Unicredit, l’Ops su Banco Bpm sospesa fra Tar e geopolitica
- Postato il 10 giugno 2025
- Di Panorama
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Il Tar Lazio ha esaminato il ricorso di Banca Popolare di Milan contro la Consob, che aveva sospeso per trenta giorni l’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) proposta da Unicredit su Bpm. In base alle decisioni della Commissione di Borsa l’Opa iniziata il 28 aprile si concluderà il 23 luglio anziché il 23 giugno come previsto inizialmente. Il congelamento era stato chiesto da Unicredit nella speranza di avere più tempo di trattare con il governo sulle condizioni imposte dal golden power.
Lo slittamento, però, non sembra aver ottenuto molti risultati considerando che il governo non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Il Tar Lazio, che si pronuncerà nei prossimi giorni, avrà il compito di decidere se accogliere o meno il ricorso. La sentenza è importante ma non decisiva. Se anche la scadenza tornasse quella originaria al 23 giugno non cambierebbe molto. In questo momento l’operazione è a sconto. Vuol dire che l’azionista Banco Bpm non ha alcuna convenienza ad aderire all’offerta. Senza un rilancio da parte dell’offerente l’Ops è destinata al fallimento. Vuol dire che, con tutta probabilità Unicredit insisterà sulla richiesta della proroga. Il 9 luglio il Tar Lazio discuterà il ricorso presentato dalla banca contro l’applicazione del Golden Power da parte del governo italiano. Unicredit ha contestato l’applicazione del Golden Power, sostenendo che non vi siano motivi validi per impedire l’operazione visto che si tratta di una combinazione fra due banche italiane.
A complicare ulteriormente la situazione di Unicredit, giungono le nuove sanzioni annunciate dall’Unione Europea contro la Russia, che colpiscono direttamente le operazioni bancarie del gruppo.. La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato una serie di misure restrittive che includono ulteriori divieti di esportazione per un valore superiore a 2,5 miliardi di euro. Tali sanzioni sono destinate a privare l’economia russa di tecnologie e beni industriali essenziali, tra cui macchinari, metalli, materie plastiche e prodotti chimici, utilizzati come materie prime nell’industria russa.
Inoltre, è stato ampliato il divieto di transazioni con una lista di 22 società russe e straniere che forniscono supporto diretto o indiretto al complesso militare e industriale russo. Le sanzioni comprendono anche il blocco delle esportazioni di beni e tecnologie a duplice uso, che possono essere utilizzati nella produzione di droni, missili e altri sistemi d’arma, in modo che la Russia non possa più modernizzare le sue armi con tecnologie europee. La filiale russa di Unicredit, che opera in un mercato già sotto pressione a causa delle sanzioni, si trova ora di fronte a nuove difficoltà operative. Le misure adottate dall’Unione Europea rischiano di compromettere ulteriormente la sua capacità di operare
Oltre alle sfide internazionali e legali, Unicredit si trova a dover affrontare anche problemi legati all’occupazione. In occasione dell’assemblea di First Cisl, Giuseppe Colombani ha sottolineato che la continua incertezza riguardo alle operazioni di acquisizione e alle nuove sanzioni potrebbe tradursi in rischi per la stabilità lavorativa, invitando l’azienda a prestare attenzione alle implicazioni per i dipendenti. Il sindacato ha chiesto maggiore chiarezza e tutele per i lavoratori, affinché non siano penalizzati dalle incertezze legate agli sviluppi legali e alle sfide geopolitiche che stanno segnando la strategia di Unicredit.