utilizzo della Cgi e dell’Intelligenza artificiale?

«Lui aveva già pianificato l’utilizzo delle tecnologie che poi sono diventate abituali, aveva già immaginato ologrammi e realtà virtuale. Io penso che, se fosse vissuto in quest’epoca, sarebbe stato curioso delle possibilità che le nuove tecnologie offrono. La cosa che mi piace pensare è che Rambaldi è un grande esempio di come la tecnologia serva, ma soprattutto di quanto sia importante il controllo di questo strumento. Una mente curiosa vede le possibilità prima dei limiti».

Pensa che anche per la Calabria potrebbe esserci un futuro più tecnologicamente avanguardistico, perché no, anche nel mondo del cinema?

«Io personalmente sono rimasta stupita, di recente, scoprendo che a Cosenza c’è un centro di robotica avanzatissimo. Ci sono delle realtà poco conosciute ma incredibili. Mi piacerebbe cambiare la narrazione intorno alla Calabria, magari ci potrebbe essere spazio anche per girare uno sci-fi».

«Una mente curiosa vede le possibilità prima dei limiti. Nonno amava la Calabria e ne intuiva le potenzialità»

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