UNICAL VOICE – Kalimera o come NON scrivere una tesi in vacanza
- Postato il 2 agosto 2025
- Unical Voice Weekend
- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
UNICAL VOICE – Kalimera o come NON scrivere una tesi in vacanza
Un viaggio organizzato in una settimana, due amiche, una laurea da festeggiare e una da conquistare: tra valigie leggere e sogni pesanti, il racconto di una fuga estiva che profuma di pita, caffè freddo e libertà.
Gli abbracci sul binario. Le valigie pesanti. Il fischio del capotreno. Così inizia un viaggio organizzato in appena una settimana, in cui due amiche partono per un’avventura: Lamezia Terme – Bologna Centrale in treno, e da lì Bologna – Rhodes in aereo. Perché stanno partendo? Per la prima si tratta del regalo di laurea (Dottoressa Magistrale a marzo) del suo ragazzo. Per la seconda, invece, è un regalo anticipato per la laurea (Dottoressa Magistrale, si spera, ad ottobre) dello stesso ragazzo, suo caro amico.
Inizia tutto con una chiamata: «partiamo?» dice la prima (B) alla seconda (A). Sognavano di fare un viaggio insieme da quando hanno iniziato a frequentarsi, dieci anni prima. A, però, non era sicura di poter partire: la chiamata arrivava pochi giorni prima del suo ultimo esame ed il suo unico pensiero era superarlo e riuscire a consegnare il primo capitolo della sua tesi in tempo prima di agosto. B non voleva una risposta subito: «pensaci, fai l’esame e poi ne riparliamo. Potrai scrivere la tesi in viaggio». Così la partenza è stata messa in pausa.
Passa la prima settimana di luglio e con lei anche l’ultimo esame della magistrale. L’unico pensiero concreto è ormai dover scrivere il primo capitolo, perché la laurea dovrà essere ad ottobre. A chiama la sua amica ed insieme decidono di partire, solamente una settimana dopo. Acquisto voli, treni, preparare mentalmente le valigie. Cominciano a mandarsi video sui social a tema Grecia: cosa mangiare, cosa vedere, dove andare. Inizia l’organizzazione vera e propria. Entrambe cercano di chiudere tutti i lavori lasciati in sospeso così da non lasciare i collaboratori impreparati, visto il poco tempo di preavviso.
Il giorno della partenza ancora non ci credono: stanno davvero partendo? Salutano e salgono sul treno. Appena vedono i loro posti pronti per essere occupati si rendono conto che sì, finalmente stanno partendo, il loro viaggio può aver inizio e si abbracciano tra i passeggeri stupiti della carrozza 10.
A vorrebbe iniziare subito con la stesura del primo capitolo ma si lascia distrarre facilmente dall’euforia della partenza. Mette il computer sul tavolino e si gode il panorama: il mare che passa, i bagnanti che corrono e giocano a pallavolo. Chiacchiera con B e si gode i primi momenti di pace. Arriveranno a Bologna in serata e lì raggiungeranno degli amici che le ospiteranno per la notte, così da essere pronte e riposate per la partenza del giorno dopo. Il viaggio in treno è rilassante e scorre veloce, tanto che A si rende conto solo nel pomeriggio di non aver ancora scritto un rigo. Non può evitare di sentirsi in colpa. Perché non riesce a godersi il viaggio senza pensare alle sue responsabilità? Così apre il computer mentre la sua amica le ricorda che sì, deve studiare, ma che può rilassarsi almeno nel viaggio d’andata!
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Cose da provare in Grecia (spoiler: quasi tutto)
Arrivate a Bologna hanno solo il tempo per un breve saluto prima di un aperitivo al parco tra musica, convivialità e chioschi con cibi per tutti i gusti (da non perdere i tortellini fritti!). Anche se stanche, si divertono, chiacchierano ed ancora non realizzano pienamente di essere in vacanza.
Poco dopo, gli amici, le accompagnano a casa dove possono finalmente fare le docce che hanno sognato nelle ultime ore e riposare. Il mattino dopo l’emozione pre-partenza inizia a farsi sentire e dopo aver richiuso la valigia sono pronte a partire.
La chiusura della valigia meriterebbe di per sé un racconto a parte, ma ciò che per ora vogliamo ricordarvi è il mantra di A, viaggiatrice provetta: «nessuna valigia è troppo piccola, sei solo tu che devi pensare più in grande». Uno spoiler sul finale della storia: A dovrà rifare pre-partenza del ritorno, sia la sua valigia che quella di B, scioccata dalle sue capacità organizzative. B e lo shopping andranno a braccetto per tutto il viaggio; quindi, far rientrare tutto in valigia rimarrà per A uno dei suoi migliori traguardi da viaggiatrice low cost. Chi potrà mai aver bisogno del bagaglio in stiva quando puoi portare tre cambi per ogni giorno in un bagaglio a mano? Non chiedete: è la sua magia e così continuerà ad essere.
Il volo procede tranquillo, per quanto due ore e mezza bloccate in un sedile microscopico accanto a bambini tranquilli, genitori urlanti e coppie che si tolgono le scarpe nel caldo di luglio possa considerarsi tranquillo.
Il primo pensiero appena atterrate è “non ci credo che siamo in Grecia” seguito da una frase che accompagnerà tutto il viaggio: “necessito di una pita”.
Dopo aver lasciato i bagagli, le nostre viaggiatrici si mettono ad esplorate la Old Town di Rhodes, armate di Google Maps e TripAdvisor per trovare i migliori ristoranti lowcost. Ma le loro preghiere vengono subito ascoltate e la prima sera trovano il porto in festa: street food greco a volontà. Possono le ragazze non iniziare il loro viaggio con una pita gyros souvlaki?
Passano i giorni successivi tra esplorazioni, mare e cibi tipici. Stilano una lista, “cose da provare in grecia”, ed ogni sera assaggiano un nuovo cibo tipico. Dividono i piatti e cominciano a preferire alcune cose invece di altre: B ha capito di odiare i peperoni crudi, A ormai si considera assaggiatrice di pork souvlaki (ne ha mangiati un numero sufficiente da considerarsi imbarazzante).
Al terzo giorno, dopo un approfondito studio dei posticini aperti di giorno intorno a casa, A trova il loro posto fortunato: un localino grande quanto un bagno che prepara dolci, bevande e cose salate da portare via. Posto che diventa ufficialmente il localino del cuore e che, da quando è tornata, A sogna ogni mattina. Brioche grandi quanto la loro faccia, spremute d’arancia fresche e quella che è diventata presto l’ossessione di A: “freddo espresso”, che nulla potrà mai avere a che fare con un vero espresso. Un caffè freddo americano con ghiaccio, latte e dolcificante che dava l’energia ed era così dissetante da creare dipendenza. Altra bevanda che le ragazze consigliano al ritorno è il caffè freddo greco, che a differenza del “freddo espresso” è più amaro ed ha una schiuma di latte montata. Si potrà già capire come le ragazze, più che visitare posti particolari, in realtà abbiano mangiato: dicono di essere molto soddisfatte di questa piega inaspettata del viaggio. Così la spanakopita diventa il pranzo perfetto per la spiaggia e i Caprice, la perfetta merenda. Quando vogliono sentirsi salutiste prendono uno yogurt greco con la frutta e fanno amicizia con gli autoctoni. Cercano disperatamente la feta avvolta nella pasta fillo ricoperta di miele e sesamo, e riescono a trovarla solo l’ultima sera. La disastrosa conseguenza della cosa è che ora A la sogna la notte e pensa a quante volte l’avrebbe potuta mangiare se fossero riuscite a trovarla prima! Altro punto fermo della vacanza è stato lo shopping: braccialetti, vestiti, calamite. Tutto per sé stesse e per gli amici a casa.
Una cosa tipica di Rhodes? I gatti. Un’isola piena di gattini (alcuni più amichevoli di altri) e di turisti ed isolani che li viziano con grattini e croccantini. Tra un giorno ed un altro A ha provato spesso a scrivere il suo primo capitolo: all’inizio si sentiva in colpa ma andando avanti ha capito che non staccare mai non le avrebbe fatto bene e che non stare con la sua amica sarebbe stata qualcosa di cui si sarebbe pentita appena tornata. Qualche giorno si sono riposate, perché è importante ascoltare il corpo e fermarsi: essere in vacanza vuol dire proprio questo, respirare, e così hanno fatto, dedicando un giorno al relax ed all’aria condizionata dell’hotel. In quell’occasione A ha scritto qualcosa e B ha preparato dei progetti per il suo lavoro. Entrambe si sono supportate ed aiutate in questi momenti non vacanzieri. Quando è arrivato il momento di tornare, erano tristi ma felici perché hanno condiviso tanto e la loro amicizia ne è uscita ancora più forte. La tesi di A verrà scritta, lo sta facendo proprio in questo momento. Mentre parliamo lei scrive, scrive e scrive ma non si sente più in colpa perché è felice di aver riso, mangiato e bevuto un numero spropositato di caffè con la sua amica B. Così felice che stanno già organizzando il prossimo viaggio. Chissà, magari decideranno di raccontarvelo.
Il Quotidiano del Sud.
UNICAL VOICE – Kalimera o come NON scrivere una tesi in vacanza