Una maxi antenna a pochi passi dal Colosseo: così mail non risposte e il silenzio-assenso hanno permesso l’installazione dell’impianto
- Postato il 23 febbraio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una maxi antenna, ricoperta da materiale bianco, installata a pochi passi dal Colosseo sta creando non poche polemiche a Roma. Chiamata “torre bianca del Celio”, è comparsa improvvisamente sul tetto di un palazzo a pochi passi dall’anfiteatro romano a metà dicembre. A sollevare dubbi e perplessità sull’installazione sono stati la comunità locale e anche il quotidiano La Repubblica che ha dedicato all’antenna diversi articoli.
L’antenna, ricoperta da materiale bianco, ha suscitato critiche per l’impatto visivo che ha sul paesaggio storico, in un’area che è patrimonio Unesco. Fino a poco tempo fa, da via Labicana si godeva la vista sulla Basilica di San Clemente e sul monastero dei Santi Quattro Coronati. Oggi, tra questi due monumenti, spunta una struttura che ne altera l’integrità visiva, con il Colosseo visibile appena a destra.
Ma come è stato possibile? Secondo quanto riportato da La Repubblica, il presidente della commissione Statuto, Riccardo Corbucci, che è pronto a inviare un’istanza formale alla Soprintendenza Speciale, chiedendo di esprimersi sull’impianto, anche a conferenza dei servizi ormai conclusa, è entrato in possesso delle carte che hanno permesso l’installazione dell’antenna.
Dagli scambi sembrerebbe che, nonostante le sollecitazioni del Comune, la Soprintendenza non abbia mai risposto alle richieste di parere, e neppure il primo municipio si sarebbe espresso sulla questione. L’iter burocratico, scrive il quotidiano, è iniziato il 1° agosto 2023, quando è stata presentata la richiesta di autorizzazione per l’installazione dell’impianto. La conferenza dei servizi si è aperta il 9 agosto, ma il parere richiesto alla Soprintendenza il 18 agosto non ha mai ricevuto risposta. Nessuna risposta neanche a dicembre 2023, quando l’istanza viene inoltrata di nuovo. L’unico parere ricevuto è quello dell’Arpa, che ha verificato esclusivamente i parametri relativi ai campi elettromagnetici, senza considerare l’impatto della struttura sul paesaggio. Così è scattato il cosiddetto silenzio-assenso.
Secondo la normativa vigente, in assenza di un parere negativo entro sessanta giorni, la richiesta si considera automaticamente accettata. Tuttavia secondo Corbucci in un sito patrimonio dell’umanità Unesco, il silenzio-assenso non può essere applicato. Da qui la decisione di contattare nuovamente la Soprintendenza per ottenere una valutazione ufficiale sulla legittimità dell’impianto e sulla sua compatibilità con il patrimonio storico e architettonico dell’area.
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