US Open, pazza Krejcikova: annulla 8 match point e batte Townsend! Djokovic asfalta Struff con "messaggio" a Sinner e Alcaraz

  • Postato il 1 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Cose pazze a Flushing Meadows. Come 8 match point salvati prima di conquistare l’accesso ai quarti, roba che forse solo Barbora Krejcikova poteva mandare a referto. Suo malgrado è la beniamina statunitense Taylor Townsend a pagarne le conseguenze: ripenserà nottetempo a quelle 8 palle per chiudere i conti e approdare alla seconda settimana, che invece rimane stregata con tutto il carico di incubi notturni che seguiranno da qui a qualche giorno (se non per settimane).

La rinascita di Barbora: “Quattro mesi fa ero a terra…”

Per chi, come Krejcikova, fino a poche settimane fa non sapeva neppure se avesse avuto un futuro nel mondo del tennis, certo un’impresa da celebrare come si deve. Solo quattro mesi fa ero fuori, costretta a restare a riposo senza neppure avere l’opportunità di allenarmi per via dei forti dolori alla schiena. Onestamente in quei momenti ho avuto il terrore di non poter tornare a giocare, e per me essere qui e raccontare questa partita folle è qualcosa di veramente unico”, ha confessato la giocatrice della Cechia dopo il rocambolesco successo.

Che ha persino ringraziato il pubblico newyorchese, benché schierato apertamente dalla parte della giocatrice di casa. “Eppure mi ha trascinato, sebbene è chiaro che il tifo fosse tutto per Townsend. Sogno di giocare un torneo in Repubblica Ceca con tutto questo calore… ma mi faccio bastare queste emozioni. Davvero un’atmosfera unica, che ha reso il tutto ancora più magico”.

Pazzo tiebreak: Townsend spreca e alla fine esce in lacrime

Ma come ha fatto Barbora a sopravvivere al fuoco nemico? Il segreto sta tutto in un tiebreak, quello del secondo set, che definire pazzo è poco. Dopo aver annullato una palla match nel decimo gioco, Krejcikova ne deve fronteggiare sette (ci cui 3 consecutive) rispondendo spesso con colpi senza un domani e lasciando andare il braccio a tutta randa.

Townsend accusa il colpo, a sua volta però resiste e lotta quando si ritrova ad annullare le prime tre palle set dell’incontro. La quarta è quella buona: la giocatrice europea chiude sul 15-13 e a quel punto va a prendersi una vittoria che diventa possibile grazie a un due break nel sesto e ottavo gioco del terzo set (in mezzo l’illusorio contro break della statunitense, che se ne torna sconsolata e piangente negli spogliatoi come fatto il giorno precedente da Anna Kalinskaya dopo il match perso contro Iga Swiatek). Jessica Pegula sarà la rivale negli ottavi, ma per Krejcikova questo è già un trionfo.

Djokovic impressiona contro Struff: ora sfida Fritz

Chi non è abituato a certe rimonte, perché di solito in situazioni simili non ci si trova mai, è Novak Djokovic. Che battendo il tedesco Struff ha conquistato l’accesso ai quarti di finale degli US Open per la 14esima volta in carriera, e nelle 13 precedenti la storia racconta che ha sempre e soltanto vinto. Non la migliore delle notizie per Taylor Fritz, a sua volta vittorioso su Machac, avversario in una sfida che appare tra le più incerte ed equilibrate del programma, anche se anche qui la storia parla di un bilancio di 10 vittorie a favore di Djokovic a fronte di zero sconfitte nei precedenti disputati.

“Non penso che ci saranno grandi cambiamenti nel modo con il quale affronterà Taylor, perché ovviamente seguirò un piano di gioco che è quello che mi ha permesso di arrivare fino a questo punto nel torneo. Fritz è migliorato molto al servizio e con il dritto, ma nel recente passato è migliorato molto anche nei movimenti. Il suo rovescio è molto solido, molto piatto. Per essere uno alto, si muove davvero bene. Penso sia sottovalutato quanto ora si muova bene e questo era ciò che forse gli mancava prima.

Ma è un giocatore ormai maturo per certi traguardi: ha raggiunto una finale slam e diverse semifinali slam, sta bussando alla porta… contro Struff io sento di aver giocato veramente bene, di sicuro la miglior partita del mio torneo, e mi ha aiutato aver giocato di sera, quindi spero che possa succedere anche nei prossimi turni”.

Il record e l’assenza di pressione: “Penso solo a giocare…”

Poi la domanda scivola inevitabilmente sulla rincorsa al record di 25 slam: “Ormai me lo ripetete sempre… non sento la pressione, però è chiaro che spero di poter vincere un altro titolo, e sarebbe bellissimo farlo qui a NY. Molti mi ricordano anche della grande corsa di Connors nel 1991, a 39 anni, ma onestamente io devo pensare solo a fare il mio, che di anni ne ho 37 e ancora sento di avere tanta strada da fare…”

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Virgilio.it

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