Vaticano e Casa Bianca, i rapporti sono iniziati sotto i migliori auspici
- Postato il 20 maggio 2025
- Di Panorama
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A detta di molti addetti ai lavori l’elezione al soglio di Pietro di Robert Francis Prevost, Papa Leone XIV, avrebbe significato l’elezione di un pontefice avverso alla Casa Bianca. Così, almeno per il momento, non è stato.
La prova provante è arrivata nella giornata di ieri, quando dopo la telefonata di due ore intercorsa tra il Presidente americano Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin, il tycoon ha annunciato che «il Vaticano, rappresentato dal Papa, ha dichiarato che sarebbe molto interessato a ospitare i negoziati». Da Mosca, anche il portavoce del Presidente russo, Dmitri Peskov, ha ringraziato il Pontefice per l’offerta di ospitare i negoziati in Vaticano, chiarendo però che «non sono state ancora prese decisioni specifiche sul luogo in cui proseguire i possibili negoziati futuri».
I rapporti fra Washington e Città del Vaticano sembrano al momento andare a gonfie vele, ieri mattina il Sommo Pontefice, ha ricevuto n Vaticano il Vicepresidente americano J.D. Vance e il segretario di Stato Marco Rubio (qui il video), entrambi cattolici. Come riportato dalla Segreteria di Stato della Santa Sede: «Nel corso dei cordiali colloqui si è rinnovato il compiacimento per le buone relazioni bilaterali e ci si è soffermati sulla collaborazione fra Chiesa e Stato, come pure su alcune questioni di speciale rilevanza per la vita ecclesiale e la libertà religiosa».
Infine, conclude la nota della Santa Sede, «si è avuto uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità internazionale», un probabile riferimento ai conflitti attualmente in corso, dalla guerra in Ucraina a quella di Gaza.
Il Vicepresidente americano aveva peraltro partecipato anche alla cerimonia di insediamento del Sommo Pontefice, svoltasi domenica, manifestando ancora una volta quanto siano importanti per gli Stati Uniti i buoni rapporti con la Santa Sede. La presunta polemica relativa all’interpretazione data da Vance sull’ “Ordo Amoris” di san Tommaso d’Aquino, usata per giustificare il respingimento degli immigrati irregolari, appare dunque superata, ammesso che sia mai esistita.
Nell’incontro con Vance tenutosi ieri, il Vicepresidente americano ha anche consegnato al Papa una lettera di Trump, in cui il Presidente americano ha invitato ufficialmente Leone XIV a effettuare una visita negli Stati Uniti, suo Paese natale.
Insomma, il Papa “anti-trumpiano” preconizzato da tanti addetti ai lavori non sembra al momento corrispondere alla figura di Leone XIV. Papa Prevost ha certamente mantenuto l’approccio alla politica internazionale del suo predecessore Francesco, soprattutto in tema di pace e disarmo, visti i già numerosi appelli alla cessazione delle ostilità a Gaza (ripetuto anche nella cerimonia di insediamento) e in Ucraina. Anche in fatto di vicinanza al Sud Globale il Sommo Pontefice sembra restare nel solco tracciato dal suo predecessore, e non potrebbe essere altrimenti, visto che ormai il Sud del mondo è di gran lunga il più grande bacino di fedeli per la Chiesa Cattolica, tuttavia questa vicinanza non sembra andare scapito dei buoni rapporti con il Vecchio Continente e il Nordamerica.
Certamente esisteranno delle differenze fra Washington e Vaticano, difficile ad esempio che l’approccio duro dell’amministrazione americana in fatto di immigrazione irregolare sia approvato dal Sommo Pontefice, ma certamente esistono anche dei punti di forte convergenza, primo fra tutti quello relativo alla pace, di cui anche Trump pare essersi fatto portabandiera.
La sbrigativa liquidazione di Papa Leone XIV ha semplice “anti-trumpiano” appare quindi da rigettare, il dialogo fra Washington e Santa Sede sarà molto più profondo e articolato, di certo i primi passi lasciano pensare ad un buon inizio.