Un tempo gli oceani erano verdi?

  • Postato il 17 aprile 2025
  • Di Focus.it
  • 1 Visualizzazioni
Nel 1990, la sonda Voyager 1 scattò una storica foto del nostro pianeta, ripreso da più di 6 miliardi di chilometri di distanza: la sonda si trovava oltre l'orbita di Nettuno e mostrava la Terra come un "puntino azzurro", il Pale Blue Dot come è stato chiamato in inglese – un colore determinato, come potete immaginare, dal fatto che il pianeta è coperto per tre quarti da oceani. Ma se un tempo queste masse d'acqua fossero state di un altro colore? È quello che suggerisce uno studio pubblicato su Nature, che spiega il legame tra i batteri primordiali, la nascita della fotosintesi e, appunto, il colore del mare.. Dalle acque di Iwo Jima. Il "dubbio" riguardo al colore degli oceani primordiali è sorto in seguito a un'osservazione del team giapponese che ha pubblicato lo studio: intorno all'isola vulcanica di Iwo Jima (famosa per essere stata teatro di una cruenta battaglia durante la Seconda Guerra Mondiale) non sono blu, ma hanno un colore verdastro. Le acque intorno all'isola sono ricche di cianobatteri, un tempo noti con il nome comune di "alghe verdi-azzurre" (pur non essendo alghe), ma sono anche ricche di ferro, per la precisione ferro ossidato.. Batteri delle acque verdi. I cianobatteri dell'Archeano, l'eone (la più estesa unità cronologica in cui è stata divisa l'età della Terra) che va dai 4 miliardi ai 2.5 miliardi di anni fa, furono i primi a sviluppare la fotosintesi, il processo che permette di usare l'energia solare per produrre energia. Ma insieme a loro esistevano anche altri batteri, che invece di usare l'acqua del mare come catalizzatore per la fotosintesi usavano il ferro ossidato. E questi batteri prosperano nelle acque verdi, come dimostrato da esperimenti di laboratorio condotti dallo stesso team. L'arrivo della fotosintesi, quindi, portò secondo i ricercatori a un accumulo di grandi concentrazioni di ferro, che coloravano la superficie oceanica di verde e non di blu come oggi.. gli oceani sono diventati blu. Nel corso dei miliardi di anni dell'Archeano, il colore degli oceani cambiò proprio come conseguenza della fotosintesi, che cominciò a rilasciare ossigeno nell'acqua. Questo cominciò a legarsi al ferro, ossidandolo. A un certo punto, però, il ferro "libero" finì, e l'ossigeno iniziò a diffondersi nell'atmosfera, e a cambiare radicalmente il modo di produrre energia dei batteri fotosintetici. Ecco perché, spiega lo studio, i primi cianobatteri avevano due modi diversi di fare fotosintesi: quando c'era tanto ferro, e gli oceani erano verdi, sfruttavano questo metallo; una volta finito il ferro, passarono alla fotosintesi come la conosciamo oggi.. E in futuro? Lo studio suggerisce anche che il colore degli oceani potrebbe cambiare in futuro: per esempio, se i livello di zolfo dovessero salire (magari in seguito a un'intensa attività vulcanica), a dominare la scena sarebbero quei batteri che usano lo zolfo per il loro metabolismo – batteri che sono viola, e cambierebbero in questo modo il colore del mare. Si parla però di processi che richiedono milioni se non miliardi di anni: insomma, a meno di diventare immortali non vedremo mai gli oceani viola, e la Terra diventare un "Pale Purple Dot"..
Autore
Focus.it

Potrebbero anche piacerti