UNICAL VOICE – Il (meraviglioso) mondo di Amelie
- Postato il 14 agosto 2025
- Unical Voice
- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
UNICAL VOICE – Il (meraviglioso) mondo di Amelie
Dietro il filtro pastello di Amélie, un’estetica che romanticizza la solitudine femminile e il silenzio come virtù.
Non si capisce esattamente in cosa consiste il “favoloso destino” dato che di meraviglioso non le succede quasi nulla. “Le Fabuleux destin d’Amélie Poulain” di Jean‑Pierre Jeunet del 2001, è diventato in fretta un film-cult, celebrato per la fotografia satura, le inquadrature giocose e la colonna sonora di Yann Tiersen.
Fin dalla prima sequenza vediamo come il film costruisce intorno alla protagonista un micro-cosmo fatto di rutine e di percorsi da un punto all’altro di Parigi e una quantità di tic angoscianti che lei chiama “piccoli piaceri della vita”: tuffare la mano in sacchi di legumi che non le appartengono, rompere la crosta della crème brulée. Lavora al Cafè des 2 Moulins dove sembra che nessuno le rivolga la parola per più di due minuti senza scivolare in frasi fatte.
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QUANDO L’ESTETICA SOSTITUISCE LA VERITÀ
Sembrerebbe il perfetto incipit di una riflessione sull’atomizzazione nella società globalizzata e la solitudine dell’individuo. Invece, Junet trasforma l’estraniamento in estetica, in vezzo pittoresco.
Produce in un esercito di adolescenti affamate di attenzioni, la convinzione che l’innocenza e l’ingenuità a tutti costi non sia solo la piacevole e naturale condizione delle ragazze, che altrove definiremmo “affette da disturbi dell’apprendimento”, ma che sia anche irresistibilmente attraente.
L’unica iniziativa che Amélie intraprende consiste nel pianificare la felicità altrui: una serie di scherzi e coincidenze pilotate che giocano con la vita di sconosciuti, evitando ogni confronto diretto. Nessuna relazione autentica.
La sua estetica anticipa l’instagram look: inquadrature millimetriche e la convinzione che ogni dettaglio carino valga più di una storia coerente. Con lo sguardo di oggi, questa ingenuità confezionata, appare meno fiabesca e più inquietante: si intravede un immaginario in cui il silenzio è una virtù femminile.
Grandi occhi sgranati, frangetta, voce flebile: il sogno quieto di un mondo che preferisce donne mute. Magari anche felici, ma soprattutto mute.
Il Quotidiano del Sud.
UNICAL VOICE – Il (meraviglioso) mondo di Amelie