Urso sui dazi Usa: “Trump alza la posta ma l’Ue non deve varare ritorsioni”. E attacca il Green deal

  • Postato il 13 luglio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sabato, con una lettera indirizzata alla presidente della Commissione Ue, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato dazi del 30% su tutto l’export in arrivo dall’Unione se i Ventisette non elimineranno le “politiche tariffarie e non tariffarie e le barriere commerciali” che a suo dire danneggiano Washington. La posizione italiana nel dibattito su quale debba essere la reazione europea è di estrema cautela: no allo scontro, predica la premier Giorgia Meloni. Adolfo Urso, ministro delle Imprese, intervistato dal Corriere conferma, sostenendo che non c’è alternativa: “Sappiamo che non abbiamo alternativa al negoziato, perché se applicassimo misure di ritorsione innescando una guerra commerciale le conseguenze sull’economia dei due continenti sarebbero devastanti”.

“Trump ha fatto altrettanto con altri Paesi, con i quali sembrava avesse già raggiunto un accordo. Basti pensare a Canada e Messico“, dice il titolare del Mimit. Urso fa riferimento anche alla Cina e alla questione fentanyl: questo “ci fa capire che non si tratta di un mero esercizio commerciale ma di una trattativa di ben più vasto respiro che per quanto ci riguarda chiama in causa anche gli investimenti europei sulla Difesa“. Su cui però la Ue all’ultimo vertice Nato ha ceduto. Dunque? Per Urso, Trump vuole chiudere le trattative entro luglio “e quindi alza la posta. È consapevole che non può sostenere un negoziato prolungato perché l‘impatto dell’incertezza sull’economia americana può essere devastante. Sin dall’inizio è stata una trattativa dura, proprio per questo non occorre reagire di pancia ma con la testa, mantenendo la coesione europea, responsabilità e unità d’intenti”.

Urso ha parlato della questione anche in un’intervista a La Stampa, in cui ribadisce l’importanza di arrivare a una soluzione negoziale: “In questi giorni occorre dedicare ogni energia al negoziato, se dovesse fallire decideremo insieme cosa fare. Intesa che dobbiamo assolutamente cercare ed essere equa e sostenibile per tutti. Non è il momento delle ritorsioni. Se non si raggiungesse un’intesa valuteremo cosa fare con gli altri partner dell’Unione, consapevoli che una guerra commerciale avrebbe ripercussioni drammatiche sui due continenti, in Europa come negli Stati Uniti. Uno scenario insostenibile, mentre dobbiamo fronteggiare insieme la guerra della Russia in Ucraina e l’instabilità globale”. Anche secondo la Banca centrale europea, “se la Commissione rispondesse alla minaccia di dazi con ritorsioni di pari entità, le conseguenze sulla economia del nostro continente sarebbero di gran lunga peggiori, insostenibili”.

Poi il ministro delle Imprese dà la sua ricetta: i primi passi andrebbero fatti all’interno dell’Unione stessa: “La risposta della Commissione dovrà essere innanzitutto nel togliere i cosiddetti dazi interni che ci siamo autoimposti, a cominciare dalla follia del green deal e dall’eccessiva burocrazia che pesa sul nostro Continente”. Quella di Giorgia Meloni “è una posizione responsabile, realistica, pragmatica che risponde agli interessi nazionali e dell’Unione.

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