Una “capitale della conoscenza” che cresce tutto intorno. Milano non è fatta soltanto di eventi
- Postato il 2 novembre 2024
- Di Il Foglio
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Una “capitale della conoscenza” che cresce tutto intorno. Milano non è fatta soltanto di eventi
Per cercare la risposta della Milano che non si accontenta della serialità di grandi e piccoli eventi, che guarda al futuro senza entusiasmarsi troppo dei 9 milioni di turisti che riempiono le strade del centro, occorre andare in periferia. La città della conoscenza e della ricerca è lì che ha radici profonde. All’inizio è stato Mind a fare da apripista (importante risposta a chi temeva, o sognava, la desertificazione dell’area Expo) e oggi Igor De Biasio, ad del distretto che ospita l’ospedale Galeazzi, il centro di ricerca Human Technopole, decine di imprese innovative e che ha avviato il cantiere per il nuovo campus delle facoltà scientifiche dell’Università Statale, spiega che “il progetto Mind, nelle sue funzioni pubbliche e private sta procedendo bene”.
Sia il Galeazzi – aperto da tempo – che HumanTechnopole, con le nuove piattaforme nazionali, viaggiano a pieno regime. “Stiamo dialogando con due importanti realtà pubbliche del mondo della ricerca che parteciperanno al progetto Mind. Siamo molto avanti, stiamo coinvolgendo molti più soggetti del previsto. Nella parte del privato, oggi gli australiani di Lendlease stanno costruendo gli edifici che ospiteranno molte aziende e un parcheggio da 1.500 auto, tenuto conto che già oggi 8.000 persone entrano nella nostra struttura ogni giorno”. Lo sviluppo continua “anche a livello internazionale: consolidato il rapporto con Londra, abbiamo costruito anche un’intesa per la realizzazione del parco scientifico e tecnologico di Novi Sad, nella Provincia autonoma della Vojvodina e poi a Konza in Kenia, dove partecipiamo al progetto Vision 2030”, conclude De Biasio.
La gestazione è stata lunga ma finalmente anche la Città della Salute e della Ricerca di Sesto San Giovanni ha messo radici. Si tratta di un progetto che rappresenta uno dei più importanti interventi di riqualificazione urbana dell’area milanese (al confine tra Sesto San Giovanni e Milano), che punta sulla ricerca e la salute. Partner dell’operazione la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, le cui strutture attuali si trasferiranno nell’area ex Falck. La Città della Salute e della Ricerca, progettata dallo studio MCA - Mario Cucinella Architects, a capo di un gruppo composto da SD Partners Architettura e Ingegneria, Prodim, Tech Project, Ariatta Ingegneria e consulenti specialistici – che in questi giorni ha aperto i cantieri – si estenderà su oltre 200 mila metri quadrati e diventerà un centro di eccellenza per la ricerca neurologica e oncologica e la sanità a livello internazionale.
Il progetto è sostenuto da un investimento di 340 milioni di euro da Regione Lombardia, 40 milioni dallo Stato e circa 45 milioni di capitali privati. L’intervento, ad alta complessità, prevede 650 posti letto, 119 ambulatori, 42 laboratori, 19 sale operatorie e 10 sale di interventistica. La struttura sarà in grado di erogare circa 1,5 milioni di prestazioni ambulatoriali all'anno, con una capacità di 24 mila ricoveri annuali. Oltre all’aspetto sanitario, il progetto contribuirà a creare circa 3.000 nuovi posti di lavoro. Il presidente della Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori, Gustavo Galmozzi, ha ricordato che “oggi il mio Istituto deve affrontare e prepararsi a una nuova sfida per il suo futuro con la realizzazione della Città della Salute. Generazioni di medici e ricercatori, eredi di un patrimonio storicamente importante, operano in Istituto e chiedono futuro”. Fine lavori, probabilmente, nel 2027.
Le università milanesi, a partire dalla Statale e dal Politecnico sono la spina dorsale della ricerca e di Milano in quanto “capitale della conoscenza” e proprio il Poli, col ministero delle Infrastrutture, ha avviato di recente – dopo il consueto e inutile calvario di ricorsi e interventi della magistratura – la realizzazione del nuovo “Campus Nord”, cofinanziato dal MIT per 45 milioni di euro alla Bovisa, nell’area cosiddetta “Goccia”. L’intervento fa parte del progetto curato dallo studio Renzo Piano Building Workshop, che interessa una superficie di circa 325 mila mq, di proprietà del Comune di Milano e del Politecnico con l’obiettivo di rigenerare un’ampia area e realizzare al suo interno il nuovo Campus, la cui progettazione è stata interamente finanziata dalla Fondazione ION.
L’area interessata non è lontana dalle sedi distaccate e dai laboratori del Poli alla Bovisa. Il progetto del Campus Nord prevede una serie di edifici legati tra loro da un tetto fotovoltaico. Attorno ad essi si trovano le “officine del gas”, che saranno ristrutturati, e un edificio circolare destinato all’aula magna. Tutti saranno collegati da strade e sistemazioni esterne, spazi verdi e reti infrastrutturali. I primi lavori sono già stati avviati presso il “parco dei gasometri”, dove avranno sede due nuovi edifici: il primo dedicato allo sport e il secondo alla nascita dell’Innovation Hub che ospiterà laboratori di eccellenza e spazi per corporation e startup.
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