Vance in India. Washington e Delhi si allineano nell’asse Indo-Pacifico

  • Postato il 21 aprile 2025
  • Esteri
  • Di Formiche
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Inizia oggi la prima visita ufficiale in India di un vicepresidente degli Stati Uniti dopo oltre un decennio. JD Vance, in carica da gennaio 2025, è atterrato a Nuova Delhi questa mattina insieme alla moglie Usha Chilukuri, ai loro tre figli e a una delegazione di funzionari statunitensi, tra cui Ricky Gill, direttore per l’Asia meridionale e centrale del Consiglio per la Sicurezza Nazionale (Nsc).

Si tratta di una missione diplomatica “rara”, sia per la durata – quattro giorni, con tappe anche ad Agra e Jaipur – sia per la natura della visita, che unisce aspetti ufficiali e personali. L’agenda prevede subito dopo l’accoglienza un incontro in serata con il primo ministro Narendra Modi, accompagnato da alcuni membri del suo governo, presso la residenza ufficiale, è un faccia a faccia riservato con il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar.

Sebbene il ministero degli Esteri non abbia confermato se nell’agenda dei colloqui siano previsti dossier sensibili come i dazi statunitensi, i negoziati per un accordo bilaterale di commercio (che riprenderanno a Washington in settimana), il futuro del Quad e le preoccupazioni per le restrizioni sui visti per studenti indiani, ha ribadito che “tutte le questioni rilevanti” saranno affrontate durante il confronto tra Modi e Vance.

Il programma ufficiale resta parzialmente riservato. È previsto anche un momento privato di visita a un tempio, attività di sightseeing e incontri presso l’ambasciata statunitense a Delhi. La visita potrebbe segnare anche il lancio ufficiale della nuova partnership tecnologica denominata TRUST (Transforming Relationship Utilizing Strategic Technology), evoluzione della precedente iniziativa iCET promossa durante l’amministrazione Biden.

Martedì 22 aprile, Vance terrà un discorso presso il Rajasthan International Centre di Jaipur, dove si prevede una dichiarazione di indirizzo sulla strategia bilaterale Usa-India. Un momento atteso, soprattutto alla luce delle sue precedenti posizioni esplicite espresse all’estero, come al Munich Security Conference e durante la visita in Groenlandia, dove aveva enfatizzato le rivendicazioni statunitensi su diverse questioni di politica internazionale.

L’ex ambasciatore indiano negli Stati Uniti, Navtej Sarna, ha sottolineato la rilevanza simbolica e politica della visita, ricordando anche le origini indiane della moglie di Vance, la cui famiglia proviene dall’Andhra Pradesh. “Le visite dei vicepresidenti statunitensi sono rare e significative”, ha dichiarato Sarna, “e i messaggi trasmessi in questa occasione potrebbero influire concretamente sul rafforzamento delle relazioni”.

L’ultima visita di un vicepresidente statunitense risale al 2013, quando l’allora vicepresidente Joe Biden si recò a Mumbai e Delhi insieme alla moglie Jill Biden, in un tour che contribuì in modo sostanziale al rilancio dei legami bilaterali. Da allora, né Mike PenceKamala Harris – quest’ultima con radici indiane – si erano recati ufficialmente nel Paese.

Prima di Biden, solo pochi vicepresidenti avevano visitato l’India: George H. W. Bush e Dan Quayle per funerali di Stato, mentre Richard Nixon fu l’unico a effettuare una visita sostanziale con finalità politiche nel 1953. L’attuale visita di JD Vance potrebbe quindi rappresentare un momento chiave per riaffermare l’importanza del rapporto strategico tra Washington e Nuova Delhi nell’attuale contesto globale. Rapporto che dovrebbe essere uno dei lineamenti privilegiati della politica estera statunitense, con l’India che sta acquisendo sempre maggiore centralità nel contesto globale, a maggior ragione nell’Indo-Pacifico.

Autore
Formiche

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