Valeria Valerio e frate Boccia non circuirono l’anziana che assistevano: archiviata l’inchiesta
- Postato il 14 gennaio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Valeria Valerio e il frate Achille Boccia non hanno circuito l’anziana che lei assisteva come avvocata e lui come padre spirituale. Lo sancisce l’archiviazione decisa dalla giudice Paola Faggioni dopo la richiesta, presentata a febbraio 2024 dalla pm Eugenia Menichetti.
Era stata la stessa Procura a chiedere che l’indagine venisse chiusa nei confronti della moglie del consigliere regionale Ferruccio Sansa e del frate missionario, indagati dopo l’esposto presentato dall’amministratrice di sostegno dell’anziana che li accusava di fatto di aver isolato l’anziana dal resto del mondo spingendola a stipulare numerose polizze e lasciti a favore del religioso che dopo la morte dell’ultranovantenne ha girato parte del denaro, 110 mila euro, sul conto della stessa Valerio.
“Gli atti compiuti corrispondevano alla volontà di Mariangela Toncini, che si è liberamente autodeterminata, e non vi è la prova che la donna sia stata vittima di una qualche circonvenzione da parte dei due indagati, che verosimilmente sono state le persone che le sono state più vicine negli ultimi anni della sua vita, fornendole la compagnia che cercava” aveva spiegato la pm.
L’anziana, originaria di Milano, molto devota e molto ricca ma senza eredi, era venuta a vivere a Genova dove aveva conosciuto frate Boccia. Tramite lui aveva conosciuto Valerio e l’aveva scelta come avvocata di fiducia: voleva che la aiutasse ad avere più libertà rispetto a un’amministrazione di sostegno che a suo avviso le era stata imposta senza che ve ne fosse necessità.
La notizia dell’inchiesta a carico della moglie del consigliere Sansa aveva scatenato una bufera mediatica e politica ma lui in un post si era detto da subito “fiducioso nella magistratura alla quale mia moglie ha fornito ogni elemento utile per chiarire la vicenda”. E così è stato. A convincere la pm e la giudice erano stati anche gli interrogatori dei due indagati
“I due indagati si sono mostrati sinceramente appassionati alla storia di Toncini Mariangela e il loro racconto ha trovato i necessari riscontri esterni” aveva scritto la pm Menichetti ribadendo che “ non consta che i due indagati abbiano indotto la persona offesa a compiere alcun atto per sé o per altri dannoso, posto che la devoluzione dei propri beni a persone che lei reputava di ispirazione cristiana corrispondeva alla sua precisa volontà, da sempre manifestata, certamente da molto prima che Valerio e Boccia entrassero nella sua vita”.
Tutto quello che gli indagati avevano raccontato agli inquirenti, è stato poi riscontrato negli ulteriori accertamenti fatti dalla guardia di finanza. Per esempio “l’esame dei tabulati telefonici di Toncini Mariangela ha fatto rilevare un’intensa attività telefonica della donna (quasi quattromila telefonate in un anno), mostrando come fossero molto più frequenti le chiamate in uscita rispetto a quelle in entrata, dando prova della vivacità della stessa e del suo carisma”. Di queste sono “solo 170 quelle con Valerio a riprova del fatto che la Valerio non aveva certamente isolato la Toncini da chicchessia”.
La stessa Valerio, quando era stata resa pubblica l’indagine nei suoi confronti, in una lunga intervista con i cronisti alla presenza del suo avvocato Raffaele Caruso, si era difesa raccontando chi era Mariangela Toncini e perché lei ne era diventata l’avvocata, oltre che un’amica con cui confidarsi. “Ho solo cercato di fare l’avvocato e di avere giustizia” aveva detto Valerio. (Qui l’articolo con il lungo racconto fatto da Valerio per spiegare la vicenda che ora è definitivamente chiusa.