Ursula, la mini nave drone anti-russi
- Postato il 16 luglio 2025
- Di Panorama
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Una piccola nave, che potrebbe sembrare un modello radiocomandato per uso ludico, risale silenziosa il fiume Dnipro. È elettrica e mimetica, spesso se ne perde l’esatta ubicazione tra la vegetazione, ma a ben osservare trasporta un altrettanto piccolo drone armato di carica esplosiva e pronto per decollare. Nella guerra tra Russia e Ucraina il fiume Dnipro, che attraversa il territorio di Kiev per quasi mille chilometri, è una via di separazione e al tempo stesso di comunicazione fondamentale per le esigenze belliche, costituendo anche una barriera difensiva naturale. Non a caso ogni infrastruttura che lo attraversa è stata considerata come obiettivo, mentre i potenziali guadi – dove l’acqua è molto bassa e la forza della corrente si attenua – sono ovviamente stati occupati e difesi per poter essere sfruttati nei momenti in cui il livello delle acque si riduce. Accade che in fatto di armamento le capacità fluviali comportano una serie di sfide tattiche. Spesso queste includono ostacoli naturali come banchi di sabbia, vegetazione, rami o boschetti alti, che possono rendere la navigazione più difficile e soggetta a interferenze. Anche i livelli dell’acqua cambiano frequentemente, rendendo la navigazione imprevedibile. Per questo la flotta ucraina di navi a pilotaggio remoto si sta espandendo: sempre più spesso vengono avvistati nuovi droni nautici di un nuovo tipo, più piccoli rispetto a quelli che siamo ormai abituati a osservare nel Mar Nero, progettati con caratteristiche tali da renderli adatti agli scenari fluviali per contrastare la presenza russa nelle vie d’acqua chiave del Paese. Tra questi c’è quello prodotto dalla ucraina Novitechnet e presentato due settimane fa: si tratta di un nuovo Usv (Unmanned Surface Vehicle), lungo un metro, denominato Ursula, almeno stando a quanto riportato da United24 Media, un sito web d’informazione governativo focalizzato sull’Ucraina.
Qui il video:
Lo scopo dei Novitechnet sarebbe quello di effettuare ricognizioni fluviali, poter svolgere il ruolo di mina esplosiva galleggiante e all’occorrenza anche da vettore di lancio di droni volanti da due chilogrammi con visuale in prima persona (Fpv) dall’acqua. Ciò si desume da un video pubblicato dal costruttore nel quale il natante senza pilota viene visto manovrare tra la vegetazione mentre trasporta quello che sembra essere un piccolo drone pronto al decollo. Sappiamo comunque che “Ursula” non è il primo Usv di questo tipo che le aziende ucraine stanno sperimentando, durante l’inverno, Brave1, un polo governativo per la tecnologia della Difesa incaricato di preparare nuove capacità sul campo, ha riferito che le truppe ucraine stavano collaudando il Black Widow 2. Il sistema, che misura anch’esso circa un metro di lunghezza, ha un carico utile di tre chilogrammi e una gittata di dieci chilometri.
La dottrina di utilizzo è ovviamente sempre in divenire, tuttavia le forze ucraine sarebbero oggi in grado di usare scafi come questo per trasportare i droni in punti strategici ai fini di un attacco e da qui farli decollare per colpire le posizioni russe presenti lungo il fiume Dnipro o usarli per colpire le lente imbarcazioni nemiche utilizzate per portare i rifornimenti. Dal punto di vista tecnico si tratta di scafi dalla forma ottimizzata per i bassi fondali, sui quali vengono montate sovrastrutture minimali per contribuire a ridurre il profilo della sagoma e quindi l’individuazione; sono quindi molto differenti dai modelli di droni navali marini come gli ormai celebri Magura, che misurano fino a sei metri e che possono navigare rapidamente anche in presenza di onde alte più di qualche decina di centimetri. Come sempre a garantire l’efficacia è l’elettronica di controllo unita alla robustezza delle trasmissioni radio di comando e controllo, che devono essere difficilmente contrastabili e disturbabili dal nemico. E droni come Ursula li vedremo sempre più spesso agire in Europa anche come deterrente, svolgendo compiti di sentinelle come quello di porta-effettori.