Venezia 2025, Valeria Bruni Tedeschi: “Organizzavo riunioni nella stanza con la Duse. Lo faccio spesso con i morti. Non volevo imitarla, ma diventare sua amica”

  • Postato il 4 settembre 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Buona l’accoglienza del pubblico per “Duse“, film di Pietro Marcello in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Per la pellicola in cui Valeria Bruni Tedeschi interpreta Eleonora Duse, prima grande diva del cinema italiano, 11 minuti di applausi ed emozione da parte del cast presente in sala.

In conferenza stampa la Bruni Tedeschi ha spiegato il lungo lavoro per calarsi nei panni della diva del cinema e questo ha richiesto un grande lavoro, anche mentale: “Ho chiesto a Eleonora di accompagnarmi, di starmi vicina, di volermi bene. È un lavoro che faccio spesso con i morti. Ho chiamato anche la mia coach, scomparsa quindici anni fa. Ho avuto bisogno del loro aiuto. Organizzavo delle riunioni nella mia stanza con lei. Non volevo imitarla, ma diventare sua amica, trovare una connessione intima. Lei piangeva, io piango. In un mondo che celebra solo i vincenti, mi sembrava importante raccontare la sua fragilità”.

La Bruni Tedeschi ha lavorato molto sul metodo Strasberg: “Quando ero giovane avevo una coach, Geraldine, che ci parlava molto della Duse e mi sono dunque molto riconnessa con lei. All’Actor Studio c’è un’enorme foto di lei. Era un’attrice che cercava la verità e io ho cercato di diventare una sua amica. Ho lavorato leggendo l’autobiografia di William Weaver e le lettere che scrisse a sua figlia Enrichetta (ndr. qui interpretata da Noémie Merlant), che sono un tesoro di scrittura. Lei amava moltissimo sua figlia, ma non riusciva a esprimere questo suo amore”.

E ancora: “Per tante cose mi sento spiritualmente familiare a lei. Per me il lavoro è ossigeno, adoro la possibilità di fare film e di scrivere. Lo stesso era per lei. Non era una star e anche io non mi sento tale. Per lei la cosa più importante di tutte era migliorarsi umanamente. Lei aveva la tubercolosi, ma per lei c’era più ossigeno sul palco che in una casa di cura in campagna. Mi tocca molto la sua umanità e il suo voler essere attenta alla fragilità degli altri”.

Sulla difficile relazione con la figlia Valeria Bruni Tedeschi racconta: “La famiglia spesso è un posto violento. È il posto della vera guerra personale. La Duse non trova il linguaggio giusto per parlare con sua figlia eppure la adora”.

Sul rapporto della Duse con Gabriele D’Annunzio (interpretato da Fausto Russo Alesi) dice: “Lei è stata molto generosa con D’Annunzio. Ha avuto una vita sentimentalmente infelice. Abbiamo raccontato un legame profondo che si è mantenuto fino alla fine della sua vita nonostante la sofferenza. Un pò come me che nella vita ho sempre mantenuto i rapporti anche con uomini con i quali è andato tutto storto”.

Mentre sul suo rapporto con il fascismo Valeria Bruni Tedeschi spiega: ”A un certo punto, per ingenuità o per presunzione, si è sbagliata e ha pensato di poter ottenere un teatro da Mussolini, di andare contro la brutalità del fascismo e di poter vincere. Tutti possiamo sbagliare. Non ho raccontato un personaggio perfetto, ma quelli perfetti non sono interessanti da raccontare”.

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Il Fatto Quotidiano

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