“Un terremoto di quinto grado? Cadono i palazzi e conto i morti”. La rassegnazione civile dell’Italia
- Postato il 21 febbraio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Parlando durante un’assemblea pubblica a Pozzuoli, al capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, è stato chiesto: “Cosa fate in caso di una scossa di magnitudo cinque?”. “La scossa di quinto grado? Cadono i palazzi e conto i morti. Funziona così”, ha risposto Ciciliano. “Questa – ha aggiunto – è la prassi nelle attività di Protezione Civile”. La cosa davvero triste è che il capo della Protezione Civile ha ragione. Questo è ciò che accade normalmente in Italia con una scossa di magnitudo 5. Tuttavia, non è quello che avviene nei Paesi moderni. In Giappone, per esempio, una scossa di magnitudo 5 è a malapena avvertita e presa in considerazione dalla popolazione. Negli uffici nipponici, con un terremoto del genere, si continua a lavorare. Qui, invece, nella nostra misera e fragile Penisola, le città crollano e si inizia a contare i morti. La ragione è semplice: non è il terremoto a causare le vittime, ma il modo in cui sono state costruite le case nelle zone sismiche. Questa è la pura verità. Il resto sono chiacchiere da bar.
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