Una spia a Buckingham Palace, ma Elisabetta non lo sapeva

  • Postato il 14 gennaio 2025
  • Di Agi.it
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Una spia a Buckingham Palace, ma Elisabetta non lo sapeva

AGI - Una spia ha frequentato Bukingham Palace per quasi 10 anni, senza che la Regina Elisabetta ne fosse informata. Dietro la figura di Anthony Blunt, un restauratore di quadri della regina e membro della casa reale, si nascondeva un agente doppiogiochista sovietico, come rivelano i documenti di sicurezza recentemente desecretati.

 

I documenti declassificati dell'MI5 gettano nuova luce su come i servizi di sicurezza abbiano tenuto sotto stretta sorveglianza la notizia che lo storico dell'arte, appartenente al famigerato gruppo di spie Cambridge Five, aveva confessato nell'aprile del 1964, mentre i documenti indicano che la regina ne fu informata solo nel 1973.  Solo quando si temeva per la salute di Blunt e per la pubblicità negativa che ne sarebbe derivata nel caso in cui la sua confessione e l'immunità dal processo fossero emerse alla sua morte, il governo di Edward Heath chiese al segretario privato della monarca, Martin Charteris, di informarla completamente.

 

Charteris riferì che la monarca “aveva preso tutto con molta calma e senza sorpresa: ricordava che lui era stato sospettato già all'indomani del caso Burgess/Maclean. Evidentemente qualcuno le aveva accennato qualcosa nei primi anni Cinquanta, forse subito dopo la successione”, annotò nel marzo 1973 l'allora direttore generale dell'MI5, Michael Hanley.

 

Lo stesso Hanley aveva sollecitato il palazzo quattro mesi prima a tagliare i ponti con Blunt, che rimase al suo posto e fu persino nominato cavaliere dopo la sua confessione di aver spiato per i russi mentre era un alto funzionario dell'MI5, dopo essere stato reclutato come don di Cambridge negli anni Trenta.

 

I file sembrano mettere in discussione la precedente narrazione riportata dai media e dai libri, secondo cui la regina sarebbe stata informata poco dopo le confessioni. Se era stata tenuta all'oscuro, era in buona compagnia. I file della sicurezza hanno mostrato in precedenza che Alec Douglas-Home, che era primo ministro nel 1964, non fu informato fino a quando la confessione fu resa pubblica da Margaret Thatcher nel 1979. A Blunt è stato permesso di mantenere il suo incarico reale perché “l'interesse pubblico maggiore è che non si verifichi alcun cambiamento nel suo stato palese”.

 

Blunt, che morì all'età di 75 anni nel 1983, era uno dei Cinque di Cambridge, insieme a Kim Philby, Donald Maclean, Guy Burgess e John Cairncross, che erano stati reclutati dai russi durante o dopo l'Università di Cambridge negli anni Trenta e che avevano raggiunto posizioni di rilievo nell'intelligence britannica, nel Foreign Office e a Whitehall.

 

L'agente dell'MI5 Arthur Martin descrive nei minimi dettagli il confronto con Blunt nel suo appartamento sopra il Courtauld Institute il 23 aprile 1964, con la testimonianza di Michael Straight, un americano che Blunt aveva reclutato a Cambridge. Blunt era stato sospettato dall'MI5 e interrogato 11 volte dopo le defezioni di Burgess e Maclean in Russia nel 1951.

 

 

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Agi.it

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