Urbanistica milanese, Catella torna libero. Annullati i domiciliari per il re del mattone

  • Postato il 22 agosto 2025
  • Di Panorama
  • 1 Visualizzazioni

Anche per Manfredi Catella, l’immobiliarista di Coima al centro delle indagini nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica milanese, il Tribunale del Riesame di Milano ha disposto la revoca degli arresti domiciliari. Il giudice ha così accolto la richiesta della difesa del fondatore e amministratore delegato del gruppo immobiliare Coima, che era stato posto agli arresti domiciliari insieme ad altri cinque indagati nell’operazione della Procura di Milano.

Catella era l’ultimo tra gli arrestati su cui il Riesame doveva esprimersi, dopo aver già disposto la liberazione dell’ex assessore comunale all’urbanistica Giancarlo Tancredi e di Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune.

Per quanto riguarda gli altri indagati, il Tribunale del Riesame aveva già annullato nelle scorse settimane le misure cautelari anche per Alessandro Scandurra, architetto e componente della Commissione per il Paesaggio, che era finito agli arresti domiciliari, oltre che per Andrea Bezziccheri, costruttore e patron di Bluestone, l’unico degli indagati a finire brevemente in carcere.

Con la liberazione di Catella, tutti e sei gli arrestati dello scorso 31 luglio sono ora tornati in libertà, segnando un completo rovesciamento delle decisioni del giudice per le indagini preliminari.

I pubblici ministeri dell’inchiesta contestano all’ex immobiliarista i reati di corruzione e falso, ipotizzando che l’imprenditore avesse instaurato rapporti privilegiati con funzionari e amministratori comunali per favorire i progetti immobiliari della sua società. In una memoria depositata il 20 agosto, i pm avevano reiterato le richieste cautelari, sottolineando quelli che definivano i “modi padronali” di Catella all’interno del Comune.

L’inchiesta della magistratura milanese ha ricostruito un presunto meccanismo attraverso il quale alcuni grandi sviluppatori immobiliari avrebbero condizionato le scelte urbanistiche della città, ottenendo vantaggi per i propri progetti attraverso rapporti privilegiati con assessori e funzionari.

Per la Procura infatti, come messo in evidenza nella memoria integrativa fornita lo scorso 14 luglio, Catella aveva un «modo padronale, al limite dell’inverosimile, e fuori dalla legge, di interagire con la pubblica amministrazione, servendosi come tramite dell’assessore Tancredi, del direttore generale Malangone e del sindaco Sala, che tratta come suoi dipendenti maldestri e poco efficienti, per condizionare a suo vantaggio i pareri della Commissione per il paesaggio, i contenuti dei bandi in cui il Comune deve mettere all’asta gli immobili del suo patrimonio».

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti