Università italiane: crescono le immatricolazioni, soprattutto al Centro e al Sud

  • Postato il 18 luglio 2025
  • Di Panorama
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Crescono gli iscritti all’Università italiane. La 25esima edizione della classifica degli atenei diffusa dal Censis registra un + 5,3% nell’anno accademico 2024-2025, rispetto allo scorso anno. A trainare la ripresa sono le università del Centro Italia, con un aumento a doppia cifra, seguite dagli atenei del Sud, mentre il Nord resta più statico, con un incremento contenuto e, in alcune aree, persino un leggero calo. Boom a Economia e aree Stem.  Scienze motorie da record con +224,9%. Viene confermata la vetta in classifica per l’Università di Padova, seguita da Bologna e poi, al terzo posto l’Università di Pisa, che fa scendere in quarta posizione la Sapienza di Roma.

Immatricolazioni universitarie 2025: le facoltà più scelte e quelle in crisi

A guidare l’aumento delle immatricolazioni sono le regioni del Centro Italia (+14%), seguite dal Sud (+6,1%), mentre al Nord la crescita è più contenuta: +2% nel Nord-Est e un calo dello 0,9% nel Nord-Ovest. Una fotografia che conferma la ripresa del tessuto universitario in aree spesso penalizzate, ma con un Nord che rallenta.
Per quanto riguarda le scelte degli studenti c’è un boom per economia, che è la più gettonata (scelta dal 43,1% di chi si iscrive a facoltà dell’area giuridica, economica e sociale).  Segue l’area Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) con il 28,6% degli immatricolati, trainata dall’ingegneria industriale e dell’informazione (42,6% del totale Stem). Lo studio del Censis evidenzia inoltre un cambio di rotta rispetto agli ultimi 25 anni: tra il 2000-2001 e il 2024-2025, gli immatricolati sono aumentati del 21,3%, con una crescita significativa nelle aree sanitarie e agro-veterinarie (+63,2%) e nelle discipline Stem (+42,8%).
Molto positivo anche l’andamento dell’area sanitaria, con una crescita costante di iscrizioni sia per medicina che per i corsi farmaceutici e infermieristici. Ma la vera sorpresa è rappresentata dalle scienze motorie (+224,9%), con un incremento del 309,5% tra gli studenti maschi. Accanto ai settori in crescita, non mancano però segnali di crisi. Giurisprudenza registra un crollo nelle iscrizioni di oltre il 25% e anche le lingue straniere subiscono un calo di oltre l’11%. In sofferenza anche architettura e ingegneria civile (-20,1%), superate nelle preferenze dagli indirizzi Stem legati all’informatica e tecnologie Ict (+48,5%) e ingegneria industriale e dell’informazione (+55,1%). Mentre il gruppo psicologico cresce del 22,8% e resta più o meno stabile l’area artistica.
Per quanto riguarda le differenze di genere, le donne dominano in ingegneria industriale e dell’informazione (+173,6% contro +35% degli uomini) e nel gruppo scientifico (+83,8% donne contro +60,5% uomini), mentre l’informatica resta ancora a prevalenza maschile (+54,8% contro +21,2%).

Università italiane: chi sale e chi scende nella classifica Censis 2025

Il Censis ha diffuso anche la nuova classifica degli atenei italiani, che misura non solo la qualità delle strutture e dei servizi offerti, ma anche il livello di internazionalizzazione, la comunicazione e l’occupabilità dei laureati.
Tra i mega ateneistatali (oltre 40mila iscritti), Padova si conferma al vertice, seguita da Bologna, mentre Pisa compie un balzo in avanti conquistando la terza posizione e superando La Sapienza di Roma, che scivola in quarta posizione insieme all’Università Statale di Milano. Anche Firenze e Torino restano nella parte alta della classifica, confermando la solidità dell’offerta formativa dei grandi atenei del Centro-Nord, mentre Palermo mantiene una posizione rilevante per il Sud. Tra i grandi atenei statali (20.000-40.000 iscritti), in testa l’Università della Calabria (94,3), seguita da Pavia e Perugia. In top 10 anche Parma, Cagliari, Salerno, Milano Bicocca, Genova, Roma Tor Vergata e Verona. Tra le università di medie dimensioni (fino a 20mila iscritti), Trento si conferma leader, seguita da Udine e dalla Politecnica delle Marche, con buone performance anche per Siena e Trieste. Per quanto riguarda i piccoli atenei (fino a 10mila iscritti), Camerino si conferma in testa, seguita da Cassino e dalla Tuscia, con Macerata e l’Università del Sannio che mantengono posizioni solide nella fascia alta. Tra i politecnici, il primato resta saldamente nelle mani del Politecnico di Milano, seguito da Torino e dallo IUAV di Venezia, mentre tra le università non statali continua la leadership della Luiss, davanti alla Bocconi e all’Università Cattolica.

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Panorama

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