UNICAL VOICE – Flashback di rimpatriata
- Postato il 6 settembre 2025
- Unical Voice
- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
UNICAL VOICE – Flashback di rimpatriata
Racconto di fantasia: tra notifiche indesiderate e ricordi scolastici, una semplice sera d’estate si trasforma in un tuffo forzato nel passato, tra nostalgie che graffiano e la consapevolezza di chi siamo diventati.
Sono le 19:00 di una nostalgica giornata di fine agosto. Me ne sto sulla spiaggia in pieno relax, godendomi gli ultimi giorni di vacanza con i miei amici di sempre e i nuovi colleghi universitari. Ridiamo, scherziamo, ci prendiamo in giro, quando all’improvviso ricevo una notifica: “347***** ti ha aggiunto nel gruppo”.
Con un sorriso scemo ancora stampato in faccia, apro la chat, ignara di quello che sto per vivere. Non appena leggo il nome del gruppo la mia espressione inizia a somigliare a quella di un soldato che ricorda il Vietnam.
“Rimpatriata di classe 😍”. Proprio quello che sognavo mentre sorseggiavo il mio spritz guardando il tramonto: un tuffo a bomba nei traumi scolastici.
I messaggi iniziano a scorrere. Primo: “Ragazzi, da quanto tempo! Come state? Io ero con Tizia su Corso Mazzini e pensavamo fosse una bella idea rivederci. Sono appena tornata da Milano, tra università e movida, voi che mi dite?”.
E io penso: “Pensa un po’ tu, Giuditta. Pensa un po’ tu che dovevi andare a riesumare stasera.”
Poi la catastrofe continua: “È già un anno che ci sopportiamo ahah” scrive uno che, giuro, ho visto qualche mese fa al Molto a fare il galletto con una matricola. Auguri e coraggio, soprattutto a lei.
Segue la bomba: “Io ne sopporto tre!” con allegata la foto di lei, il compagno, il figlio piccolo e un pancione. “Compà, ma sta pazziannu?” esclamo ad alta voce. È impossibile che abbiamo la stessa età. Io mi rifiuto di pensare che i miei coetanei già sposano e figliano. E in questo periodo poi, tra inflazione, guerra, femminicidi, omofobia… “Ma queste cose c’erano anche quando sei nata tu.” Sì, okay, ma proprio per questo!
Arriva anche lo scansafatiche: foto in Norvegia, didascalia minimal per sembrare misterioso, zero tracce di un lavoro.
E infine lei, la mitica “Prof, c’erano le pagine 15-16-17-18-19-20 da fare per casa”. Ora non lo dice più, ma è al terzo anno fuoricorso in triennale.
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IO RESTO QUI
Nel gruppo iniziano a proporre date e luoghi: un agriturismo “così i bimbi possono giocare” (traduzione: così possiamo liberarci delle creature generate in una notte brava). Qualcuno vuole tornare al vecchio bar sotto scuola: “Così ricordiamo i vecchi tempi”. Io penso: “Chi gulía alle 8:00 del mattino rivedervi?”
Il solito simpaticone prova a fare battute viscide su una compagna fidanzata. Silenzio glaciale, sticker sbagliato, conversazione che riparte come se nulla fosse.
Io leggo tutto con lo sguardo di un veterano che ha visto cose che voi umani non potete immaginare. Intanto la sabbia sotto di me è calda, le onde perfette, i miei amici ridono a crepapelle. E io sono altrove: un flashforward mentale in cui mi vedo seduta a un tavolo circondata da domande passive-aggressive: “E tu? Cosa fai adesso?”
Dentro di me una battaglia: la ghoster dice “Archivia la chat”, la persona per bene mormora “Rispondi, non fare l’antipatica”, la stronza conclude “Meno te vedo, mejo me sento”. Spoiler: vince quasi sempre la ghoster.
La chat esplode: foto di classe in bassa definizione, screenshot di vecchi gruppi, vocali e video che non aprirò mai. Io invece alzo il bicchiere verso il tramonto e penso che questa potrebbe essere l’ultima estate prima di essere risucchiata nel vortice del “ma ti ricordi quando…?”
Sì, mi ricordo. E forse preferirei di no. Mi ricordo le feste senza inviti, i compiti passati senza un grazie, le gite finite in litigi. Immagino già la rimpatriata: tutti a gareggiare su chi ha la vita più perfetta, e io che conto i minuti fino a quando sarà socialmente accettabile alzarmi e sparire.
La verità? Non ci andrò mai. La curiosità di vedere quanto ci siamo rovinati non batte la certezza di chi sono oggi e di chi scelgo come famiglia.
Così resto lì, con il mare davanti e i miei amici accanto, mentre la chat si gonfia di nostalgia stantia. Il passato può restare lì, io ho già preso residenza altrove: in una vita che mi calza a pennello, costruita pezzo per pezzo con le mie mani, e che condivido solo con chi voglio davvero.
Il Quotidiano del Sud.
UNICAL VOICE – Flashback di rimpatriata