UNICAL VOICE – Greco vs Rubino: le due menti che concorrono per la guida dell’Unical
- Postato il 29 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
UNICAL VOICE – Greco vs Rubino: le due menti che concorrono per la guida dell’Unical
Le due visioni dei candidati per il ruolo di rettore: docenti, studenti e pta del campus di Arcavacata decideranno le sorti dell’Unical
L’Università della Calabria si trova oggi ad un bivio cruciale. L’ateneo si prepara ad eleggere il suo nuovo rettore, chiamato a guidare una “città nella città”. La sfida non riguarda soltanto la governance o la ricerca scientifica. Riguarda il futuro della Calabria, delle sue giovani generazioni e del ruolo stesso dell’università come istituzione nella società contemporanea. In questa tornata elettorale, due candidati si confrontano con visioni diverse, ma entrambe profondamente radicate nel destino e nella missione storica dell’Unical.
Da una parte il professore Gianluigi Greco che propone un intreccio tra eredità e innovazione. Non una rottura dell’operato del rettore uscente Nicola Leone, ma un’evoluzione pensata per affrontare la prossima fine dei finanziamenti Pnrr. Tra le priorità che il candidato individua ci sono l’andamento delle iscrizioni, ancora fragile nonostante i segnali positivi sulle immatricolazioni. L’elevato tasso di abbandono e la crescente concorrenza delle università telematiche. Per contrastare questi fenomeni, Greco propone strumenti che consentano di conciliare studio e lavoro. Pensando ad una possibile Unical telematica afferma: «Nel mio mandato l’Unical avrebbe una grande attrattività nella sua dimensione di campus, la dimensione di persona», aggiungendo l’importanza di corsi modulabili con frequenza pratiche per mantenere alta la qualità dell’insegnamento.
Sul piano dei valori, Greco insiste sul ruolo dell’università come luogo di libertà, autonomia e responsabilità: «La storia ci insegna che se siamo arrivati qui è perché la società ha riconosciuto una particolarità al mondo accademico e non possiamo perderla altrimenti scompariamo come senso nella società. Non saremo più noi a fare il progresso, ma le multinazionali». La valutazione della ricerca è un tema sensibile: pur criticando la riduzione dei risultati a meri numeri, Greco riconosce l’importanza degli indicatori ministeriali, consapevole che le risorse dipendono da essi. Sottolinea l’assenza di dipartimenti di eccellenza come nodo da affrontare con un sano pragmatismo, migliorando i risultati senza smarrire la riflessione critica sul senso della conoscenza.
Greco: innovazione, territorio e continuità
Il rapporto con il territorio costituisce un pilastro strategico. Greco propone un “innovation cube” situato a Rende per favorire scambi e progettualità. Insieme a iniziative culturali di impatto, capaci di caratterizzare l’ateneo più delle centinaia di attività disperse attualmente e si lega alla formazione degli insegnati. «Abbiamo bisogno di tre o quattro iniziative che ci caratterizzano sul territorio e mettere insieme più persone per dare un impatto. Tra queste ci sono le idee di valorizzare i centri storici, la sanità, e la formazione degli insegnanti, ambito al quale sono particolarmente legato. Quando ci lamentiamo delle scuole dobbiamo ricordarci che i docenti delle scuole sono laureati all’Unical. E allora qui serve onestà intellettuale e pensare a come abbiamo impostato la preparazione. È necessaria una formazione umanistica solida, formazione pedagogica, ma anche attenzione al nuovo mondo, alle tecnologie».
Fondamentali anche le proposte di un Green Office per la sostenibilità, il rapporto col territorio in ambito sportivo e «trattenere gli studenti calabresi rispettando e conquistando la loro fiducia».
L’internazionalizzazione è un principio guida, ma con un approccio mirato: collaborazioni stabili, corsi magistrali in lingua e programmi congiunti con altri atenei. Senza trascurare le tradizioni storiche e i legami con l’Africa. Anche il personale tecnico-amministrativo deve avere opportunità di scambio e formazione internazionale. Sul piano dei diritti umani, Greco sottolinea la necessità di prendere posizione sulla Palestina: «L’importanza dell’università nel confronto e nella formazione politica è centrale. Sono temi di cui il Senato accademico deve assolutamente parlare», citando Hannah Arendt. Propone percorsi di sensibilizzazione con incontri in cui si discute della tematica in Senato accademico.
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Rubino: democrazia accademica e rinascita del campus
Dall’altra parte, il professore Franco Rubino parte dal legame personale con l’Unical, raccontando di aver «preso l’ascensore sociale di Andreatta e ora voglio restituire ciò che ho ricevuto». La sua visione punta a un’università più partecipata e democratica, capace di “risvegliare” campus e dipartimenti, recuperando la missione originaria: dare opportunità a chi non può studiare altrove e contribuire allo sviluppo della Calabria. Rubino critica il modello di governance attuale, con un Consiglio d’amministrazione nominato e poco rappresentativo, e propone di restituire voce ai dipartimenti, che conoscono meglio le proprie esigenze. «C’è un deficit democratico che vorrei colmare – afferma – eleggendo i membri del Cda e restituendo voce ai dipartimenti».
Rubino parla dell’apertura del corso di Medicina e Chirurgia come un’iniziativa positiva, ma che ha assorbito risorse e generato malumori: «ora deve integrarsi nell’ateneo senza privilegi, diventando occasione di sviluppo anche per altri dipartimenti, come la Fisica medica». Rubino pone attenzione al riequilibrio tra aree disciplinari: le discipline Stem ricevono più fondi e progettualità, mentre quelle umanistiche e sociali restano indietro, riproponendo un fondo di rotazione fino a un milione di euro per sostenere la ricerca nei settori più fragili. «Nuccio Ordine parlava dell’utilità dell’inutile – ricorda –: Cioè, una persona non può essere formata solamente a saper leggere un bilancio, risolvere un’equazione o usare l’Intelligenza Artificiale. L’università deve essere una palestra di vita. Se non viene alimentato lo spirito critico ho paura che ci sarà poi un burattinaio che muove burattini».
Unical al bivio: l’ateneo del domani
La vita del campus è un altro tema trattato. Rubino nota che «l’università dorme» e servono iniziative culturali, sportive e associative capaci di coinvolgere gli studenti, stimolando la partecipazione e riattivando il legame con l’area urbana circostante. «A questo punto penso che le associazioni studentesche in primis debbano farsi promotrici della vita nel campus. È chiaro che però hanno bisogno di un minimo di finanziamento, quindi, bisognerebbe che presentassero dei progetti e si valutino».
Sul piano internazionale, afferma che l’Unical non può restare neutrale di fronte a conflitti e violazioni dei diritti umani. Rubino sulla Palestina propone reti accademiche per ospitare docenti rifugiati, borse di studio per studenti palestinesi e iniziative pubbliche di sensibilizzazione: «Qualcuno diceva qualcosa circa il 7 ottobre, ma quando si parla della vita delle persone, si osserva la legittima difesa proporzionale all’offesa. In questo contesto Israele ha avuto una reazione sproporzionata».
La proposta più coraggiosa di Rubino sarebbe riportare i dipartimenti al centro della vita accademica, restituendo democrazia e vitalità alla comunità universitaria. L’obiettivo è far tornare l’Unical un ascensore sociale, laboratorio di pensiero critico e motore di sviluppo per la Calabria. «Significa rimettere al centro la democrazia e le persone – sottolinea – impopolare forse per chi vuole governare accentrato, ma necessaria per restituire vitalità e senso di comunità».
Gli elettori del campus si trovano oggi davanti a una scelta che riguarda la guida di un ateneo e la direzione stessa della Calabria e delle sue nuove generazioni. I candidati a rettore Gianluigi Greco e Franco Rubino propongono due visioni diverse sebbene entrambe radicate nell’idea che l’ateneo calabrese debba restare non solo spazio di formazione, ma anche motore di crescita e responsabilità civile, così com’era stata pensata da Beniamino Andreatta, fondatore e primo rettore dell’Unical al quale entrambi i candidati si rifanno con i loro programmi.
La scelta che attende docenti, studenti e personale non riguarda quindi solo un nome: è la decisione sul modello di università che l’Unical vorrà incarnare nei prossimi anni, tra apertura internazionale, radici territoriali e ruolo attivo nella società.
Il Quotidiano del Sud.
UNICAL VOICE – Greco vs Rubino: le due menti che concorrono per la guida dell’Unical