US Open, troppo Sinner per Musetti: due ore di partita senza storia, Jannik nei derby è semplicemente imbattibile
- Postato il 4 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Se nella vita hanno inventato le categorie, qualcosa vorrà pur dire. Jannik Sinner ad esempio compete in una fuori portata per la stragrande maggioranza dei tennisti contemporanei. Troppo anche per un Lorenzo Musetti che le prova tutte, ma deve arrendersi all’evidente superiorità del connazionale che non si lascia impietosire e conferma di essere in condizioni di forma davvero notevoli. Nemmeno due ore di partita e Jannik vola in semifinale, dove a sorpresa troverà Felix Auger-Aliassime: 6-1, 6-4, 6-2.
- Scrivi derby, leggi Sinner: Musetti non ha molto da rimproverarsi
- Partenza sprint, come con Bublik: Sinner a marce alte
- Musetti ci prova, ma nei momenti decisivi non incide
- Sinner implacabile sotto pressione: un finale inevitabile
Scrivi derby, leggi Sinner: Musetti non ha molto da rimproverarsi
Il derby numero 30 a livelli slam finisce come tutti si sarebbero attesi. Con Sinner che si mostra dominante negli scambi e Musetti che poco può per rendergli la vita difficile. Le variazioni del carrarino funzionano a singhiozzo, merito della tattica accorta e mai ripetitiva dell’altoatesino, che martella al servizio ed eccelle in risposta.
Se i tre game lasciati a Bublik avevano dato la sensazione di un’onnipotenza non più latente, la condotta di gara contro Lorenzo ha ribadito al mondo intero che Jannik può fare e disfare a piacimento in qualunque momento.
Nei derby si dimostra infallibile (16 vittorie su 16 incontri), adesso dovrà rimettere a posto anche il bilancio con Auger-Aliassime, col quale è sotto 2-1 nei precedenti, ma al quale poche settimane fa a Cincinnati ha lasciato la miseria di due game. Un indizio di quella che potrebbe essere un’altra corsia preferenziale verso la quarta finale slam della stagione.
Partenza sprint, come con Bublik: Sinner a marce alte
Musetti una colpa l’ha avuta: ha impiegato un set prima di entrare in partita, e contro Sinner ritardare lo start è un vezzo che non ci si può permettere. Come contro Bublik, il numero uno del mondo parte fortissimo: concede le briciole al servizio (92% di punti con la prima), mostra i muscoli in risposta, parte 20-5 a livello di punti e brekka due volte l’amico Lorenzo nei primi due game nei quali riceve.
Sembra di assistere a un copione già noto: le accelerazioni di Sinner fanno danni nello schema tattico obbligato (ma senza armi) del toscano. Che si ritrova sotto 5-0 senza quasi colpo ferire, trovando solo la forza per evitare il bagel prima di cedere in 27 minuti di pura accademia, aggradito senza pietà quando serve con la seconda (dove raccoglie due punti su 9 tentativi).
Musetti ci prova, ma nei momenti decisivi non incide
In partita Musetti ci entra nel secondo set, dove aumenta sensibilmente le percentuali al servizio, obbligando quantomeno Sinner a faticare per conquistarsi il punto. Si viaggia sui binari dell’equilibrio: nel quarto gioco arriva la prima palla break per Lorenzo, ma una prima esterna toglie Jannik dagli impicci. Ne deve salvare una il toscano nel gale successivo, e lo schema proposto è il medesimo dell’avversario.
Il pubblico gradisce perché capisce che c’è una partita, ma Musetti complica tutto nel nono gioco, dove una smorzata letta benissimo da Sinner e un rovescio a campo aperto spedito in rete lo obbligano a salvare l’ennesima palla break. Stavolta però il servizio lo tradisce: un doppio fallo sanguinoso regala a Jannik il break che vale un’ipoteca sul secondo set, portato a casa con lucidità nel game successivo dopo 48 minuti di battaglia.
Sinner implacabile sotto pressione: un finale inevitabile
Il pubblico dell’Arthur Ashe teme che la partita sia ormai bella che andata. Anche perché il terzo set si apre ancora male per Musetti, che non trova antidoti per rispondere alle risposte profonde del rivale, forzando un paio di rovesci e consegnandosi ancora alle grinfie del numero uno del mondo, che trova subito il break.
Lorenzo prova a scuotersi affidandosi all’unica carta che gli rimane, cioè provare ad alzare il ritmo e la pesantezza dei colpi. E qualcosa ottiene subito: due palle break consecutive per l’immediata parità, ma Sinner con due buoni servizi rimedia. Deve però fronteggiarne altre due ai vantaggi, ma ancora una volta disinnesca il pericolo e poi chiude il game più faticoso della sua serata.
Non ha molto da rimproverarsi Musetti: tira a tutti braccio, cerca di resistere da fondo campo, guarda Tartarini nel suo box e si domanda cos’altro potrebbe fare per capovolgere l’inerzia della contesa. Nel sesto game lo scenario di ripropone: altre due palle break per mettere pressione a Sinner, che le annulla con un servizio vincente e un rovescio incrociato pesante sul quale Muso spedisce il back di rovescio in rete.
È il canto del cigno per Lorenzo, che nel gioco successivo fa tutto quello che è nelle possibilità di un essere umano, ma che contro un marziano non può bastare (due scambi favolosi, chiusi da due vincenti clamorosi di Jannik). L’onore delle armi a Musetti, che giocando così contro il 99% dei giocatori terrestri avrebbe probabilmente vinto o quantomeno avuto molte più chance per farlo. Ma Sinner è di altra categoria. Sul cemento, e non solo.