“Una colonia israeliana nel Salento”: il progetto dell’immobiliarista Orit Lev Marom è un caso. E dopo le minacce interviene la Digos
- Postato il 6 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Un ponte tra investitori esteri e le potenzialità — spesso sottovalutate — del territorio salentino” recita il sito dell’agenzia immobiliare Coral 37, fondata a Lecce a febbraio del 2024 dall’imprenditrice israeliana Orit Lev Marom. L’obiettivo della società è quello di offrire consulenze su misura per chi desidera acquistare proprietà nel Sud Italia con un approccio “chiavi in mano”. Uno degli elementi più distintivi dell’agenzia immobiliare – si legge – è la “visione comunitaria”. Nella sezione “pensiero visionario e progetti innovativi” del sito spicca infatti la proposta di creare una “colonia israeliana in Salento”: un insediamento sostenibile e autosufficiente, in cui si combinano agricoltura, turismo e servizi essenziali come scuola e sanità. Il sito dell’agenzia, solo in inglese con alcune sezioni in ebraico, propone un servizio di consulenza completo: dalla ricerca dell’immobile ideale, alla valutazione legale e urbanistica, fino alla gestione delle ristrutturazioni e della burocrazia italiana. Non mancano contatti con architetti, artigiani e professionisti locali. L’agenzia offre inoltre una sessione gratuita di consulenza di 45 minuti, durante la quale è possibile esplorare obiettivi, aspettative e percorsi personalizzati d’investimento.
La Coral 37 non segna certo l’inizio degli investimenti israeliani in Puglia. Sempre a Lecce, Villa Indraccolo, edificio del tardo Ottocento, è stata acquistata da un giovane operatore finanziario israeliano nel 2024. L’operazione è stata seguita da Coldwell Banker e dall’architetto Raffaele Centonze. L’obiettivo è quello di ristrutturare la Villa Indraccolo e convertire parti dell’immobile in appartamenti o boutique hotel. La presenza israeliana in Salento non si traduce solo in investimenti immobiliari privati. È il caso del gruppo israeliano Omnam – a Roma ha aperto W Hotel e a Firenze lavora su Villa Camerata – che ad Ostuni punta a restaurare vari immobili in hotel a 5 stelle. Da ottobre scorso la Soprintendenza ha bloccato per “errori di procedura” i lavori del Four Seasons che, insieme al gruppo Omnam, punta ad aprire sulla Costa Ripagnola, in Valle d’Itria, un nuovo megaresort di lusso. Le assemblea politiche, nel frattempo, si preparano a mobilitarsi contro la “Israeli Colony in Salento” perché sono preoccupate da un precedente significativo, ovvero quanto accaduto a Cipro. Nel sud del paese infatti, dal 2021, sono state acquistate più di 4000 proprietà poi diventate enclavi recintate con scuole, sinagoghe e centri sanitari. Secondo il principale partito di opposizione cipriota AKEL, non si tratta di una migrazione qualsiasi, ma della costruzione di un “cortile”: un’enclave satellite dell’influenza israeliana, del potere economico e di una potenziale infrastruttura di intelligence, che sorge appena oltre la portata dei missili, ma comunque abbastanza vicina da essere rilevante.
Nel frattempo l’immagine sul profilo social dell’imprenditrice, con l’IDF alle porte di Gaza e la didascalia “ben tornati a casa”, è sparita. Sulle modalità in cui verrà sviluppata la “Israeli Colony” Orit Lev Marom “non commenta, ma si riserva di far parlare i suoi legali”. Il suo avvocato, Carlo Gervasi, dichiara che “la parola ‘colony’ è stata manipolata e che non ha niente a che vedere con il concetto di colonizzazione, ma con la parola ebraica ‘Moshava’”. E aggiunge: “Anche in toscana ha usato lo stesso l’input pubblicitario, ovvero l’utilizzo della parola ‘colony’, ma lì non ha avuto problemi, e vedendo potenzialità imprenditoriali in Salento, due anni fa Orit Lev Marom si è trasferita a Lecce”. In un’intervista a Telerama del 6 ottobre, l’imprenditrice ha spiegato: “Arrivata qui ho avuto una visione, quello di fare un ‘Moshava’: un insediamento abitativo di persone che condividono attività agricole”. Nel frattempo il sito dell’agenzia immobiliare è stato oscurato così come i profili social dell’israeliana a seguito di 1500 messaggi “minatori e persecutori”. Molti giornalisti “che hanno usato dei toni diffamatori o informazioni false” sono stati querelati e l’imprenditrice è al momento supervisionata dalla Digos di Lecce. Sulla questione la sindaca Adriana Poli Bortone – contattata da ilfattoquotidiano.it – non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
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