Usa, uccise il suo cucciolo “perché non era addestrabile”: Kristi Noem nel team di Trump. Guiderà il Dipartimento per la sicurezza interna

  • Postato il 12 novembre 2024
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Donald Trump ha scelto la governatrice del South Dakota, Kristi Noem, come prossima segretaria del Dipartimento per la sicurezza interna. Con la scelta di Noem, Trump si assicura un’altra fedelissima a capo di un’agenzia fondamentale, che di fatto ha le mani dappertutto, dalla US Customs and Border Protection all’Immigration and Customs Enforcement, fino alla Federal Emergency Management Agency e agli US Secret Service. Già nella rosa dei candidati per la carica di vicepresidente del Tycoon, i rapporti sono cambiati dopo che lei stessa ha rivelato di aver ucciso il suo cane da caccia di 14 mesi, Cricket, perché “irrequieto”.

Noem ha pubblicato la sua autobiografia lo scorso maggio, con il titolo “No going back“, non si torna indietro. Il libro, ampiamente anticipato dalla stampa, contiene la confessione dell’uccisione del suo cane e di una capra “puzzolente”. Aneddoti che, spiega l’autrice nel testo, dovevano servire a dimostrare che in politica è disposta a fare “cose difficili e brutte“, se necessario. “Odiavo quel cane. Non era addestrabile ed era pericoloso per chiunque vi entrasse in contatto, valeva meno di niente come cane da caccia. In quel momento ho realizzato che avrei dovuto abbatterlo”, si legge nel libro. Secondo il Guardian, la candidata “offre ai lettori un misto di autobiografia, idee politiche e invettive rivolte ai Democratici e ad altri nemici”.

Dure erano state le reazioni da parte delle associazioni animaliste e delle opposizioni. La governatrice si era subito smarcata rivendicando “storie reali, oneste e politicamente scorrette che faranno rimanere a bocca aperta i media”. E rivolta ai social media per difendersi, rivelando però altre uccisioni: “Amiamo gli animali, ma decisioni difficili come questa accadono continuamente in una fattoria – ha scritto su X – . Purtroppo, qualche settimana fa abbiamo dovuto abbattere 3 cavalli che erano nella nostra famiglia da 25 anni”. Nel libro, tuttavia, lei stessa conferma, suo malgrado, il rischio di un autogol: “Credo che se fossi un politico migliore non racconterei la storia qui”. Poco male, potrà dire ora, dopo una nomina chiave tra quelle confermate da Trump.

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Il Fatto Quotidiano

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